LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sanzioni guida in stato di ebbrezza: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di patteggiamento per un neopatentato colto alla guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l. Il giudice di primo grado aveva erroneamente applicato le sanzioni guida in stato di ebbrezza, disponendo una sospensione della patente inferiore al minimo legale e omettendo la confisca del veicolo. La Suprema Corte ha rinviato il caso al Tribunale per una corretta determinazione delle sanzioni accessorie, sottolineando l’obbligatorietà degli aumenti di pena per i neopatentati.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanzioni Guida in Stato di Ebbrezza per Neopatentati: La Cassazione Annulla per Sanzioni Errate

L’applicazione corretta delle sanzioni guida in stato di ebbrezza è un tema di cruciale importanza, specialmente quando coinvolge conducenti neopatentati, per i quali la legge prevede un trattamento più severo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21548/2024) ha ribadito la necessità di un’applicazione rigorosa delle norme, annullando una sentenza di patteggiamento viziata da plurimi errori nella determinazione delle sanzioni accessorie.

I Fatti del Caso: Un Patteggiamento con Vizi

Il caso ha origine dal ricorso del Procuratore Generale contro una sentenza di patteggiamento emessa dal GIP del Tribunale di Cremona. Un conducente neopatentato era stato accusato del reato di guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcolemico riscontrato superiore a 1,5 g/l, la soglia più grave prevista dal Codice della Strada.

Il giudice di primo grado, pur menzionando in motivazione la corretta sanzione di un anno di sospensione della patente e la confisca del veicolo, nel dispositivo aveva irrogato una sospensione di soli otto mesi, omettendo del tutto la confisca. Questa discrasia, unita all’errata quantificazione della sanzione accessoria, ha spinto la Procura a impugnare la decisione.

Le Sanzioni per Guida in Stato di Ebbrezza e gli Errori del Giudice

La normativa di riferimento è chiara. L’articolo 186, comma 2, lettera c), del Codice della Strada prevede per la guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l l’arresto da sei mesi a un anno e la sospensione della patente da uno a due anni. Cruciale, nel caso di specie, è l’articolo 186-bis, che impone un aumento delle sanzioni da un terzo alla metà per i neopatentati.

Il giudice del patteggiamento è incorso in due gravi errori:

1. Errata Durata della Sospensione: La sospensione di otto mesi è inferiore persino al minimo edittale di un anno previsto per la generalità dei conducenti, senza contare l’obbligatorio aumento per la qualifica di neopatentato.
2. Mancata Confisca del Veicolo: Per questa fattispecie di reato, la confisca dell’autovettura, se di proprietà del condannato, è una misura obbligatoria e non discrezionale.

La Corte ha inoltre notato come anche la pena base (sei mesi di arresto) fosse stata calcolata al di sotto del minimo legale, poiché non teneva conto dell’aumento ex art. 186-bis. Tuttavia, non essendo stato questo punto oggetto di ricorso da parte dell’accusa, non poteva essere corretto in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore Generale, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno evidenziato come l’erronea applicazione delle sanzioni amministrative accessorie in un giudizio di patteggiamento sia un vizio che legittima il ricorso per cassazione.

La sentenza impugnata è stata giudicata errata perché la determinazione della durata della sospensione della patente era palesemente illegale, sia nella parte motiva (un anno, senza l’aumento) sia in quella dispositiva (otto mesi). Allo stesso modo, l’omissione della confisca del veicolo costituiva una violazione di legge.

La Corte ha inoltre colto l’occasione per ricordare al giudice del rinvio la corretta procedura da seguire qualora la pena venga sostituita con il lavoro di pubblica utilità. In tal caso, il giudice deve quantificare la sospensione e disporre la confisca, ma sospenderne l’efficacia fino all’esito positivo del lavoro. Solo a quel punto la sospensione verrà dimezzata e la confisca revocata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente ai punti relativi alla determinazione della durata della sospensione della patente e alla mancata confisca del veicolo. Il caso è stato rinviato al Tribunale di Cremona, in diversa composizione, per un nuovo esame. Il nuovo giudice dovrà ricalcolare la sanzione accessoria della sospensione partendo dal minimo di un anno e applicando l’aumento obbligatorio previsto per i neopatentati, nonché disporre la confisca del mezzo, previa verifica della proprietà in capo all’imputato. Questa decisione rafforza il principio di legalità e il rigore necessario nell’applicare le sanzioni guida in stato di ebbrezza, a tutela della sicurezza stradale.

Qual è la durata minima della sospensione della patente per un neopatentato che guida con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l?
La durata base della sospensione va da uno a due anni, ma questa deve essere obbligatoriamente aumentata da un terzo alla metà, come previsto specificamente per i neopatentati dall’art. 186-bis, comma 3, del Codice della Strada.

La confisca del veicolo è sempre obbligatoria in caso di guida in stato di ebbrezza con tasso superiore a 1,5 g/l?
Sì, la confisca del veicolo è una sanzione obbligatoria prevista dalla legge, a condizione che il veicolo sia di proprietà della persona condannata per il reato. Se appartiene a una persona estranea al reato, la confisca non viene disposta, ma la durata della sospensione della patente viene raddoppiata.

È possibile per la Corte di Cassazione correggere un errore del giudice di merito non oggetto di ricorso?
No. La sentenza specifica che, sebbene anche la pena detentiva base fosse stata calcolata al di sotto del minimo legale, questo errore non poteva essere corretto perché non vi era stato un ricorso sul punto da parte della pubblica accusa. Il potere della Corte è limitato ai punti che sono stati specificamente impugnati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati