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Sequestro preventivo edificio: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero per il sequestro preventivo di una scuola. La Corte ha stabilito che la valutazione del Tribunale sulla mancanza di un pericolo di crollo, seppur basata su perizie tecniche contestate, non costituisce una violazione di legge, ma un’analisi di merito non sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo di Immobili: I Limiti del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28325/2025, offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso avverso le ordinanze in materia di sequestro preventivo. Il caso analizzato riguarda la richiesta di sequestro di un edificio scolastico per un presunto pericolo di crollo, respinta dai giudici di merito. La Suprema Corte, dichiarando inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero, ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di merito.

I Fatti del Caso: Rischio Crollo in una Scuola

La vicenda ha origine dalla richiesta della Procura della Repubblica di disporre il sequestro preventivo di una scuola primaria di proprietà comunale. L’ipotesi di reato era quella prevista dall’art. 677 del codice penale, ovvero l’omissione di lavori su edifici che minacciano rovina, con pericolo per l’incolumità pubblica.

La richiesta si basava su una perizia tecnica che evidenziava una “media-elevata vulnerabilità sismica” e criticità strutturali, in particolare su un numero significativo di travi non conformi alle normative tecniche. Secondo la Procura, questi elementi integravano il fumus commissi delicti (la parvenza di reato) e il periculum in mora (il pericolo derivante dalla libera disponibilità dell’immobile).

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Giudice per le Indagini Preliminari che, in sede di appello, il Tribunale di Teramo avevano rigettato la richiesta di sequestro. Pur prendendo atto delle criticità emerse dalla perizia (“Studio Alfa”), i giudici di merito avevano escluso la sussistenza di un pericolo concreto e attuale di crollo. In particolare, il Tribunale aveva sottolineato che le carenze strutturali evidenziate, pur esistenti, non costituivano un dato “univoco e sufficiente per sostenere che l’edificio corra il serio rischio di collasso”. Inoltre, si valorizzava l’assenza di segni esteriori di degrado e il fatto che l’amministrazione comunale avesse già avviato l’iter per i lavori di ristrutturazione.

Il Ricorso per Sequestro Preventivo e i Motivi del PM

Il Pubblico Ministero ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge. Secondo l’accusa, il Tribunale avrebbe compiuto una disamina “parcellizzata” degli elementi, sminuendo la portata delle perizie e ignorando le conclusioni di un altro organo tecnico (il Comitato Tecnico Amministrativo) che suggeriva l’adozione di provvedimenti restrittivi. In sostanza, si contestava al Tribunale di aver operato un’analisi di merito sulla fondatezza dell’accusa, andando oltre i limiti del suo compito in sede cautelare, che dovrebbe limitarsi alla verifica dell’astratta configurabilità del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una lezione chiara sulla distinzione tra violazione di legge e valutazione di merito.

Il Vizio di “Violazione di Legge”

La Corte ribadisce un principio consolidato: il ricorso per cassazione contro le misure cautelari reali è ammesso solo per “violazione di legge”. In questa nozione rientrano non solo gli errori di interpretazione o applicazione delle norme, ma anche i vizi di motivazione talmente radicali da renderla inesistente o meramente apparente. Non è invece censurabile la semplice “illogicità manifesta” della motivazione, che attiene a una valutazione del fatto.

La Valutazione del Tribunale è Insindacabile

Applicando questo principio, la Cassazione ha stabilito che la motivazione del Tribunale non era né mancante né apparente. I giudici di merito avevano esaminato in modo completo tutti gli elementi a disposizione, inclusi i pareri tecnici contrastanti, e avevano spiegato in modo coerente e logico perché, a loro avviso, non sussistesse un pericolo concreto e attuale di crollo.

Le censure del Pubblico Ministero, secondo la Corte, non miravano a evidenziare un errore di diritto, ma a proporre una diversa lettura dei fatti e delle prove tecniche. Questo, però, equivarrebbe a chiedere alla Cassazione una nuova valutazione del merito della questione, un compito che esula dalle sue funzioni. La decisione del Tribunale, per quanto opinabile, rappresentava una valutazione fattuale completa e argomentata, e come tale era insindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma con forza i confini del giudizio di Cassazione in materia di misure cautelari. Il sequestro preventivo non può essere ottenuto criticando semplicemente la logicità della decisione del giudice di merito. È necessario dimostrare una vera e propria violazione di legge, come un errore nell’applicazione delle norme o una motivazione talmente carente da non essere comprensibile. Quando il giudice fornisce una motivazione completa e non palesemente irragionevole sulla base degli elementi acquisiti, la sua decisione, anche se contestata, è definitiva e non può essere ribaltata in Cassazione.

Quando è possibile ricorrere in Cassazione contro un’ordinanza di sequestro preventivo?
Il ricorso è ammesso solo per “violazione di legge”. Questo include errori nell’applicazione delle norme, ma anche vizi della motivazione così gravi da renderla mancante o solo apparente, e quindi non in grado di far comprendere il percorso logico seguito dal giudice.

Perché la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per il sequestro preventivo della scuola?
Perché il Tribunale di merito aveva fornito una motivazione completa e non illogica per escludere il pericolo concreto di crollo. La Corte ha ritenuto che le critiche del Pubblico Ministero non riguardassero una violazione di legge, ma un tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, cosa non permessa nel giudizio di Cassazione.

Una perizia tecnica che evidenzia criticità strutturali obbliga sempre il giudice a disporre il sequestro preventivo?
Non necessariamente. Secondo la sentenza, il giudice deve valutare l’intero quadro probatorio. In questo caso, nonostante le criticità emerse, il Tribunale ha ritenuto che non integrassero un “dato univoco e sufficiente” per sostenere un serio rischio di collasso, escludendo la necessità del sequestro, una valutazione considerata di merito e non censurabile in Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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