Sentenza di Cassazione Penale Sez. 3 Num. 6311 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 3 Num. 6311 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 19/12/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a ROMA il 03/05/1985
avverso l’ordinanza del 16/07/2024 del TRIB. LIBERTA’ di ROMA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
lette le conclusioni del PG NOME COGNOME che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso dell’avv.to NOME COGNOME difensore di COGNOME NOME che ne ha chiesto l’accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza in data 16/7/2024 il Tribunale del Riesame di Roma confermò il decreto di sequestro preventivo adottato dal GIP del Tribunale di Civitavecchia il 10/6/2024 nei confron di COGNOME NOMECOGNOME indagato per i reati di cui agli artt. 2 e 10 quater d. Igs. 74/2000 del ai capi a), b), e d) della provvisoria incolpazione.
Avverso il decreto ha proposto ricorso per Cassazione, a mezzo del difensore, COGNOME che, con unico motivo, deduce la “violazione degli artt. 125, 309 comma 9 e 324 comma 7 in relazione all’art. 606 lett. c) cod. proc. pen.” eccependo la nullità del decreto di seq preventivo e, conseguentemente, dell’ordinanza del Tribunale del Riesame. Si deduce che:
il GIP aveva sostenuto che vertendosi in tema di confisca obbligatoria, ogni valutazione i ordine al periculum in mora era “ultronea” per poi aggiungere che, comunque, in “considerazione dell’ingente ammontare dei debiti erariali”, vi era il fondato timore che nelle more del giu potessero “venire a mancare le garanzie del credito”;
cì4 GLYPH
dinanzi al Tribunale del riesame era stato eccepito, con riferimento al sequestro finalizz alla confisca obbligatoria, che la motivazione del GIP era mancante, laddove si sosteneva che non era necessario “alcuno sforzo” argomentativo, e apparente, laddove si giustificava il vincol con la possibilità di dispersione delle garanzie del credito, in quanto fondata “su un indica (debito erariale=entità profitto confiscabile) ritenuto da tempo non sufficiente per legittim misura in essere” e, comunque, priva delle necessarie specificazioni, avendo il decreto attinto patrimonio di differenti persone fisiche e di tre differenti società;
il Tribunale del riesame aveva ritenuto che la motivazione del GIP, in relazione all’esigenza impedire che nelle more del giudizio potessero venir meno le garanzie dei crediti, era insufficie e non apparente e, quindi, aveva proceduto alla sua integrazione;
tale conclusione non teneva conto del consolidato orientamento di legittimità secondo il qual “una motivazione che si fondi unicamente sull’…entità delle somme confiscabili rispett garanzie patrimoniali dei soggetti colpiti dalla misura è da considerarsi apparente e n insufficiente (Sez. 4, 13/2/2024 n. 14047)”;
la nullità del decreto di sequestro per mancanza di motivazione in relazione al periculum no avrebbe consentito l’esercizio del potere di integrazione cui si era avvalso il Tribunale.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è fondato.
Il decreto adottato dal GIP del Tribunale di Civitavecchia in data 10/6/2024 dispose:
“il sequestro diretto e impeditivo dei crediti d’imposta non ancora utilizzati” vantati distinte società, RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE e RAGIONE_SOCIALE
“il sequestro indiretto, finalizzato alla confisca diretta e per equivalente, di quelli già che costituiscono prodotto dai reati di cui all’articolo 10 quater d.lgs. 74/2000”, stimat 728.919,39 per AC Group S.r.lRAGIONE_SOCIALE e in C 344.049,62 per RAGIONE_SOCIALE.lRAGIONE_SOCIALE;
“il sequestro finalizzato alla confisca diretta e per equivalente del profitto dei reati cu 2” del d.lgs. citato, stimati in: C 690.000,00 per RAGIONE_SOCIALElRAGIONE_SOCIALE, C 78.200,00 per RAGIONE_SOCIALE ed C 598.000,00 per RAGIONE_SOCIALE
In relazione al sequestro del prodotto e del profitto dei reati di cui agli artt. 10 qu d.lgs. 74/2000, il decreto giustificava la misura ablativa con la motivazione di seguito ripo “…trattandosi di confisca obbligatoria, ogni valutazione sul periculum in mora che giust l’apposizione del vincolo appare ultronea. Ad ogni buon conto, tenuto conto dell’ingent ammontare dei debiti erariali, può fondatamente ritenersi che, in difetto di idonea misu cautelare, nelle more del giudizio possano venire a mancare le garanzie del credito”.
Con il ricorso in valutazione COGNOME Antonio eccepisce la nullità del decreto di sequest sostenendo che il sequestro finalizzato alla confisca era privo di motivazione.
Non viene, quindi, attinto dalle doglianze difensive il capo del decreto che ha disposto sequestro “impeditivo” dei crediti di imposta aventi cod. 6937 e 6869, tutt’ora presenti cassetti fiscali della RAGIONE_SOCIALE, della RAGIONE_SOCIALE e della RAGIONE_SOCIALE
Tanto precisato, la valutazione delle doglianze difensive non può che muovere dai principi enunciati dalla Sezioni Unite nella sentenza n. 36959 del 24/06/2021, Ellade, Rv. 281848 – 01. La sentenza ha precisato che “il provvedimento di sequestro preventivo di cui all’art. 321, comma 2, cod. proc. pen., finalizzato alla confisca di cui all’art. 240 cod. pen., deve contenere la co motivazione anche del “periculum in mora”, da rapportare alle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione dell’effetto ablativo della confisca rispetto alla definizione del giudizi restando che, nelle ipotesi di sequestro delle cose la cui fabbricazione, uso, porto, detenzione alienazione costituisca reato, la motivazione può riguardare la sola appartenenza del bene al novero di quelli confiscabili “ex lege”. È evidente che il presupposto in esame non può che riguardare il pericolo di dispersione del bene prima del giudizio.
Da tale principio il decreto del GIP del Tribunale di Civitavecchia si discosta allorquan sostiene che, vertendosi in tema di beni suscettibili di confisca obbligatoria, non è necessa alcuna motivazione in relazione al periculum in mora. I beni sottoposti a vincolo, infatti, rientrano fra quelli la cui fabbricazione, uso, porto, detenzione o alienazione costituisce r per cui il provvedimento di sequestro avrebbe dovuto spiegare le ragioni che giustificavano l’anticipazione dell’effetto ablativo.
Con riferimento,poi, al rilievo dato all’ammontare del debito, questa Corte ha ripetutament sostenuto che il riferimento all’incapienza del patrimonio del soggetto colpito rispetto all’ del debito tributario o, comunque, al valore sino al quale la confisca dovrebbe operare no costituisce argomento idoneo a soddisfare l’obbligo motivazionale di cui il giudice risulta grava Si segnalano in tal senso:
Sez. 3, n. 31025 del 6/4/2023, COGNOME, Rv. 285042 01, secondo cui in tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente del profitto del reato, è illegi provvedimento di sequestro che non contenga una, sia pur concisa, motivazione circa la ritenuta sussistenza del “periculum in mora”, anche nel caso in cui il patrimonio del soggetto passibile ablazione sia di consistenza inferiore alla somma sino alla cui concorrenza questa dovrebbe operare, non coincidendo il suo presupposto applicativo con quello della mancanza/insufficienza della garanzia patrimoniale, previsto per il solo sequestro conservativo;
Sez. 3, n. 47914 del 18/10/2023, Galafati che precisa, con riferimento al sequestro di denaro e al pericolo di dispersione delle garanzie, che “la maggiore o minore solidità patrimoniale d soggetto destinatario della misura è elemento da tenere in debita considerazione… nel giudiz in esame… se appare logicamente predicabile – anche qui, senza che se ne possa però trarre una regola assoluta – che la consistenza e solidità del patrimonio del sogge passibile di confisca ragionevolmente riduce il pericolo di dispersione dei beni e valori confisc (si pensi a patrimoni e/o redditi in misura largamente superiore all’importo assoggettabile ablazione), non si può invece ritenere che, a fronte della titolarità di un patrimonio inf
a quello suscettibile di confisca, il periculum in mora sia per ciò solo esistente, così da esone il giudice della cautela dall’obbligo di rendere la necessaria motivazione”;
Sez. 6, n. 43552 del 4/10/2023, Bibbiano, che statuisce che l’obbligo di motivazione non è soddisfatto dalla generica affermazione secondo cui “la misura è strumentale ad impedire il depauperamento del patrimonio societario”.
Venendo al decreto del GIP, deve concludersi che la misura ablativa ha trovato giustificazione in un apparato argomentativo privo dei requisiti minimi di coerenza, completezz e ragionevolezza necessari a spiegare le ragioni per le quali si riteneva indispensabi l’anticipazione dell’effetto ablativo nelle more del giudizio (Sez. U, n. 25932 del 29/05/2 Ivanov, Rv. 239692; Sez.2, n.18951 del 14/03/2017, Napoli, Rv. 269656; Sez.6, n. 6589 del 10/01/2013, NOME, Rv. 254893), con conseguente illegittima integrazione della motivazione ad opera del Tribunale.
Costituisce, infatti, espressione di un consolidato orientamento di legittimità il pri secondo cui l’omissione assoluta, nel decreto di sequestro preventivo, di motivazione in ordin al periculum in mora non consente al Tribunale di esercitare i poteri di correzione e retti attribuitigli dall’art. 309 cod. proc. pen. richiamato dall’art. 324 cod. proc. pen. (Sez. U, n del 31/03/2016, COGNOME, Rv. 266789 – 01; Sez. 3, n. 23400 del 14/2/2024, Urbani. Rv. 28654501; Sez. 3, n. 3038 del 14/11/2023, dep. 2024, NOME COGNOME, Rv. 285747 – 01; Sez. 6, n. 10590 del 13/12/2017, dep. 2018, COGNOME, Rv. 272596 – 01).
Essendo stata eccepita dinanzi al Tribunale la nullità del decreto di sequestro per mancanza assoluta di motivazione in punto di periculum in mora (Sez. 3, n. 23400 del 14/2/2024, Urbani, Rv. 286545 – 01) vanno, pertanto, annullati senza rinvio l’ordinanz impugnata e il decreto del GIP di Civitavecchia in data 10/6/2024 limitatamente al sequestro d denaro o beni mobili o immobili nella disponibilità di NOME NOME e va ordinata restituzione all’avente diritto di quanto sequestrato.
P.Q.M.
Annulla l’ordinanza impugnata e il decreto di sequestro del GIP del Tribunale di Civitavecchi del 10/6/2024 nei confronti di COGNOME NOME e ordina il dissequestro e la restituzione quanto in sequestro all’avente diritto. Manda alla cancelleria per l’immediata comunicazione a Procuratore generale in sede per quanto di competenza ai sensi dell’art. 626 cod. proc. pen.
Così deciso il 19/12/2024