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Sanzioni sostitutive: la Cassazione chiarisce i termini

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per evasione, limitatamente alla mancata decisione sulla richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive. La Corte ha chiarito che, secondo la disciplina transitoria della Riforma Cartabia, tale richiesta può essere formulata fino all’udienza di discussione in appello. È stato invece respinto il motivo di ricorso basato sulla particolare tenuità del fatto, a causa dei precedenti penali dell’imputato.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanzioni Sostitutive in Appello: Quando e Come Richiederle?

La recente Riforma Cartabia ha profondamente innovato il sistema sanzionatorio penale, introducendo un ampio catalogo di sanzioni sostitutive alle pene detentive brevi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sui termini per la loro richiesta nei giudizi di appello già pendenti. La decisione sottolinea l’importanza di una corretta applicazione della disciplina transitoria, garantendo all’imputato la possibilità di beneficiare delle nuove norme più favorevoli.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro, che, in riforma di una precedente assoluzione, dichiarava un imputato colpevole del reato di evasione (art. 385 c.p.), condannandolo a otto mesi di reclusione. Il difensore dell’imputato proponeva ricorso per cassazione basato su due motivi principali: il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e, soprattutto, la mancata pronuncia sulla richiesta di applicazione di una sanzione sostitutiva, avanzata nel corso del giudizio di appello.

L’Applicazione delle Sanzioni Sostitutive e la Riforma Cartabia

Il punto cruciale della decisione riguarda la gestione della richiesta di sanzioni sostitutive. La difesa aveva formalizzato tale richiesta durante il giudizio di secondo grado, ma la Corte di Appello era rimasta silente, omettendo qualsiasi valutazione in merito. La Corte di Cassazione ha ritenuto questo motivo fondato, richiamando la disciplina transitoria della Riforma Cartabia (art. 95 del D.Lgs. 150/2022).

Secondo gli Ermellini, questa normativa è stata concepita per favorire la più ampia applicazione possibile delle nuove e più favorevoli pene sostitutive. Di conseguenza, la richiesta da parte dell’imputato non deve essere necessariamente contenuta nell’atto di appello o nei motivi nuovi, ma può intervenire in qualsiasi momento, al più tardi nel corso dell’udienza di discussione del giudizio di appello. In questo caso, l’udienza di appello rappresentava il primo momento utile per formulare la richiesta, e il giudice di secondo grado aveva l’obbligo di pronunciarsi.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha stabilito che l’omessa pronuncia sulla richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive costituisce un vizio della sentenza. Il principio secondo cui il giudice non può applicare d’ufficio tali sanzioni (art. 597, comma 5, c.p.p.) deve essere coordinato con la norma transitoria, che mira a estendere l’applicazione delle nuove disposizioni ai processi in corso. Il silenzio della Corte di Appello ha quindi violato l’obbligo di dare una risposta motivata a una specifica istanza difensiva.

Per quanto riguarda l’altro motivo di ricorso, relativo all’art. 131-bis c.p., la Cassazione lo ha ritenuto infondato. La Corte territoriale aveva correttamente escluso la particolare tenuità del fatto sulla base dei cinque precedenti specifici dell’imputato. La valutazione richiesta da questa norma è complessa e la presenza anche di un solo elemento negativo, come la non occasionalità del comportamento, è sufficiente a precluderne l’applicazione.

Conclusioni

La sentenza è di notevole importanza pratica. Essa chiarisce che la richiesta di sanzioni sostitutive nei giudizi di appello pendenti al momento dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia può essere presentata fino all’udienza di discussione. I giudici di appello sono tenuti a esaminare e a motivare la loro decisione su tale richiesta. La mancata pronuncia integra un vizio che comporta l’annullamento della sentenza con rinvio. La decisione, pertanto, rafforza le garanzie difensive e promuove un’applicazione estensiva delle nuove, e più favorevoli, disposizioni in materia sanzionatoria.

Fino a quando è possibile richiedere le sanzioni sostitutive in un processo d’appello già in corso al momento dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia?
Secondo la sentenza, la richiesta di sanzioni sostitutive può essere formulata fino al momento dell’udienza di discussione del giudizio d’appello.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha respinto la richiesta di applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La richiesta è stata respinta perché l’imputato aveva cinque precedenti penali specifici, un elemento che la Corte ha ritenuto ostativo al riconoscimento della particolare tenuità del fatto, indicando un comportamento non occasionale.

Cosa accade se il giudice d’appello non si pronuncia sulla richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive?
L’omessa pronuncia su una specifica richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive costituisce un vizio della sentenza. Di conseguenza, la sentenza può essere annullata su quel punto, con rinvio a un nuovo giudice che dovrà decidere in merito alla richiesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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