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Sequestro preventivo: motivazione e autonomia del vincolo

La Corte di Cassazione si pronuncia sulla legittimità di un sequestro preventivo emesso dopo l’annullamento di un sequestro probatorio sugli stessi beni. Un individuo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, subiva il sequestro di una somma di denaro. Il Tribunale del riesame annullava il provvedimento per carenza di motivazione sul ‘periculum in mora’. La Procura ricorreva in Cassazione, sostenendo l’autonomia del sequestro preventivo e la sufficienza della motivazione. La Suprema Corte, pur riconoscendo l’autonomia tra i due tipi di sequestro, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che il provvedimento cautelare mancava di una motivazione specifica sulla sua finalità (impeditiva o finalizzata alla confisca), requisito essenziale per la sua validità.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: Quando la Motivazione è Essenziale per la sua Validità

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22943/2024) offre importanti chiarimenti sui presupposti di legittimità del sequestro preventivo, soprattutto in relazione alla sua autonomia rispetto al sequestro probatorio e all’imprescindibile necessità di una motivazione specifica. Il caso analizzato riguarda una somma di denaro sequestrata a un soggetto indagato per concorso esterno in associazione di stampo mafioso, la cui vicenda cautelare ha attraversato diversi gradi di giudizio, mettendo in luce principi fondamentali della procedura penale.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un decreto di sequestro probatorio avente ad oggetto una cospicua somma di denaro, rinvenuta durante l’esecuzione di una misura cautelare personale a carico di un indagato. Successivamente, il Tribunale del riesame annullava questo primo provvedimento. A stretto giro, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero, emetteva un nuovo provvedimento, questa volta qualificandolo come sequestro preventivo, di fatto ‘convertendo’ il vincolo precedente. Anche questo secondo provvedimento veniva impugnato e il Tribunale del riesame lo annullava, ritenendo, da un lato, che la ‘conversione’ fosse illegittima data l’avvenuta ‘espunzione’ del primo vincolo dall’ordinamento e, dall’altro, che la motivazione sul periculum in mora fosse generica e inadeguata. Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per cassazione.

L’Autonomia del Sequestro Preventivo rispetto a quello Probatorio

Il primo punto affrontato dalla Suprema Corte riguarda la natura del rapporto tra sequestro probatorio e sequestro preventivo. Il ricorrente sosteneva che i due istituti fossero completamente autonomi, pertanto l’annullamento del primo non poteva inficiare la validità del secondo, anche se avente ad oggetto gli stessi beni. La Cassazione accoglie questa tesi, definendola un ‘ampio orientamento’ giurisprudenziale. Viene chiarito che non esiste alcuna dipendenza giuridico-funzionale tra i due provvedimenti. L’uso del termine ‘conversione’ da parte del GIP è stato considerato puramente descrittivo di una successione temporale di vincoli, ma giuridicamente irrilevante. L’annullamento del sequestro probatorio non crea alcuna preclusione all’emissione di un autonomo provvedimento di sequestro preventivo, purché ne ricorrano i presupposti.

Il Cuore della Decisione: la Carenza di Motivazione del Sequestro Preventivo

Nonostante l’accoglimento del primo motivo, il ricorso è stato comunque dichiarato inammissibile. La Corte si è concentrata sul secondo motivo di doglianza del Tribunale del riesame, ovvero la manifesta carenza di motivazione del provvedimento cautelare. Il decreto di sequestro si limitava a fare un riferimento generico all’ingente somma di denaro e alle modalità di occultamento (pacchi di banconote sigillati) come indici della sua provenienza illecita, senza però specificare quale fosse il concreto periculum in mora che si intendeva fronteggiare. In particolare, non veniva chiarita la finalità del vincolo: era finalizzato a impedire l’aggravamento del reato (finalità impeditiva) o era destinato a garantire una futura confisca? Questa omissione è risultata fatale.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha stabilito che la motivazione sul periculum in mora non può essere astratta o presunta. Il giudice deve esplicitare le ragioni specifiche per cui la libera disponibilità di quel bene costituisce un pericolo concreto e attuale. Nel caso di specie, il riferimento alla ‘facile occultamento e dispersione’ di somme liquide, pur essendo una considerazione logica, non è sufficiente se non viene ancorato alla finalità specifica perseguita dal sequestro. La Suprema Corte ha sottolineato che il Tribunale del riesame aveva correttamente rilevato questa ‘assenza della motivazione sulla finalità del sequestro’. Poiché il ricorso per cassazione avverso le ordinanze in materia di misure cautelari reali è ammesso solo per violazione di legge, la censura del Pubblico Ministero sulla valutazione del periculum si risolveva in una richiesta di riesame del merito, inammissibile in sede di legittimità quando la motivazione, come in questo caso, è radicalmente carente.

le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cardine in materia di misure cautelari reali: il sequestro preventivo deve essere sorretto da una motivazione non solo apparente, ma concreta, specifica e puntuale, che dia conto sia del fumus delicti sia del periculum in mora. In particolare, il giudice deve chiarire l’obiettivo perseguito con l’imposizione del vincolo (impeditivo o conficatorio), poiché da tale finalità discende il parametro per valutare la concretezza del pericolo. Una motivazione generica, che si limiti a richiamare la natura del bene o del reato, rende il provvedimento nullo per violazione di legge, in quanto non consente un effettivo controllo sulla sua legittimità e proporzionalità.

L’annullamento di un sequestro probatorio impedisce l’emissione di un sequestro preventivo sugli stessi beni?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che i due provvedimenti sono autonomi e indipendenti. L’annullamento del sequestro probatorio non preclude l’emissione di un successivo sequestro preventivo, a condizione che ne sussistano i presupposti di legge.

Quali sono i requisiti essenziali per la motivazione di un sequestro preventivo?
La motivazione deve specificare in modo adeguato e concreto il ‘periculum in mora’, cioè il rischio effettivo che la libera disponibilità del bene possa aggravare le conseguenze del reato o agevolare la commissione di altri reati. Inoltre, deve chiarire la finalità specifica del sequestro, se sia impeditiva o finalizzata alla confisca.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile nonostante la Corte abbia ritenuto fondato uno dei motivi?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, sebbene la Corte abbia corretto l’errore di diritto del Tribunale sull’autonomia dei sequestri, ha ritenuto che la decisione di annullamento fosse comunque corretta nel merito a causa della radicale carenza di motivazione del provvedimento di sequestro. La censura del PM su questo punto è stata giudicata un tentativo inammissibile di ottenere una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità per questo tipo di ricorsi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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