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Sequestro Preventivo Demanio: la Cassazione decide

La Cassazione conferma un sequestro preventivo demanio relativo a una terrazza costruita su suolo marittimo. L’appello dei proprietari è stato respinto perché la Corte ha ritenuto sussistente il ‘fumus commissi delicti’ (l’apparenza del reato) e ha giudicato la misura proporzionata, anche se il procedimento di delimitazione dei confini era ancora in corso.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo Demanio: La Cassazione e il Principio di Proporzionalità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2809/2025, si è pronunciata su un caso di sequestro preventivo demanio, offrendo chiarimenti cruciali sui requisiti di legittimità della misura, in particolare sul fumus commissi delicti e sulla proporzionalità. La vicenda riguarda l’occupazione abusiva di suolo marittimo mediante la costruzione di una terrazza e una scala pertinenti a un’attività ricettiva, sollevando questioni di grande interesse pratico per operatori del settore e proprietari di immobili costieri.

I Fatti di Causa: Una Terrazza sul Demanio Marittimo

Il Tribunale di Salerno aveva confermato un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. a carico dei proprietari di un immobile adibito ad attività di ristorazione e ricettiva in una nota località costiera. Oggetto del provvedimento erano una terrazza di circa 80 mq e una scala in ferro, realizzate, secondo l’accusa, in parte su area demaniale marittima. Il reato contestato era quello di abusiva occupazione di spazio demaniale, previsto dall’art. 1161 del Codice della Navigazione.

I proprietari, ritenendo la misura ingiusta e sproporzionata, hanno proposto ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge.

I Motivi del Ricorso: Fumus Delicti e Proporzionalità

La difesa dei ricorrenti si basava su due argomenti principali:

1. Carenza del fumus commissi delicti: I ricorrenti sostenevano che il sequestro fosse stato esteso all’intera terrazza (80 mq) nonostante le stime dell’area abusiva fossero incerte e variabili (tra 41 e 60 mq). L’assenza di una demarcazione visibile e definitiva dei confini tra la proprietà privata e il demanio rendeva, a loro avviso, incerta la stessa sussistenza del reato.
2. Mancanza di proporzionalità e ragionevolezza: Si evidenziava come la terrazza fosse stata regolarmente autorizzata e come il sequestro integrale comprimesse in modo esasperato i diritti di proprietà e di libera iniziativa economica, risultando una misura sproporzionata rispetto al presunto illecito.

L’Analisi della Cassazione sul sequestro preventivo demanio

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. L’analisi dei giudici ha toccato punti fondamentali della disciplina delle misure cautelari reali.

La Legittimità del Ricorso in Cassazione

In via preliminare, la Corte ha ribadito un principio consolidato: il ricorso per Cassazione contro le ordinanze in materia di sequestro è ammesso solo per violazione di legge. Ciò include non solo gli errori di diritto (errores in iudicando o in procedendo), ma anche i vizi di motivazione talmente radicali da rendere l’argomentazione del giudice del tutto mancante o illogica.

Nel caso di specie, la motivazione del Tribunale di Salerno è stata giudicata completa, coerente e immune da vizi.

La Sussistenza del Fumus e del Periculum

La Corte ha confermato la corretta valutazione del Tribunale circa la sussistenza del fumus commissi delicti. La configurabilità del reato di occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo era supportata da elementi concreti emersi dagli accertamenti in loco.

Inoltre, è stata correttamente ravvisata la presenza del periculum in mora, ossia il pericolo che la libera disponibilità del bene potesse aggravare le conseguenze del reato. A tal proposito, la Cassazione ha richiamato il proprio orientamento secondo cui il reato in questione è di natura permanente: la sua consumazione si protrae finché dura l’occupazione illegittima. Di conseguenza, l’avvenuta ultimazione dei lavori non è un ostacolo all’adozione del sequestro preventivo.

La Questione dei Confini e la Proporzionalità della Misura

Con riferimento alla questione cruciale dello sconfinamento, la Corte ha stabilito che la pendenza del procedimento di delimitazione del demanio marittimo (ai sensi dell’art. 32 cod. nav.) non esclude il fumus del reato. La quantificazione dello sconfinamento nel 60% della terrazza, basata su accertamenti svolti sul posto, è stata ritenuta un elemento sufficiente a giustificare la misura cautelare. L’ordinanza impugnata faceva infatti riferimento a una nota della Capitaneria di Porto che preannunciava imminenti rilievi topografici definitivi.

Infine, la difesa è stata giudicata generica nel contestare la sproporzione della misura, non avendo fornito elementi adeguati a comprovare la propria valutazione sulla reale entità dello sconfinamento.

le motivazioni

Le motivazioni alla base della decisione della Suprema Corte risiedono nella coerenza e completezza del percorso argomentativo seguito dal Tribunale del riesame. I giudici di legittimità hanno constatato che il provvedimento impugnato aveva adeguatamente esaminato sia gli elementi a sostegno dell’accusa (il fumus del reato e il periculum in mora), sia le argomentazioni difensive, concludendo logicamente per la legittimità del sequestro. La natura permanente del reato di occupazione abusiva di demanio è stata un pilastro della decisione, giustificando l’intervento cautelare anche ad opera ultimata. Inoltre, la Corte ha ritenuto le doglianze dei ricorrenti troppo generiche e non supportate da prove concrete, specialmente riguardo alla presunta sproporzione della misura, rendendo impossibile una censura del provvedimento.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi, condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali. La sentenza conferma che, ai fini di un sequestro preventivo demanio, la presenza di seri indizi di reato basati su accertamenti fattuali è sufficiente, anche in assenza di una delimitazione formale e definitiva dei confini demaniali. La misura cautelare è considerata proporzionata se si limita a colpire le sole opere ritenute abusive, senza estendersi all’intero complesso aziendale. Resta comunque aperta la possibilità per i ricorrenti di ridiscutere la misura sulla base delle future risultanze del procedimento di perimetrazione ufficiale dell’area demaniale.

Un sequestro preventivo è legittimo anche se i confini tra proprietà privata e demanio non sono stati ancora definiti ufficialmente?
Sì. Secondo la Corte, la sussistenza del fumus commissi delicti (l’apparenza del reato) può essere ritenuta sulla base di accertamenti di fatto, come i rilievi in loco, anche se il procedimento formale di delimitazione dei confini è ancora in corso.

L’aver completato la costruzione di un’opera abusiva su suolo demaniale impedisce il sequestro preventivo?
No. Il reato di abusiva occupazione di spazio demaniale è un reato permanente. Ciò significa che la sua consumazione si protrae nel tempo finché dura l’occupazione illegittima. Pertanto, l’ultimazione dei lavori non osta all’adozione del sequestro.

In che modo viene valutata la proporzionalità di un sequestro preventivo di un’area commerciale?
La proporzionalità viene valutata considerando l’oggetto del sequestro. In questo caso, la Corte ha ritenuto la misura proporzionata perché non ha colpito l’intero complesso turistico, ma si è limitata alle sole opere ritenute abusive (la terrazza e la scala) che si presume insistano su area demaniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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