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Sequestro preventivo gruppo societario: la Cassazione

La Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso complesso di sequestro preventivo gruppo societario. Al centro della vicenda, una “super-società di fatto” accusata di aver orchestrato un vasto schema di reati tributari e bancarotta fraudolenta. La Corte ha rigettato il ricorso di uno degli imputati principali, confermando la legittimità del sequestro basato sulla configurabilità di un’associazione per delinquere coincidente con la struttura societaria. Ha invece parzialmente annullato con rinvio la misura per un altro ricorrente, ravvisando un difetto di motivazione riguardo al suo specifico coinvolgimento nelle condotte di bancarotta. Inammissibili i ricorsi di altri soggetti per intervenuta rinuncia.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo Gruppo Societario: La Cassazione sulla Super-Società di Fatto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5355 del 2024, affronta un caso emblematico di criminalità economica, delineando principi cruciali in materia di sequestro preventivo gruppo societario, reati fallimentari e tributari. La pronuncia esamina la complessa figura della “super-società di fatto”, un’entità sovraordinata utilizzata per orchestrare illeciti sistematici, e chiarisce le responsabilità dei singoli amministratori, anche di quelli che agiscono come meri “prestanome”.

I Fatti di Causa: Un Complesso Schema Societario

L’indagine ha portato alla luce un articolato conglomerato di società operanti nel settore agroalimentare, gestite di fatto come un’unica entità economica, una cosiddetta “super-società di fatto”. Secondo l’accusa, questa struttura era finalizzata alla commissione di una serie di reati, tra cui:
Reati tributari: Attraverso l’uso e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, il gruppo abbatteva sistematicamente il reddito imponibile e creava crediti d’imposta fittizi.
Bancarotta fraudolenta: Le società operative venivano spogliate delle loro risorse, ad esempio attraverso il recesso ingiustificato da un importante Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) per l’appalto di forniture scolastiche. I profitti venivano distratti a vantaggio di altre società del gruppo, mentre quelle “sacrificate” venivano deliberatamente portate al fallimento per non pagare i debiti, soprattutto quelli tributari.
Associazione per delinquere: L’intera struttura societaria, con la sua organizzazione stabile e la rotazione delle cariche tra i medesimi soggetti, è stata considerata coincidente con un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei suddetti reati.

A seguito di ciò, il Tribunale disponeva un ingente sequestro preventivo, sia diretto che per equivalente, sui beni degli indagati e di una delle società del gruppo.

La Decisione della Corte: Ricorsi tra Rigetto e Annullamento

La Suprema Corte ha esaminato i ricorsi presentati da diversi indagati con esiti differenti.

Per alcuni ricorrenti, la Corte ha dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi a causa della rinuncia presentata in udienza.

Il ricorso dell’imputato principale è stato integralmente rigettato. La Corte ha ritenuto infondate tutte le sue censure, confermando la solidità dell’impianto accusatorio e la legittimità del sequestro.

Diversamente, il ricorso di un altro amministratore è stato parzialmente accolto. La Corte ha annullato l’ordinanza impugnata limitatamente alle accuse di bancarotta per distrazione, rinviando il caso al Tribunale del Riesame per una nuova valutazione. Per questo soggetto, i giudici hanno ravvisato un difetto di motivazione, ritenendo che non fosse stato adeguatamente chiarito il suo concreto contributo causale ai fatti distrattivi, considerata la sua limitata permanenza nella carica.

Le Motivazioni della Cassazione sul sequestro preventivo gruppo societario

La sentenza offre spunti di grande interesse, consolidando importanti principi giuridici.

La “Super-Società di Fatto” come Associazione per Delinquere

La Corte ribadisce che la struttura di una società commerciale, anche se di fatto, può perfettamente coincidere con quella di un’associazione per delinquere. Quando l’obiettivo comune e l’organizzazione aziendale sono piegati alla commissione sistematica di reati, la liceità della forma societaria lascia il posto alla configurabilità del reato associativo. I legami familiari tra i soci, anziché escludere l’affectio societatis, possono, al contrario, rafforzare il vincolo criminale, rendendolo ancora più pericoloso.

Validità del Sequestro e Sentenza di Fallimento

Un punto centrale della difesa era l’assenza di una sentenza di fallimento definitiva. La Cassazione chiarisce che, per procedere penalmente per bancarotta e applicare misure cautelari reali, è sufficiente la pubblicazione della sentenza dichiarativa di fallimento. Il giudice penale non può sindacare la decisione del giudice fallimentare; lo stato di fallito è un presupposto che si acquisisce con la sentenza, anche se non ancora passata in giudicato.

Il Ruolo del “Prestanome” e il Dolo Eventuale

La sentenza si sofferma sulla responsabilità degli amministratori, anche quelli che agiscono solo formalmente o come “teste di legno”. Per i reati tributari, come la dichiarazione fraudolenta, la Corte conferma la compatibilità del dolo specifico (il fine di evadere le imposte) con il dolo eventuale. L’amministratore che, pur non predisponendo materialmente la dichiarazione, accetta il rischio che la sua presentazione possa comportare un’evasione fiscale, risponde del reato. L’abdicazione ai propri doveri di vigilanza e controllo, unita alla consapevolezza di un contesto di diffusa illegalità, è sufficiente a integrare la responsabilità penale.

La Necessità di una Motivazione Puntuale

L’annullamento parziale con rinvio per uno dei ricorrenti sottolinea un principio fondamentale: la responsabilità penale è personale. Il Tribunale del Riesame, nel confermare una misura cautelare, deve fornire una motivazione specifica e puntuale sul ruolo di ciascun indagato, senza poterla desumere in automatico dall’appartenenza al gruppo. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la motivazione fosse apparente e non avesse adeguatamente considerato l’arco temporale dell’incarico dell’amministratore rispetto ai fatti distrattivi contestati.

Conclusioni

La pronuncia consolida l’orientamento giurisprudenziale sulla lotta alla criminalità economica perpetrata attraverso complesse strutture societarie. Essa conferma che il velo societario non può fungere da scudo per le responsabilità individuali e che il sequestro preventivo gruppo societario è uno strumento efficace per colpire i patrimoni illeciti. Infine, la sentenza ribadisce l’importanza del dolo eventuale nei reati tributari e l’imprescindibile necessità per i giudici di motivare in modo rigoroso e personalizzato ogni misura che incide sulla libertà e sul patrimonio dei cittadini.

Una ‘società di fatto’ può essere considerata anche un’associazione per delinquere?
Sì, la Corte di Cassazione chiarisce che quando la struttura organizzativa di un gruppo societario, anche se ‘di fatto’, è stabilmente finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di reati (come frodi fiscali e bancarotte), essa integra gli estremi del delitto di associazione per delinquere.

È necessario che la sentenza di fallimento sia definitiva per procedere con un sequestro per reati di bancarotta?
No, la Corte ribadisce che l’azione penale per i reati fallimentari, e di conseguenza l’applicazione di misure cautelari come il sequestro, può essere esercitata già dopo la pubblicazione della sentenza dichiarativa di fallimento, senza dover attendere che questa diventi definitiva.

L’amministratore che non si occupa direttamente della contabilità è responsabile per una dichiarazione fiscale fraudolenta?
Sì, l’amministratore ha un obbligo di vigilanza e controllo. Secondo la Corte, per integrare la sua responsabilità per reati tributari è sufficiente il dolo eventuale, ossia che egli si sia rappresentato la possibilità che venissero commessi illeciti e ne abbia accettato il rischio, omettendo i dovuti controlli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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