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Sequestro preventivo: inammissibile il ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza che confermava un sequestro preventivo di oltre 39.000 euro. La misura era stata disposta per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, come previsto dall’art. 316-ter del codice penale. Con questa decisione, il sequestro diventa definitivo e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo per Indebita Percezione: la Cassazione Dichiara l’Inammissibilità del Ricorso

Con la recente sentenza n. 18977/2025, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di sequestro preventivo legato a un’ipotesi di reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche. La decisione, seppur sintetica, offre spunti di riflessione fondamentali sull’accesso al giudizio di legittimità e sulla stabilità delle misure cautelari reali. Questo articolo analizza la vicenda e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

La vicenda processuale ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria di Capua Vetere. La misura cautelare era stata disposta per un valore di 39.130 euro nei confronti di un soggetto indagato per il reato previsto dall’art. 316-ter del codice penale, ovvero l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

L’indagato aveva presentato una richiesta di riesame al Tribunale competente, contestando la legittimità del provvedimento. Tuttavia, con un’ordinanza datata 30/01/2025, il Tribunale di Santa Maria di Capua Vetere aveva rigettato la richiesta, confermando integralmente il sequestro. Contro questa decisione, l’interessato ha proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Cassazione sul sequestro preventivo

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha emesso una sentenza netta e concisa: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non entra nel merito della questione, ovvero non valuta se il sequestro fosse o meno fondato, ma si ferma a un giudizio preliminare sulla validità stessa dell’impugnazione.

La conseguenza diretta di tale decisione è duplice:
1. L’ordinanza del Tribunale del riesame che conferma il sequestro preventivo diventa definitiva, consolidando gli effetti della misura cautelare.
2. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali, come previsto dalla legge in caso di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni

Il testo della sentenza non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, in casi simili, tale esito è spesso riconducibile a vizi formali dell’impugnazione o alla natura delle censure sollevate. Il ricorso per Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo di legittimità. Ciò significa che non si possono riproporre alla Suprema Corte valutazioni sui fatti che sono di esclusiva competenza dei giudici dei gradi precedenti. L’inammissibilità può derivare, ad esempio, dal tentativo di ottenere dalla Cassazione una nuova e diversa valutazione delle prove, oppure dalla genericità dei motivi di ricorso, non conformi ai rigorosi requisiti richiesti dal codice di procedura penale.

Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: l’accesso alla Corte di Cassazione è limitato al controllo sulla corretta applicazione della legge e sulla logicità della motivazione dei provvedimenti impugnati. La declaratoria di inammissibilità ha l’effetto di porre fine al procedimento incidentale sulla misura cautelare, rendendo stabile il sequestro preventivo fino alle successive fasi del procedimento penale principale. Questo caso sottolinea l’importanza di strutturare il ricorso per Cassazione in modo tecnicamente ineccepibile, concentrandosi esclusivamente su questioni di diritto, pena la chiusura prematura del giudizio e la condanna alle spese.

Qual era l’oggetto dell’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione?
L’oggetto era il ricorso avverso l’ordinanza del Tribunale di Santa Maria di Capua Vetere, che aveva confermato un decreto di sequestro preventivo per un valore di 39.130 euro.

Per quale reato era stato disposto il sequestro preventivo?
Il sequestro era stato disposto per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, previsto e punito dall’articolo 316-ter del codice penale.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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