LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro corpo di reato: valido con perquisizione illegittima

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per detenzione di stupefacenti e porto abusivo di un coltello. I beni sono stati rinvenuti in uno scooter. La Corte ha stabilito che l’eventuale illegittimità della perquisizione non invalida il sequestro corpo di reato, poiché si tratta di un atto dovuto e autonomo, finalizzato ad assicurare le prove del crimine.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro corpo di reato: valido anche con perquisizione illegittima

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’eventuale illegittimità della perquisizione non rende nullo il successivo sequestro corpo di reato. Questa decisione chiarisce la distinzione tra l’atto di ricerca della prova (la perquisizione) e l’atto di apprensione della stessa (il sequestro), fornendo importanti indicazioni operative per la difesa e l’accusa. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso per capire le implicazioni pratiche di tale principio.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna, confermata in primo e secondo grado, di un individuo per due reati. Il primo, previsto dall’art. 73, comma 5, del d.P.R. 309/1990, riguardava la detenzione a fini di spaccio di circa 12,86 grammi di hashish. La sostanza era stata trovata occultata nel vano portaoggetti di uno scooter a sua disposizione. Il secondo reato, una contravvenzione ai sensi dell’art. 4 della legge n. 110 del 1975, concerneva il porto ingiustificato, fuori dalla propria abitazione, di un coltello a serramanico con una lama di circa 9 cm, rinvenuto nello stesso scooter.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso per cassazione basandosi su diversi motivi:
1. Presunta illegittimità della perquisizione: La difesa sosteneva che la perquisizione del ciclomotore fosse avvenuta in assenza di flagranza di reato o di fondati motivi, rendendo di conseguenza inutilizzabili i sequestri effettuati.
2. Violazione delle norme sulla prova: Si lamentava una valutazione errata delle prove, sostenendo che non vi fosse certezza sulla riconducibilità della droga e dell’arma all’imputato.
3. Mancato accertamento del “giustificato motivo”: Per il porto del coltello, si contestava che gli agenti non avessero accertato l’eventuale esistenza di una ragione legittima.
4. Mancata applicazione di attenuanti e cause di non punibilità: Il ricorrente si doleva del mancato riconoscimento della circostanza attenuante della lieve entità per il reato di porto d’armi e della mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto).
5. Errata applicazione della recidiva: Infine, veniva contestato l’aumento di pena derivante dalla recidiva.

Le Motivazioni della Corte sul sequestro corpo di reato e altri punti

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le censure sollevate. Il punto centrale della decisione riguarda la distinzione tra perquisizione e sequestro.

La Corte ha affermato un principio consolidato: l’illegittimità della perquisizione non ha alcun effetto preclusivo qualora vengano acquisite cose che costituiscono corpo di reato. Il potere di sequestro, disciplinato dall’art. 253 c.p.p., è un atto dovuto e autonomo. Non dipende dalle modalità con cui i beni sono stati trovati, ma è condizionato unicamente dalla loro natura oggettivamente sequestrabile e dall’assenza di specifici divieti probatori. Nel caso di specie, la sostanza stupefacente e il coltello rappresentavano i corpi dei reati contestati, e il bilancino di precisione era un bene strumentale al reato di spaccio. Pertanto, il loro sequestro era pienamente legittimo.

Per quanto riguarda la responsabilità penale, i giudici hanno ritenuto che la disponibilità dello scooter da parte dell’imputato e il rinvenimento di un borsello con denaro fossero elementi sufficienti a suo carico. La versione difensiva, secondo cui terzi avrebbero nascosto la droga nel veicolo per poi recuperarla, è stata giudicata “ragionevolmente implausibile”.

La questione del porto d’armi

Anche i motivi relativi al porto del coltello sono stati giudicati inammissibili. La Corte ha sottolineato che, per armi improprie come un coltello, il porto è reato se avviene “senza giustificato motivo”, a prescindere dall’intenzione di offendere qualcuno. La richiesta di applicare l’attenuante della lieve entità era stata correttamente respinta dai giudici di merito, i quali avevano considerato le dimensioni dell’arma e i precedenti penali dell’imputato. Di conseguenza, non potendo riconoscere la lieve entità, era logicamente preclusa anche l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), poiché un fatto non ritenuto “lieve” non può essere considerato “particolarmente tenue”.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica. La legittimità del sequestro di un corpo di reato è svincolata dalle modalità del suo reperimento. Anche se una perquisizione venisse giudicata irregolare, le prove materiali del crimine (droga, armi, refurtiva) acquisite tramite essa rimangono validamente nel processo. Questo principio rafforza gli strumenti a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’accertamento dei reati, stabilendo che l’apprensione di ciò che è direttamente collegato al crimine è un atto necessario e non può essere vanificato da eventuali vizi procedurali nell’attività di ricerca.

Una perquisizione illegittima rende inutilizzabile la prova trovata?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’eventuale illegittimità della perquisizione non produce alcun rilievo preclusivo se vengono acquisite cose che costituiscono corpo di reato. Il potere di sequestro è un atto dovuto e autonomo, che non dipende dalle modalità di reperimento del bene.

Cosa si intende per “corpo di reato” secondo questa ordinanza?
Il corpo di reato è costituito dalle cose sulle quali o mediante le quali il reato è stato commesso. Nel caso specifico, la sostanza stupefacente e il coltello erano i corpi dei reati contestati, mentre un bilancino di precisione è stato considerato un bene strumentale alla commissione del reato di spaccio.

Quando il porto di un’arma impropria può essere considerato di “particolare tenuità”?
L’ordinanza chiarisce che il mancato riconoscimento della circostanza attenuante della “lieve entità” (prevista dall’art. 4 della legge sulle armi) impedisce di poter dichiarare la non punibilità per “particolare tenuità del fatto” (art. 131-bis c.p.). In altre parole, se un fatto non è ritenuto nemmeno di lieve entità, a maggior ragione non può essere considerato particolarmente tenue.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati