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Sanzioni sostitutive: richiesta in appello e riforma

La Cassazione chiarisce le regole per la richiesta di sanzioni sostitutive in appello. Per le sentenze emesse prima della Riforma Cartabia, la richiesta è ammissibile anche se presentata solo nelle conclusioni, annullando la decisione di merito che non aveva valutato l’istanza. Il caso riguardava una condanna per resistenza a pubblico ufficiale.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanzioni Sostitutive e Riforma Cartabia: la Cassazione apre alla richiesta in appello

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18239/2025, offre un chiarimento fondamentale sull’applicazione delle sanzioni sostitutive introdotte dalla Riforma Cartabia. La pronuncia stabilisce che, per le sentenze di primo grado emesse prima dell’entrata in vigore della riforma, la richiesta di accesso a queste pene alternative può essere presentata anche nel corso del giudizio d’appello, specificamente in sede di conclusioni, senza essere necessariamente inclusa nei motivi originari. Questa decisione segna un punto importante nella gestione della disciplina transitoria della riforma.

I Fatti del Caso: dalla Condanna alla Questione Procedurale

Il caso trae origine dalla condanna di un imputato da parte del Tribunale di Vercelli a quattro mesi di reclusione per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di sottoporsi all’accertamento del tasso alcolemico. La sentenza, emessa nel giugno 2022, è stata confermata dalla Corte di appello di Torino nel settembre 2024.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, lamentando che la Corte d’appello non avesse motivato il rigetto della sua richiesta di applicare una sanzione sostitutiva (nella specie, la detenzione domiciliare), istanza che era stata formalizzata nelle conclusioni scritte depositate prima dell’udienza d’appello.

La Richiesta di Sanzioni Sostitutive in Appello: il Nodo della Riforma

Il cuore della questione giuridica risiedeva nel determinare se fosse ammissibile una richiesta di sanzioni sostitutive formulata per la prima volta solo nelle conclusioni del giudizio di appello. La problematica nasceva dal fatto che la sentenza di primo grado era stata emessa prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022), mentre il giudizio di appello si era svolto successivamente.

Il ricorso sosteneva che la Corte d’Appello avrebbe dovuto esaminare nel merito la richiesta, in virtù della disciplina transitoria della riforma, pensata per favorire la più ampia applicazione possibile delle nuove pene alternative al carcere. La Procura Generale presso la Cassazione ha concordato con questa tesi, chiedendo l’annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

L’applicazione delle Sanzioni Sostitutive: il Regime Transitorio vs. il Regime Ordinario

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, basando la sua decisione sulla distinzione fondamentale tra il regime transitorio e il regime ordinario per la richiesta di pene sostitutive. La disciplina transitoria, contenuta nell’art. 95 del d.lgs. 150/2022, si applica ai giudizi pendenti al 30 dicembre 2022.

Secondo l’orientamento ormai consolidato della giurisprudenza, per le impugnazioni proposte avverso sentenze emesse prima di tale data, la richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive non è soggetta alle rigide preclusioni del principio devolutivo. Questo significa che può essere avanzata non solo con l’atto di appello, ma anche con motivi nuovi o, come nel caso di specie, direttamente nelle conclusioni scritte del rito cartolare o durante la discussione orale.

Questa interpretazione estensiva è giustificata dalla necessità di garantire il favor rei, ossia il trattamento più favorevole all’imputato, in una fase di incertezza normativa. Diversamente, per le sentenze emesse dopo l’entrata in vigore della riforma (e specialmente dopo le modifiche del “correttivo Cartabia” del 2024), la regola generale prevede che la richiesta debba essere devoluta al giudice d’appello tramite i motivi di impugnazione, pena l’inammissibilità.

Le Motivazioni e le Conclusioni della Corte di Cassazione

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ribadito che il principio tempus regit actum impone di fare riferimento alla legge in vigore al momento in cui è stato emesso l’atto impugnato. Poiché la sentenza di primo grado era del giugno 2022, il regime applicabile era quello transitorio, più favorevole, che consente una maggiore flessibilità nella presentazione della richiesta. La Corte territoriale, non esaminando l’istanza dell’imputato, ha violato questa regola procedurale.

I giudici hanno sottolineato che l’obiettivo del legislatore nella fase transitoria era quello di incentivare l’uso delle pene sostitutive. Imporre preclusioni rigide, derivanti dal regime ordinario, avrebbe contraddetto questa finalità. Pertanto, la richiesta dell’imputato, avanzata tempestivamente secondo le regole del rito pandemico all’epoca vigenti per il deposito delle conclusioni, era pienamente ammissibile e doveva essere valutata nel merito.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di appello di Torino, ma limitatamente alla questione della mancata valutazione dell’istanza di sostituzione della pena. La condanna per i reati contestati è divenuta quindi irrevocabile.

Il provvedimento è stato rinviato ad un’altra sezione della Corte di appello di Torino, che dovrà ora procedere a un nuovo giudizio sul punto. In questa sede, i giudici dovranno valutare se sussistono i presupposti per concedere all’imputato la detenzione domiciliare o un’altra sanzione sostitutiva in luogo della pena detentiva. La sentenza rappresenta un’importante guida per tutti i casi ancora pendenti che ricadono nella disciplina transitoria della Riforma Cartabia.

È possibile chiedere le sanzioni sostitutive per la prima volta in appello se la sentenza di primo grado è stata emessa prima della Riforma Cartabia?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per le sentenze emesse prima del 30 dicembre 2022 (data di entrata in vigore della Riforma Cartabia), la richiesta di sanzioni sostitutive può essere avanzata anche in sede di conclusioni nel giudizio di appello, non essendo necessario formularla esclusivamente nell’atto di impugnazione.

Il principio devolutivo dell’appello impedisce al giudice di valutare una richiesta di sanzioni sostitutive non inclusa nei motivi originari?
In base al regime transitorio della Riforma Cartabia, no. La Corte ha chiarito che il limite del principio devolutivo, che normalmente impedirebbe di esaminare richieste non formulate nei motivi di appello, non si applica alle impugnazioni di sentenze emesse prima della riforma, per favorire la massima applicazione delle nuove pene.

Qual è la conseguenza della mancata valutazione da parte della Corte d’Appello della richiesta di pena sostitutiva?
La sentenza viene annullata, ma solo limitatamente a quel punto. Il caso viene rinviato ad un’altra sezione della stessa Corte d’Appello, che dovrà procedere a una nuova valutazione specifica sull’istanza di sostituzione della pena, mentre l’affermazione di responsabilità dell’imputato rimane ferma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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