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Sequestro preventivo: annullamento per errore di fatto

La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente un’ordinanza del Tribunale del riesame relativa a un sequestro preventivo. Il motivo dell’annullamento è un errore di fatto: il Tribunale aveva erroneamente ritenuto che un immobile fosse stato interamente dissequestrato, omettendo così di pronunciarsi sulla quota del 50% ancora vincolata. La Corte ha chiarito che il principio del ‘ne bis in idem’ non impedisce di riemettere un provvedimento cautelare annullato per vizi formali, come la carenza di motivazione. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame sulla parte dell’immobile oggetto del sequestro preventivo.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: l’Errore di Fatto del Giudice Comporta l’Annullamento

Con la recente sentenza n. 15125 del 2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso complesso in materia di sequestro preventivo, annullando parzialmente l’ordinanza del Tribunale del riesame a causa di un palese errore di fatto. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione sui presupposti delle misure cautelari reali, sui limiti del principio del ne bis in idem e sull’obbligo di motivazione del giudice.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’indagine per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Nell’ambito di tale procedimento, il Giudice per le Indagini Preliminari disponeva un sequestro preventivo sui beni di uno degli indagati, incluse risorse finanziarie e un immobile adibito a residenza familiare, di cui l’indagato era proprietario al 50% con la moglie.

Un primo decreto di sequestro era stato annullato dal Tribunale del riesame per un vizio formale, ovvero la totale assenza di motivazione sul periculum in mora. Successivamente, il G.I.P. emetteva un nuovo provvedimento, sanando il vizio precedente. L’indagato proponeva nuovamente riesame, ma il Tribunale rigettava la richiesta. Contemporaneamente, la moglie dell’indagato otteneva dal Tribunale del riesame il dissequestro della sua quota del 50% dell’immobile.

Il problema sorgeva proprio qui: nel decidere sul ricorso dell’indagato, il Tribunale del riesame dava per scontato che l’intero immobile fosse stato liberato dal vincolo, omettendo di esaminare le censure relative alla quota del 50% di proprietà dell’indagato, che invece era rimasta sotto sequestro. L’indagato ricorreva quindi in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, proprio questo travisamento dei fatti.

La Decisione della Corte sul Sequestro Preventivo

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato, e ha annullato l’ordinanza impugnata limitatamente alla statuizione sull’immobile, rinviando la questione al Tribunale di Trento per un nuovo esame. Gli altri motivi, invece, sono stati rigettati o dichiarati inammissibili.

L’Errore di Fatto e la Violazione dell’Obbligo di Pronuncia

Il punto cruciale della decisione è il riconoscimento dell’errore di fatto commesso dal Tribunale cautelare. La Cassazione ha constatato che, contrariamente a quanto ritenuto dal giudice del riesame, il vincolo reale sulla quota del 50% dell’immobile di proprietà del ricorrente era ancora pienamente efficace. Di conseguenza, il Tribunale, basandosi su un presupposto fattuale errato, aveva omesso di pronunciarsi sulle specifiche doglianze sollevate riguardo a tale bene, violando il proprio obbligo di esaminare nel merito i motivi di ricorso.

Il Principio del ‘Ne Bis in Idem’ Cautelare

La Corte ha colto l’occasione per ribadire un importante principio in materia di misure cautelari. Ha chiarito che il divieto di ne bis in idem non opera quando un precedente provvedimento cautelare viene annullato per ragioni puramente formali, come la mancanza di motivazione. In questi casi, è legittima l’emissione di una nuova misura che corregga il vizio, anche sulla base degli stessi elementi di fatto. La preclusione scatta solo se l’annullamento è avvenuto per motivi di merito, come la valutazione di insussistenza degli indizi o delle esigenze cautelari.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha dettagliatamente analizzato i diversi motivi di ricorso. Per quanto riguarda il periculum in mora, ha ritenuto che la motivazione del nuovo provvedimento fosse sufficiente, anche se sintetica. Il pericolo concreto e attuale era stato correttamente desunto dall’attività di indagine, che aveva evidenziato un sodalizio criminoso dedito all’acquisto di ingenti quantitativi di droga. Il denaro sequestrato, quindi, rappresentava una risorsa che avrebbe potuto essere reimpiegata per proseguire l’attività illecita.

Per quanto concerne il fumus commissi delicti, la Corte ha dichiarato inammissibili i motivi di ricorso. Ha ricordato che, ai fini del sequestro preventivo, non è richiesta una valutazione approfondita dei gravi indizi di colpevolezza (necessaria per le misure personali), ma è sufficiente l’astratta sussumibilità del fatto in un’ipotesi di reato. La motivazione del Tribunale, che si basava su intercettazioni e sulla continuità dei rapporti tra i sodali, è stata considerata adeguata a configurare tale fumus.

Conclusioni

La sentenza in esame sottolinea due aspetti fondamentali della procedura cautelare. In primo luogo, evidenzia l’importanza cruciale dell’accuratezza nell’accertamento dei fatti da parte del giudice: un errore su un presupposto fattuale può portare all’annullamento della decisione per omessa pronuncia. In secondo luogo, consolida l’orientamento giurisprudenziale sulla reiterabilità delle misure cautelari. Un provvedimento di sequestro preventivo annullato per un vizio di forma può essere legittimamente riemesso una volta sanato il difetto, senza che ciò costituisca una violazione del principio del ne bis in idem. Questa distinzione tra vizi formali e sostanziali è essenziale per bilanciare le esigenze di difesa con quelle di prevenzione criminale.

Quando un sequestro preventivo annullato può essere emesso di nuovo?
Un sequestro preventivo può essere emesso nuovamente se il precedente provvedimento è stato annullato per ragioni meramente formali, come la totale assenza di motivazione su un presupposto di legge (es. il ‘periculum in mora’). Non può essere riemesso se l’annullamento è avvenuto per motivi di merito, come l’insussistenza degli indizi di reato o delle esigenze cautelari.

Cosa succede se il Tribunale del riesame commette un errore nel valutare i fatti?
Se il Tribunale del riesame basa la sua decisione su un presupposto di fatto errato (nel caso specifico, ritenere un bene dissequestrato mentre era ancora vincolato) e, di conseguenza, omette di pronunciarsi sui motivi di ricorso relativi a quel bene, la sua ordinanza è viziata. La Corte di Cassazione può annullare la decisione e rinviare il caso allo stesso Tribunale per un nuovo esame nel merito.

Quale livello di prova è necessario per disporre un sequestro preventivo?
Per disporre un sequestro preventivo non è necessaria la prova dei gravi indizi di colpevolezza, come richiesto per le misure cautelari personali. È sufficiente che sussista il cosiddetto ‘fumus commissi delicti’, ovvero l’astratta possibilità di ricondurre il fatto contestato a una specifica ipotesi di reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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