LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro e periculum in mora: nuova guida Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29983/2024, ha affrontato il tema del sequestro preventivo finalizzato alla confisca allargata. La Corte ha stabilito che la motivazione sul periculum in mora, ovvero il rischio concreto di dispersione dei beni, è sempre necessaria. Tuttavia, ha chiarito che il Tribunale del Riesame può integrare la motivazione del giudice di primo grado, a condizione che questa non sia radicalmente assente. Nel caso specifico, l’appello di un indagato per spaccio è stato respinto perché la motivazione, seppur basata su un orientamento superato, era presente e il Riesame l’ha legittimamente rafforzata con elementi fattuali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro e periculum in mora: la Cassazione stabilisce i nuovi paletti

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 29983/2024, interviene su una questione cruciale della procedura penale: la necessità di motivare il periculum in mora nei sequestri preventivi finalizzati alla confisca allargata. Questa pronuncia offre chiarimenti fondamentali, bilanciando le esigenze di giustizia con i diritti patrimoniali dell’indagato e definendo i poteri correttivi del Tribunale del Riesame.

I Fatti del Caso: Sequestro di un’Attività Commerciale

Il caso trae origine da un’indagine per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Nell’ambito di tale procedimento, veniva disposto un sequestro preventivo, ai sensi dell’art. 240 bis c.p., sui beni di un’associazione e su quelli intestati alla moglie dell’indagato. Il sequestro era finalizzato alla cosiddetta ‘confisca allargata’, una misura che colpisce i patrimoni di cui non si riesce a giustificare la lecita provenienza e il cui valore è sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.

L’indagato ha proposto ricorso, lamentando che il decreto di sequestro originale (il ‘provvedimento genetico’) mancasse di una motivazione specifica sul periculum in mora, ovvero sul pericolo concreto e attuale che i beni potessero essere dispersi prima della fine del processo. Inoltre, contestava la possibilità per il Tribunale del Riesame di ‘integrare’ a posteriori tale motivazione.

La Decisione della Corte: Due Principi Giuridici a Confronto

La Suprema Corte è stata chiamata a risolvere due questioni centrali:
1. È obbligatorio motivare specificamente il periculum in mora anche nel caso di sequestro per confisca allargata?
2. Il Tribunale del Riesame ha il potere di sanare un’eventuale carenza di motivazione del primo giudice?

La risposta della Cassazione è stata positiva per entrambe le domande, sebbene con importanti precisazioni. La Corte ha rigettato il ricorso dell’indagato, confermando la validità del sequestro, ma ha colto l’occasione per delineare principi di diritto di grande rilevanza pratica.

Le Motivazioni: Il Ruolo del Periculum in mora e i Poteri del Riesame

L’Obbligo di Motivare il Periculum in mora

La Corte ha innanzitutto aderito all’orientamento giurisprudenziale più moderno e garantista. Ha affermato che il periculum in mora non può mai essere presunto o considerato implicito nella stessa confiscabilità del bene. Al contrario, il giudice che dispone il sequestro deve sempre fornire una motivazione concreta sulle ragioni che rendono la misura cautelare necessaria e urgente.

Questo principio, ispirato dalla sentenza ‘Ellade’ delle Sezioni Unite, serve a mantenere una netta distinzione tra il piano cautelare (provvisorio) e quello di merito (definitivo). Il sequestro non deve essere una semplice anticipazione della confisca, ma deve rispondere a un’esigenza attuale di tutela, ovvero il rischio che i beni vengano venduti, nascosti o dissipati, vanificando la futura decisione del giudice.

Il Potere di Integrazione del Tribunale del Riesame

Il secondo punto chiave riguarda i poteri del Tribunale del Riesame. Nel caso di specie, il primo giudice aveva motivato il sequestro aderendo al vecchio orientamento, secondo cui il pericolo era insito nella natura stessa dei beni da confiscare. Il Tribunale del Riesame, pur confermando la misura, aveva aggiunto una motivazione più concreta, evidenziando le difficoltà economiche della famiglia dell’indagato e un tentativo già avviato di dismettere le attività commerciali.

Secondo la Cassazione, questa operazione è del tutto legittima. Non si è trattato di ‘creare’ una motivazione dal nulla (il che avrebbe reso nullo il provvedimento), ma di esercitare un potere di correzione (ius corrigendi). Poiché una motivazione, seppur basata su un principio giuridico superato, era presente, il Riesame ha potuto legittimamente rafforzarla e correggerla con elementi di fatto specifici. La nullità, infatti, si verifica solo in caso di carenza radicale e assoluta di motivazione, non quando questa sia semplicemente da integrare o rettificare.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un principio fondamentale: ogni sequestro preventivo, inclusi quelli per confisca allargata, deve essere supportato da una motivazione specifica sul pericolo di dispersione dei beni. Per le difese, ciò significa poter contestare provvedimenti che si limitano a formule generiche. Per i giudici, impone un onere di argomentazione più stringente. Allo stesso tempo, la Corte riconosce al Tribunale del Riesame un ruolo attivo nel controllo dei provvedimenti, consentendogli di ‘salvare’ una misura cautelare la cui motivazione originaria sia imperfetta ma non inesistente. Si tratta di un equilibrio tra l’efficienza della giustizia penale e la tutela del diritto di proprietà.

È sempre necessario motivare il periculum in mora in un sequestro per confisca allargata?
Sì. La sentenza afferma che anche in questo tipo di sequestro è necessaria una specifica motivazione sul pericolo concreto e attuale che i beni possano essere dispersi, non potendo tale rischio essere considerato implicito nella mera confiscabilità del bene.

Il Tribunale del Riesame può integrare la motivazione di un decreto di sequestro se questa è carente?
Sì, può farlo esercitando il proprio ius corrigendi (potere di correzione). Tuttavia, ciò è possibile solo se la motivazione del provvedimento originario non è radicalmente mancante. Se il primo giudice ha fornito una motivazione, anche se basata su un orientamento giuridico superato, il Riesame può integrarla e rafforzarla con elementi di fatto.

Cosa succede se il giudice di primo grado basa la sua motivazione su un orientamento giurisprudenziale non più attuale?
Il provvedimento non è automaticamente nullo. Come dimostra questo caso, se una motivazione esiste, anche se fondata su un principio superato, il Tribunale del Riesame ha il potere di correggerla e convalidare la misura cautelare, fornendo un percorso argomentativo più solido e aderente ai principi più recenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati