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Sanzione disciplinare: uso improprio di ausili medici

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un detenuto contro una sanzione disciplinare. La sanzione era stata inflitta per aver utilizzato una sedia a rotelle, prestata da un altro recluso, senza alcuna prescrizione medica. La Corte ha confermato la correttezza della valutazione del Tribunale di Sorveglianza, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 17 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanzione Disciplinare in Carcere: il Caso dell’Uso Indebito della Sedia a Rotelle

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta il tema della sanzione disciplinare in ambito penitenziario, chiarendo i limiti dell’impugnazione e la necessità di motivazioni specifiche. Il caso riguarda un detenuto sanzionato per aver utilizzato una sedia a rotelle senza alcuna prescrizione medica, un comportamento ritenuto contrario al regolamento carcerario. Questa decisione sottolinea l’importanza del rispetto delle norme interne e le conseguenze di un ricorso giudiziario privo di fondamento.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da una sanzione disciplinare di esclusione dalle attività in comune per cinque giorni, inflitta a un detenuto. La contestazione era di essersi presentato a un cancello di sbarramento della propria sezione carceraria seduto su una carrozzina prestatagli da un altro recluso. Il detenuto ha contestato il provvedimento, prima davanti al Magistrato di Sorveglianza e poi con un reclamo al Tribunale di Sorveglianza di Milano, ma entrambe le istanze sono state respinte.

Il Tribunale ha ritenuto corretta la sanzione, evidenziando come dagli atti non risultasse alcuna necessità medica che giustificasse l’uso della carrozzina. Anzi, un certificato medico rilasciato da un ospedale cittadino si limitava a prescrivere esami diagnostici per approfondire dei dolori lamentati dal detenuto, senza mai menzionare la necessità di ausili per la deambulazione come carrozzine o stampelle.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Sanzione Disciplinare

Il detenuto ha quindi proposto ricorso per Cassazione contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo i giudici, l’impugnazione non presentava profili di illegittimità specifici, ma mirava a ottenere una nuova valutazione dei fatti, un’attività preclusa in sede di legittimità. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La Cassazione ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali. In primo luogo, ha ribadito che il Tribunale di Sorveglianza aveva correttamente e logicamente valutato tutti gli elementi a disposizione. La decisione del Tribunale era congrua e non presentava errori nell’applicazione della legge penitenziaria. Era stato accertato in modo inequivocabile che l’uso della carrozzina non era supportato da alcuna prescrizione medica, rendendo l’atto del detenuto una violazione disciplinare.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato la genericità del ricorso. L’appellante non ha individuato specifici vizi di legittimità nell’ordinanza impugnata, ma ha tentato di sollecitare un riesame del merito della vicenda. Questo tipo di richiesta non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione, il cui ruolo è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non di ricostruire i fatti.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre importanti spunti di riflessione. Conferma che le sanzioni disciplinari all’interno degli istituti penitenziari devono essere basate su fatti accertati e che la loro impugnazione richiede la presentazione di motivi di diritto specifici e non di mere doglianze fattuali. Inoltre, la pronuncia ribadisce che un ricorso inammissibile davanti alla Cassazione comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche onerose conseguenze economiche per il ricorrente, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale.

Per quale motivo il detenuto ha ricevuto una sanzione disciplinare?
La sanzione è stata inflitta perché il detenuto si è presentato al cancello della sua sezione carceraria utilizzando una sedia a rotelle che gli era stata prestata da un altro detenuto, senza che vi fosse alcuna prescrizione medica che ne giustificasse l’uso.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile perché non individuava specifici vizi di legittimità nella decisione del Tribunale di Sorveglianza, ma tendeva a richiedere una nuova e non consentita valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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