LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro preventivo denaro: la Cassazione chiarisce

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un sequestro preventivo denaro di 1.500 euro, provento di spaccio. La motivazione sul ‘periculum in mora’ è stata ritenuta adeguata perché basata non solo sulla fungibilità del denaro, ma anche su elementi concreti come la non occasionalità dello spaccio e il rischio di reimpiego in attività illecite.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo Denaro da Spaccio: Quando la Motivazione è Valida?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26326/2025, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nella procedura penale: i requisiti di motivazione per il sequestro preventivo denaro, specialmente quando questo rappresenta il profitto di un reato come lo spaccio di stupefacenti. La pronuncia chiarisce che il semplice riferimento alla natura ‘fungibile’ del denaro non è sufficiente, ma deve essere supportato da elementi concreti legati al caso specifico.

I Fatti del Caso

L’indagine ha origine da un’operazione di polizia giudiziaria mirata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti. Gli agenti notavano un individuo uscire da un bed and breakfast e, dopo averlo seguito, lo osservavano avvicinarsi a un’altra autovettura e scambiare qualcosa con uno degli occupanti. Un controllo immediato su quest’ultimo rivelava il possesso di circa 40 grammi di eroina, che dichiarava di aver appena acquistato per 1.500 euro dall’uomo pedinato. La successiva perquisizione dell’indagato portava al rinvenimento, nella tasca dei suoi pantaloni, della somma di 1.500 euro in contanti. Tale somma veniva prima sottoposta a sequestro probatorio e successivamente convertita in sequestro preventivo finalizzato alla confisca.

Il Motivo del Ricorso: La Mancanza di Motivazione sul Periculum in Mora

La difesa dell’indagato ha impugnato l’ordinanza del Tribunale del Riesame, lamentando la violazione di legge per carenza di motivazione riguardo al cosiddetto periculum in mora, ovvero il pericolo concreto e attuale che il bene potesse essere disperso nelle more del giudizio. Secondo il ricorrente, il Tribunale si era limitato a un ragionamento generico, basando il pericolo sulla natura fungibile del denaro, senza indicare specifiche circostanze che dimostrassero il rischio di dispersione, modifica o occultamento, come richiesto dalla nota sentenza ‘Ellade’ delle Sezioni Unite.

La Decisione della Cassazione sul Sequestro Preventivo Denaro

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la motivazione del Tribunale del Riesame adeguata e non meramente apparente. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire i principi che governano la materia, specificando come l’obbligo di motivazione sul periculum in mora debba essere interpretato.

Le Motivazioni

Il Supremo Collegio ha chiarito che, sebbene il pericolo non possa essere presunto (in re ipsa), la motivazione che lo giustifica può essere sintetica, purché ancorata a elementi concreti emergenti dagli atti. Nel caso di specie, la Corte ha individuato due aspetti decisivi che andavano oltre il semplice richiamo alla natura del denaro:

1. La non occasionalità della condotta: Le modalità della cessione e il contesto in cui è avvenuta suggerivano un’attività di spaccio strutturata e non un episodio isolato. Questo elemento rendeva altamente probabile il reimpiego del denaro in ulteriori attività illecite, concretizzando il pericolo di dispersione.
2. Lo stile di vita dell’indagato: Il provvedimento impugnato evidenziava l’elevata probabilità che l’indagato vivesse abitualmente dei proventi dell’attività di spaccio. Questa circostanza, secondo la Corte, implicava un rischio concreto e attuale che la somma sequestrata venisse spesa per le esigenze quotidiane, rendendo vana l’eventuale confisca futura.

In sintesi, la motivazione è stata considerata valida perché il Tribunale non si è fermato alla fungibilità del bene, ma l’ha collegata a specifici elementi fattuali che rendevano necessario anticipare l’effetto ablativo della confisca.

Conclusioni

Questa sentenza conferma un orientamento consolidato ma offre un’importante specificazione pratica. Per un legittimo sequestro preventivo denaro, la motivazione sul periculum in mora deve superare l’astrattezza. Non basta dire ‘è denaro, quindi può essere speso’, ma occorre spiegare perché, in quel caso specifico, sussiste un rischio attuale che il denaro venga disperso o occultato. Elementi come la professionalità del reato e il fatto che l’indagato si sostenti con i proventi illeciti sono considerati indicatori concreti sufficienti a giustificare la misura cautelare.

È sufficiente affermare che il denaro è un bene fungibile per giustificare un sequestro preventivo?
No. Secondo la Corte, un generico richiamo alla natura fungibile del denaro non è sufficiente. La motivazione deve essere ancorata a circostanze specifiche del caso concreto che rendano attuale il pericolo di dispersione o reimpiego illecito.

Quali elementi concreti possono giustificare il ‘periculum in mora’ in un sequestro di denaro provento di spaccio?
Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto validi due elementi: la non occasionalità della condotta di spaccio, che suggerisce un probabile reimpiego del denaro in altre attività illecite, e l’elevata probabilità che l’indagato viva dei proventi di tale attività, il che implica un rischio concreto che il denaro venga speso.

Cosa significa che il ricorso per cassazione avverso un’ordinanza di sequestro può essere proposto solo per ‘violazione di legge’?
Significa che non si può chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti del caso o di valutare la logicità della motivazione del giudice del riesame. Si può solo contestare una violazione diretta di una norma di legge oppure una motivazione che sia totalmente assente o meramente apparente, situazione che equivale a una violazione di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati