LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro preventivo: annullato se manca il nesso

La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato un’ordinanza di sequestro preventivo su una struttura agrituristica. Inizialmente disposto per reati edilizi (poi prescritti) e corruzione, il sequestro era stato mantenuto sull’intero immobile. La Corte ha chiarito che il sequestro preventivo può applicarsi solo alle opere direttamente collegate al reato di corruzione, ovvero quelle realizzate nel 2018, ordinando la restituzione delle parti dell’immobile costruite legittimamente nel 2017, prima della commissione del presunto reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: la Cassazione traccia i confini della misura

Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sul corretto utilizzo del sequestro preventivo, specialmente nei casi in cui un immobile è stato interessato da plurimi interventi edilizi in tempi diversi. La decisione chiarisce che la misura cautelare non può estendersi indiscriminatamente a tutta la proprietà, ma deve essere rigorosamente ancorata alle sole opere direttamente collegate al reato per cui si procede. Questo principio di specificità è fondamentale per bilanciare le esigenze investigative con il diritto di proprietà.

Il caso: un sequestro su un’intera struttura agrituristica

Il proprietario di una struttura agrituristica si è visto sequestrare l’intero complesso immobiliare a seguito di un’indagine per reati di corruzione, falso e violazioni urbanistiche. Tuttavia, la situazione presentava una peculiarità temporale. Le violazioni edilizie contestate erano ormai cadute in prescrizione, lasciando in piedi solo l’accusa di corruzione. Tale accusa, però, era specificamente legata a tre pratiche SCIA presentate nel 2018 per la realizzazione di strutture ombreggianti, in un periodo in cui un amministratore pubblico ricopriva una carica rilevante.

Il Tribunale del riesame, pur riconoscendo la prescrizione dei reati edilizi, aveva confermato il sequestro sull’intera proprietà. La motivazione si basava sull’idea che l’immobile fosse interamente abusivo e frutto di un disegno criminoso unitario, senza distinguere tra le diverse fasi di costruzione.

La contestazione del ricorrente

Il ricorrente ha impugnato l’ordinanza, sostenendo che la parte principale della struttura agrituristica, inclusa la modifica di destinazione d’uso, era stata realizzata sulla base di un permesso di costruire del 2017. In quel periodo, l’amministratore pubblico coinvolto nell’accusa di corruzione non ricopriva ancora la sua carica. Di conseguenza, non poteva esistere un nesso tra il reato di corruzione, contestato solo per le opere del 2018, e la parte principale dell’immobile, realizzata l’anno precedente in modo legittimo.

La distinzione tra opere lecite e opere illecite

Il punto centrale del ricorso era la netta separazione tra due blocchi di lavori:
1. Le opere del 2017: realizzate con regolare permesso di costruire, prima del presunto reato di corruzione. Per queste opere non sussisteva alcuna contestazione penale residua.
2. Le opere del 2018: relative a strutture ombreggianti realizzate con SCIA, le uniche direttamente collegate all’accusa di corruzione ancora in piedi.

Secondo la difesa, mantenere il sequestro sull’intero complesso significava applicare una misura cautelare a beni che non avevano alcun collegamento con il reato per cui si procedeva.

Le motivazioni della Cassazione sul sequestro preventivo

La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso, ritenendo fondata la distinzione tra le opere. I giudici hanno affermato che è errata in diritto la tesi secondo cui non sarebbe possibile scindere le opere legalmente eseguite da quelle oggetto del reato di corruzione. L’intervento edilizio non poteva essere valutato nella sua “complessiva illegalità” quando, in realtà, era composto da interventi autorizzati con titoli distinti e in periodi diversi.

La Corte ha stabilito che, venuta meno l’accusa per i reati edilizi a causa della prescrizione, l’unico titolo di reato residuo era la corruzione contestata per le SCIA del 2018. Non esisteva alcun collegamento, né il fumus commissi delicti, tra tale reato e le opere realizzate nel 2017. Queste ultime, essendo state autorizzate da un permesso di costruire mai contestato sotto il profilo della corruzione, dovevano essere considerate del tutto lecite.

Le conclusioni: i limiti del vincolo cautelare

La Corte ha quindi disposto l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata per quanto riguarda la struttura agrituristica principale, ordinandone l’immediata restituzione al proprietario. Il sequestro è stato mantenuto solo ed esclusivamente sui manufatti realizzati con le SCIA del 2018.

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale: il sequestro preventivo deve essere rigorosamente proporzionato e specifico. Non può essere applicato in modo generalizzato a un intero bene se solo una parte di esso è collegata al reato contestato. La decisione tutela il diritto di proprietà, impedendo che una misura cautelare si trasformi in una sanzione sproporzionata, colpendo anche beni la cui legittimità non è in discussione.

Un sequestro preventivo può essere mantenuto per un reato di corruzione se i reati edilizi collegati sono prescritti?
Sì, la misura può essere mantenuta, ma solo in relazione al reato non prescritto (in questo caso, la corruzione) e limitatamente ai beni che costituiscono il prodotto o il profitto di tale specifico reato.

Se un immobile è stato costruito in più fasi, il sequestro per un reato commesso in una fase successiva può riguardare l’intera struttura?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il sequestro deve essere limitato esclusivamente alle opere realizzate in connessione con il reato contestato. Le parti dell’immobile realizzate in precedenza, sulla base di titoli autorizzativi legittimi e non collegati al reato, devono essere escluse dalla misura cautelare.

Cosa comporta l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza in questo caso specifico?
Comporta la revoca immediata ed definitiva del sequestro sulla parte principale della struttura agrituristica e la sua restituzione al proprietario, senza che sia necessario un nuovo giudizio da parte del Tribunale del riesame su quel punto. La decisione della Cassazione è, per quella parte, finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati