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Sequestro conservativo: ricorso generico inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro un sequestro conservativo di 855 euro. Il motivo del ricorso, che lamentava l’eccessività della somma a garanzia delle spese processuali, è stato ritenuto troppo generico e ipotetico. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Conservativo: Quando un Ricorso Generico Diventa Inammissibile

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi, in particolare quando si contesta un sequestro conservativo. La decisione sottolinea come la genericità e l’ipoteticità dei motivi di impugnazione conducano inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguenze economiche significative per il ricorrente. Questo caso serve da monito sulla necessità di formulare censure specifiche e ben argomentate.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla condanna di un individuo per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti di lieve entità e resistenza a pubblico ufficiale. La Corte d’Appello di Torino, nel confermare la condanna, aveva anche mantenuto un sequestro conservativo sulla somma di 855 euro. Tale misura era stata disposta a garanzia del pagamento delle spese processuali che sarebbero derivate dal procedimento penale.

Il Ricorso in Cassazione e la Critica al Sequestro Conservativo

L’imputato ha presentato ricorso per Cassazione, non contestando la condanna nel merito, ma focalizzandosi esclusivamente sulla misura del sequestro conservativo. La difesa ha denunciato la violazione dell’articolo 316 del codice di procedura penale, sostenendo che la somma vincolata (855 euro) fosse palesemente esorbitante rispetto a una stima realistica delle spese processuali. Secondo il ricorrente, l’assunto su cui si basava il sequestro era puramente ipotetico e sproporzionato.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto categoricamente le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta genericità. I giudici hanno osservato che l’affermazione secondo cui la somma sequestrata sarebbe ‘esorbitante’ era un mero assunto, non supportato da alcun elemento concreto o calcolo analitico. Il ricorrente si è limitato a formulare una critica astratta, senza fornire alla Corte gli strumenti per valutare la fondatezza della sua doglianza. Per contestare efficacemente una misura come il sequestro conservativo, non è sufficiente affermare una sproporzione; è necessario dimostrarla, o quantomeno argomentarla con dati specifici.

La Corte ha qualificato l’assunto del ricorrente come ‘puramente ipotetico’, evidenziando come un motivo di ricorso così formulato non possa superare il vaglio di ammissibilità. L’inammissibilità ha quindi precluso qualsiasi esame nel merito della questione.

Le conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente. In primo luogo, la declaratoria di inammissibilità del ricorso ha reso definitiva la sentenza di condanna e, con essa, il sequestro conservativo della somma. In secondo luogo, conformemente alla legge e alla giurisprudenza costituzionale (sentenza n. 186/2000), l’inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento di Cassazione e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo avviene quando non si ravvisa un’assenza di colpa da parte del ricorrente nel determinare la causa di inammissibilità. La pronuncia ribadisce un principio fondamentale: le impugnazioni, specialmente dinanzi alla Corte di Cassazione, devono essere redatte con precisione, specificità e rigore giuridico, pena la loro irricevibilità e l’imposizione di ulteriori sanzioni economiche.

Perché il ricorso contro il sequestro conservativo è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo era troppo generico. Il ricorrente ha sostenuto che la somma sequestrata fosse esorbitante, ma lo ha fatto in modo puramente ipotetico, senza fornire elementi specifici a supporto della sua tesi.

Cosa si intende per ‘genericità del motivo’ in un ricorso?
Per ‘genericità del motivo’ si intende una critica alla sentenza impugnata che risulta vaga, astratta e non specifica. Un motivo è generico quando non si confronta puntualmente con le ragioni della decisione del giudice, ma si limita a enunciazioni di principio o a critiche non argomentate.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile in Cassazione?
La presentazione di un ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali del giudizio di Cassazione e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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