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Sequestro preventivo: inammissibile ricorso generico

Il Pubblico Ministero ha presentato ricorso in Cassazione contro una decisione che negava il sequestro preventivo di cinque macachi, nell’ambito di un’indagine per maltrattamento e uccisione di animali. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per genericità, poiché il P.M. non ha contestato in modo specifico le motivazioni del tribunale riguardo all’assenza di dolo, alla mancanza degli elementi del reato di maltrattamento e all’insussistenza di un pericolo attuale, dato che gli animali erano già stati trasferiti all’estero sotto supervisione. La sentenza ribadisce i rigorosi requisiti di specificità per l’impugnazione di misure cautelari reali.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo e Reati Contro Animali: la Cassazione Chiarisce i Limiti del Ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, offre importanti chiarimenti sui requisiti di ammissibilità del ricorso contro un’ordinanza in materia di sequestro preventivo. Il caso, relativo a presunti reati di maltrattamento e uccisione di animali in un contesto di sperimentazione scientifica, dimostra come la genericità e la mancata specificità dei motivi di ricorso conducano inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Analizziamo la vicenda e le ragioni giuridiche alla base della decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Procedimento

Il procedimento nasce da un’indagine nei confronti di tre persone, accusate di due distinti reati:
1. Maltrattamento di animali (art. 544-ter c.p.): per aver detenuto cinque macachi in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, in assenza di un programma di sperimentazione scientifica autorizzato.
2. Uccisione di animali (art. 544-bis c.p.): per aver soppresso un macaco senza rispettare i protocolli ministeriali, cagionandogli inutili sofferenze.

Il Pubblico Ministero aveva richiesto il sequestro preventivo dei cinque macachi superstiti. Tale richiesta veniva rigettata sia dal Giudice per le indagini preliminari sia, in sede di appello, dal Tribunale di Ferrara. Entrambi i giudici di merito avevano escluso la sussistenza sia del fumus commissi delicti (la parvenza di reato) sia del periculum in mora (il pericolo di un danno imminente).

Il Ricorso per Cassazione del Pubblico Ministero

Contro la decisione del Tribunale, il Pubblico Ministero ha proposto ricorso per cassazione, articolandolo in quattro motivi principali:
1. Assenza di motivazione sulla sussistenza del reato di uccisione di animali.
2. Violazione di legge riguardo al reato di maltrattamento, sostenendo che l’inapplicabilità delle norme penali in caso di sperimentazione richiedesse due distinte autorizzazioni (una per la stabulazione e una per il progetto di ricerca), di cui una era scaduta.
3. Errata esclusione del fumus per il maltrattamento, affermando che il Tribunale avrebbe dovuto valutare le concrete condizioni di detenzione degli animali, indipendentemente dalla normativa sulla sperimentazione.
4. Omessa motivazione sul periculum in mora, ovvero sul pericolo concreto che il reato potesse essere protratto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, giudicando i motivi del P.M. privi di specificità e, in parte, non consentiti in sede di legittimità.

La Corte ha innanzitutto rilevato che il ricorso era generico nel contestare la ritenuta insussistenza del fumus commissi delicti. Il P.M., infatti, non aveva mai adeguatamente affrontato e criticato la motivazione del Tribunale, la quale aveva escluso l’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo, in capo agli indagati. In materia di sequestro preventivo, non è sufficiente lamentare un’errata valutazione, ma è necessario confrontarsi puntualmente con le argomentazioni del giudice di merito, indicando specificamente le ragioni del dissenso. La Cassazione ha sottolineato che il P.M. non ha fornito alcuna deduzione concreta riguardo alla posizione dei singoli indagati e alla loro presunta intenzione criminale.

Anche riguardo al reato di maltrattamento, la Corte ha ritenuto le censure inammissibili. Il Tribunale aveva motivato l’insussistenza del reato non solo sotto il profilo soggettivo (mancanza di dolo), ma anche sotto quello oggettivo. Aveva infatti accertato che, sulla base degli atti e di una risposta del Ministero della Salute, le condizioni di stabulazione e mantenimento degli animali rispettavano i limiti previsti dalla normativa di settore per garantirne il benessere. Di fronte a questa duplice argomentazione (assenza di dolo e assenza di condotte materialmente illecite), il ricorso del P.M. si limitava a una critica generica, senza smontare il ragionamento del giudice.

Infine, per quanto riguarda il periculum in mora, la Corte ha evidenziato come il Tribunale avesse dato atto di un fatto decisivo: il trasferimento dei macachi in uno zoo in Spagna, avvenuto sotto la supervisione delle autorità sanitarie competenti. Questo evento aveva di fatto eliminato qualsiasi pericolo di protrazione del reato, rendendo il sequestro preventivo inutile. La valutazione di tale circostanza di fatto, secondo la Corte, è incensurabile in sede di legittimità, dove il giudizio è limitato alla sola violazione di legge e non al riesame del merito.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso per cassazione avverso le misure cautelari reali, come il sequestro preventivo, è consentito solo per violazione di legge. Tale violazione include non solo l’errata applicazione di una norma, ma anche i vizi di motivazione così gravi da renderla inesistente o meramente apparente. Non è invece possibile utilizzare questo strumento per sollecitare una nuova e diversa valutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito.

In questo caso, il ricorso del Pubblico Ministero è stato giudicato inammissibile perché non ha superato la soglia della critica generica. Non è riuscito a confrontarsi specificamente con le ragioni, sia di fatto che di diritto, esposte nell’ordinanza impugnata, in particolare riguardo all’assenza di dolo e alla cessazione del pericolo. La decisione, pertanto, funge da monito sull’importanza di redigere ricorsi puntuali e specifici, che attacchino il nucleo logico-giuridico della decisione impugnata, pena l’inammissibilità.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero per il sequestro preventivo è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per la sua genericità. La Corte di Cassazione ha ritenuto che il Pubblico Ministero non abbia contestato in modo specifico e puntuale le motivazioni del Tribunale, in particolare riguardo all’assenza di dolo (intenzione criminale) da parte degli indagati e alla mancanza degli elementi oggettivi e soggettivi dei reati contestati.

Quali sono i requisiti per contestare validamente l’assenza di “fumus commissi delicti” in un ricorso per cassazione?
Per contestare validamente l’assenza di fumus commissi delicti, non è sufficiente una critica generica. Il ricorrente deve confrontarsi in modo specifico con l’argomentazione del giudice di merito, formulando deduzioni concrete che ne minino la coerenza logica. Nel caso di specie, il P.M. avrebbe dovuto fornire indicazioni puntuali per dimostrare l’esistenza del dolo in capo ai singoli indagati, cosa che non ha fatto.

Come viene valutato il “periculum in mora” se la situazione di fatto è cambiata prima della decisione?
Se la situazione di fatto cambia, il giudice deve valutare il pericolo in modo attuale e concreto. Nel caso esaminato, il Tribunale ha correttamente ritenuto insussistente il periculum in mora perché gli animali erano stati trasferiti all’estero, in una struttura adeguata e sotto la supervisione di un’autorità competente. Questo trasferimento ha eliminato ogni pericolo di protrazione del reato, rendendo il sequestro una misura non più necessaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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