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SCIA antincendio: obblighi con cambio gestore

La Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione di un gestore di un locale accusato di violazioni in materia di sicurezza. La questione centrale riguardava la validità della SCIA antincendio dopo un cambio di gestione. La Corte ha stabilito che la certificazione non è automaticamente valida e che il mancato rinnovo periodico della conformità antincendio costituisce reato, ordinando un nuovo processo.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

SCIA Antincendio e Cambio Gestore: la Cassazione Annulla un’Assoluzione

La gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro e nei locali aperti al pubblico è una materia complessa, regolata da normative stringenti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza del corretto adempimento degli obblighi legati alla SCIA antincendio, specialmente in caso di cambio di titolarità di un’attività. La decisione annulla una precedente assoluzione, sottolineando che il certificato di prevenzione incendi non si trasferisce automaticamente e che il suo rinnovo periodico è un obbligo inderogabile.

I Fatti del Caso

Il gestore di un club privato, con una superficie di circa 500 mq e 1400 soci, veniva accusato di non essere in possesso di una valida certificazione antincendio. In seguito a un sopralluogo, i Vigili del Fuoco avevano accertato la mancanza di una SCIA valida. Emergeva che la precedente certificazione, intestata al vecchio gestore, era scaduta nel 2014. Il nuovo gestore aveva richiesto la voltura solo nel 2017, ben oltre i termini.

La Decisione di Primo Grado

In primo grado, il Tribunale aveva assolto l’imputato con la motivazione che “il fatto non costituisce reato”. Secondo il giudice, il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) era legato oggettivamente all’attività e non alla persona del gestore. Di conseguenza, un cambio di titolarità non avrebbe inficiato la validità del certificato, che avrebbe dovuto semplicemente essere rinnovato alla sua naturale scadenza, senza la necessità di presentare una nuova SCIA all’inizio della nuova gestione.

Il Ricorso e la Normativa sulla SCIA antincendio

Il Procuratore della Repubblica ha impugnato la sentenza di assoluzione, denunciando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Il ricorso si basava su un’analisi dettagliata della normativa di riferimento, tra cui il d.P.R. 151/2001, che disciplina i procedimenti relativi alla prevenzione incendi.
Secondo l’accusa, la ricostruzione del Tribunale era illogica e in contrasto con la documentazione agli atti. La normativa, infatti, impone un preciso iter autorizzativo per le attività soggette a controlli (categorizzate in A, B e C) e, soprattutto, stabilisce l’obbligo di un “rinnovo periodico di conformità”. Questo rinnovo non era stato effettuato, rendendo l’attività priva della necessaria copertura certificativa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore. I giudici hanno ritenuto che la decisione del Tribunale fosse viziata da una “distorsione del patrimonio conoscitivo” e da un “travisamento delle risultanze probatorie”. In altre parole, il primo giudice aveva interpretato erroneamente sia i fatti che le leggi applicabili.
La Cassazione ha chiarito che le norme in materia di prevenzione incendi, espressamente richiamate nel ricorso, impongono il rinnovo periodico della conformità antincendio. La necessità di questo rinnovo, che nel caso specifico era mancata, era stata contraddittoriamente negata dal Tribunale. Pertanto, la violazione dell’art. 5 del d.P.R. 151/2001 era palese. La Corte ha concluso che il cambio soggettivo nella gestione dell’attività non lascia immutati gli obblighi di certificazione e che il nuovo titolare è tenuto a garantire la conformità normativa.

Conclusioni

La sentenza è stata annullata con rinvio al Tribunale di Torino per un nuovo giudizio. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: la sicurezza antincendio è legata a una responsabilità diretta e non delegabile del titolare dell’attività. La SCIA antincendio non è un mero pezzo di carta che si trasferisce con l’azienda, ma un attestato di conformità che deve essere mantenuto costantemente aggiornato e valido attraverso rinnovi periodici. Chi subentra nella gestione di un’attività soggetta a controlli deve attivarsi immediatamente per regolarizzare la propria posizione, pena l’incorrere in responsabilità penali.

Il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) o la SCIA antincendio restano validi se cambia il titolare dell’attività?
No. Secondo la Corte, il cambio soggettivo nella gestione non rende automaticamente valido il certificato precedente. Il nuovo titolare ha l’obbligo di assicurarsi che la conformità antincendio sia regolarmente attestata e rinnovata a suo nome.

Cosa succede se la SCIA antincendio scade e non viene rinnovata?
Il mancato rinnovo periodico della conformità antincendio, come richiesto dalla normativa (es. art. 5 del d.P.R. 151/2001), integra una violazione di legge che può avere conseguenze penali per il titolare dell’attività.

Perché la Cassazione ha annullato l’assoluzione in questo caso?
La Cassazione ha annullato l’assoluzione perché ha ritenuto che il giudice di primo grado avesse erroneamente interpretato sia le prove documentali sia la normativa di riferimento, negando la necessità, invece imposta dalla legge, del rinnovo periodico della conformità antincendio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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