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Sequestro per equivalente: i limiti del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro un’ordinanza di sequestro preventivo, anche per equivalente, per oltre 500.000 euro. Il caso riguardava un’ipotesi di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. La Corte ha stabilito che i motivi di ricorso devono essere specifici e non generici. Inoltre, ha chiarito che l’indagato può impugnare il sequestro di beni intestati a terzi solo se dimostra un interesse concreto alla restituzione, cosa non avvenuta nel caso di specie. La decisione conferma la legittimità del sequestro per equivalente quando la confisca diretta è incerta o impossibile.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro per Equivalente: La Cassazione Chiarisce i Requisiti del Ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 43727/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: il sequestro per equivalente. Questa decisione offre importanti spunti sulla specificità dei motivi di ricorso e sulla legittimazione ad impugnare un provvedimento che colpisce beni di terzi. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso e le conclusioni a cui sono giunti i giudici.

Il Caso: Sequestro per Sfruttamento del Lavoro

Il Tribunale del riesame di Trento aveva confermato un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP di Rovereto. La misura era finalizzata alla confisca, sia in forma diretta che per equivalente, di somme per un valore di oltre 521.000 euro.

Il provvedimento colpiva una società a responsabilità limitata semplificata e diversi indagati, accusati di aver organizzato un sistema di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Secondo le indagini, i profitti derivavano in parte dalla quota di stipendi non versata ai lavoratori e in parte dal risparmio contributivo. Il sequestro riguardava conti correnti, depositi e titoli della società e, in via sussidiaria (per equivalente), beni e somme nella disponibilità degli indagati.

I Motivi del Ricorso e il sequestro per equivalente

Gli indagati hanno presentato ricorso per cassazione, basandolo su diversi motivi:

1. Genericità della motivazione: Secondo i ricorrenti, il Tribunale aveva trattato tutte le posizioni in modo unitario, senza analizzare le specificità di ciascun indagato.
2. Mancata verifica sulla praticabilità del sequestro diretto: Si contestava l’omessa valutazione dell’impossibilità di eseguire il sequestro in forma specifica sui beni della società, presupposto per procedere con il sequestro per equivalente.
3. Illegittimità del sequestro su conti di terzi: Una delle indagate lamentava che il sequestro per equivalente era stato eseguito su conti correnti intestati al marito e alla madre, sui quali lei aveva solo una delega ad operare e sui quali venivano accreditati stipendi e pensioni.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Genericità

La Corte di Cassazione ha dichiarato tutti i ricorsi inammissibili, fornendo chiarimenti fondamentali su ciascuno dei punti sollevati.

L’Onere di Specificità nel Ricorso al Riesame

La Corte ha ribadito un principio consolidato: l’impugnazione, anche in materia cautelare, deve essere supportata da motivi specifici. Non è sufficiente una critica generica e astratta del provvedimento impugnato. Nel caso di specie, la difesa si era limitata a contestare in modo aspecifico il quadro indiziario, senza contrapporre elementi concreti. Il Tribunale, pertanto, ha legittimamente motivato la sua decisione anche per relationem, richiamando gli atti del procedimento (come il decreto di sequestro e la CNR della Guardia di Finanza), che erano a disposizione delle parti.

La Legittimità del sequestro per equivalente

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La giurisprudenza, incluse le Sezioni Unite, ha chiarito che la verifica dell’impossibilità di procedere con il sequestro diretto non deve necessariamente avvenire prima dell’emissione del decreto. È legittimo un provvedimento che disponga il sequestro diretto e, in via subordinata, il sequestro per equivalente per l’ipotesi di incapienza. La verifica concreta dell’impossibilità di reperire il profitto diretto del reato è un’attività che può essere demandata alla fase esecutiva, a cura del pubblico ministero.

La Legittimazione ad Impugnare il Sequestro su Beni di Terzi

Particolarmente interessante è la motivazione sull’ultimo punto. La Corte ha dichiarato inammissibili i motivi relativi al sequestro sui conti dei familiari dell’indagata per difetto di legittimazione. L’indagato non titolare del bene sequestrato può presentare ricorso solo se dimostra di avere un interesse concreto ed attuale alla restituzione della cosa. Nel caso specifico, la stessa ricorrente ammetteva che le somme erano stipendi e pensioni dei suoi familiari, negando implicitamente di esserne l’effettiva titolare. Avendo solo una delega, non ha esplicitato quale fosse il suo interesse giuridicamente rilevante a contraddire il sequestro in luogo dei titolari formali dei conti.

Le Motivazioni

La sentenza si fonda sul principio secondo cui il ricorso al Tribunale del riesame non è un mero strumento per innescare un controllo d’ufficio, ma un vero e proprio mezzo di impugnazione che richiede una critica argomentata e specifica del provvedimento contestato. In assenza di censure puntuali, il giudice del riesame può adempiere al suo obbligo di motivazione anche richiamando gli atti già noti all’indagato. Per quanto riguarda il sequestro per equivalente, la sua funzione è quella di evitare che i proventi del reato vengano dispersi. Pretendere una ricerca preventiva e generalizzata dei beni costituenti il profitto diretto vanificherebbe questa esigenza cautelare. Infine, la legittimazione ad agire in giudizio è un presupposto processuale inderogabile: chi impugna deve dimostrare di avere un interesse diretto, concreto e attuale, che non può presumersi quando il bene è formalmente di proprietà di altri.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione rafforza alcuni capisaldi della procedura penale in materia di misure cautelari reali. In primo luogo, sottolinea la necessità per la difesa di articolare impugnazioni specifiche e dettagliate, evitando doglianze generiche. In secondo luogo, consolida la prassi del sequestro ‘misto’ (diretto e, in subordine, per equivalente), ritenendola pienamente legittima. Infine, traccia una linea netta sulla legittimazione a impugnare il sequestro su beni di terzi, richiedendo la prova di un interesse qualificato che vada oltre la mera delega operativa su un conto corrente.

È possibile presentare un ricorso generico contro un provvedimento di sequestro?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che i motivi di ricorso devono essere specifici e non possono limitarsi a una critica generica del provvedimento. In assenza di censure puntuali, il ricorso viene dichiarato inammissibile.

Quando è legittimo disporre un sequestro per equivalente?
È legittimo disporre un sequestro per equivalente in via subordinata al sequestro diretto. La verifica concreta dell’impossibilità di sequestrare il profitto diretto del reato può essere effettuata anche nella fase esecutiva, senza che ciò invalidi il provvedimento iniziale.

Un indagato può impugnare il sequestro di beni intestati a terzi?
Sì, ma solo a condizione che dimostri di avere un interesse concreto e attuale alla restituzione dei beni. La sola delega ad operare su un conto corrente intestato a un’altra persona non è sufficiente a fondare la legittimazione all’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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