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Sequestro preventivo: limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di sequestro preventivo per una presunta truffa. La sentenza chiarisce che il ricorso in Cassazione per misure cautelari reali è ammesso solo per violazione di legge e non per riesaminare nel merito la valutazione dei fatti o la logicità della motivazione del giudice, a meno che questa non sia totalmente assente o manifestamente illogica. Il caso riguardava il sequestro di una somma di denaro quale profitto di una presunta truffa nel commercio di metalli preziosi.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: Quando la Cassazione non può riesaminare i fatti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione penale (n. 912/2024) offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso contro un’ordinanza di sequestro preventivo. Il caso, relativo a una presunta truffa nel settore dei metalli preziosi, sottolinea una regola fondamentale del nostro sistema processuale: il giudizio di legittimità non è una terza istanza di merito. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti: Una Presunta Truffa e il Sequestro dei Fondi

Il Tribunale per le indagini preliminari aveva disposto un sequestro preventivo per circa 67.000 euro su un conto corrente intestato a un indagato. L’accusa era di truffa aggravata. Secondo l’ipotesi accusatoria, l’indagato avrebbe venduto a un’azienda acquirente del semplice ottone placcato in oro, facendolo passare per un semilavorato in oro a 14 carati, a fronte di un pagamento di oltre 300.000 euro.

L’indagato aveva impugnato il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame, che però aveva confermato il sequestro. Contro questa decisione, l’indagato ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali.

I Motivi del Ricorso: Critiche alla Valutazione delle Prove

La difesa dell’indagato contestava la decisione del Tribunale del Riesame sotto due profili:

1. Mancanza del fumus commissi delicti: Secondo il ricorrente, il Tribunale avrebbe erroneamente dato credito alla versione dell’acquirente, ignorando i documenti contrattuali in suo possesso che specificavano la natura del materiale come ‘ottone placcato’. Si lamentava, in sostanza, un travisamento dei fatti e una valutazione illogica delle prove.
2. Assenza del periculum in mora: La difesa sosteneva che non vi fosse un reale pericolo che l’indagato potesse disperdere le somme, evidenziando una condotta post-reato che dimostrava buona fede. La valutazione del giudice sul pericolo di aggravamento delle conseguenze del reato sarebbe stata, quindi, errata.

Le Motivazioni della Cassazione sul sequestro preventivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Le motivazioni di questa decisione sono cruciali per comprendere i limiti del giudizio di legittimità in materia di misure cautelari reali. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il ricorso in Cassazione avverso le ordinanze in materia di sequestro preventivo è consentito solo per ‘violazione di legge’ (art. 325 c.p.p.).

Questo significa che non è possibile chiedere alla Suprema Corte di effettuare una nuova valutazione dei fatti o di giudicare la logicità della motivazione del Tribunale. I motivi presentati dal ricorrente, infatti, non denunciavano una violazione di specifiche norme di legge, ma si concentravano su una presunta erronea interpretazione delle prove e sulla valutazione della sussistenza dei presupposti del sequestro (fumus e periculum). Tali censure, che attengono al merito della vicenda, esulano dal perimetro del giudizio di Cassazione.

La Corte ha inoltre precisato che il vizio di motivazione integra una violazione di legge solo in casi estremi: quando la motivazione manca del tutto o è talmente carente, contraddittoria o illogica da non rendere comprensibile il ragionamento del giudice. Nel caso di specie, la motivazione del Tribunale è stata ritenuta ‘ampia e certamente sufficiente’, precludendo così ogni ulteriore discussione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia in esame conferma che la strategia difensiva in sede di ricorso per cassazione contro un sequestro preventivo deve essere attentamente calibrata. Non è sufficiente sostenere che il giudice di merito abbia ‘valutato male’ le prove. È necessario, invece, individuare e argomentare una specifica violazione di una norma di legge, sia essa sostanziale o processuale. Tentare di ottenere una terza revisione del merito fattuale si scontra inevitabilmente con una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile contestare la valutazione dei fatti di un sequestro preventivo davanti alla Corte di Cassazione?
No, il ricorso in Cassazione contro un’ordinanza di sequestro preventivo è ammesso solo per violazione di legge (art. 325 c.p.p.) e non per riesaminare la valutazione dei fatti o delle prove operata dal giudice di merito.

Quando un difetto di motivazione costituisce una violazione di legge appellabile in Cassazione?
Secondo la sentenza, un difetto di motivazione integra una violazione di legge solo quando la motivazione manca del tutto o risulta priva dei requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza, tanto da essere incomprensibile. Una motivazione semplicemente non condivisa, ma esistente e sufficiente, non costituisce motivo di ricorso.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Come stabilito nella decisione, all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, se si ravvisano profili di colpa, al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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