Sentenza di Cassazione Penale Sez. 4 Num. 36274 Anno 2025
In nome del Popolo RAGIONE_SOCIALE
Penale Sent. Sez. 4 Num. 36274 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 15/10/2025
QUARTA SEZIONE PENALE
Composta da
NOME COGNOME
– Presidente –
Sent. n. sez. 905/2025
NOME COGNOME BRANDA
CC – 15/10/2025
NOME COGNOME
RNUMERO_DOCUMENTO. NUMERO_DOCUMENTO
NOME COGNOME
NOME COGNOME
– Relatore –
ha pronunciato la seguente
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME, nato a Firenze il DATA_NASCITA,
avverso la sentenza del 19 dicembre 2024 del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Firenze;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME; letta la requisitoria del AVV_NOTAIO NOME AVV_NOTAIO, che ha concluso per l’inammissibilitˆ del ricorso;
Con sentenza emessa in data 19 dicembre 2024, ai sensi dellÕart. 444 cod. proc. pen., il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Firenze ha applicato a NOME COGNOME la pena, condizionalmente sospesa, di mesi 8 di reclusione, nonchŽ la pena accessoria della sospensione della patente di guida per anni 3.
La pena è stata applicata per il reato di cui allÕart. 589cod. pen.
Avverso tale sentenza ha proposto ricorso per cassazione NOME COGNOME, a mezzo del proprio difensore, lamentando in sintesi, ai sensi dell’art. 173, comma 1, disp. att. cod. proc. pen., quanto segue.
2.1. Con un unico motivo deduce il vizio di omessa motivazione: il Tribunale, si osserva, ha immotivatamente applicato la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida nella misura di anni 3, peraltro in misura di gran lunga superiore al minimo edittale, richiamando soltanto la gravitˆ della condotta inosservante.
Il giudizio di cassazione si è svolto con trattazione scritta, e le parti hanno formulato, per iscritto, le conclusioni come in epigrafe indicate.
Il ricorso è infondato.
1.1. Il ricorrente lamenta che la sanzione della sospensione della patente di guida è stata immotivatamente fissata nella misura di anni 3.
1.2. Allo scrutinio del motivo è utile premettere che le sanzioni amministrative accessorie hanno proprie caratteristiche che le distinguono dalla pena e, proprio in ragione di tale natura, si collocano al di fuori della sfera di operativitˆ dell’accordo recepito nella sentenza di applicazione della pena, tanto che il giudice deve applicarle in via autonoma, indipendentemente dalla volontˆ delle parti (Sez. 4, n. 6296 del 14/01/2025, COGNOME, non mass.; Sez. 4, n. 44339 del 12/11/2024, COGNOME; Sez. 4, n. 18942 del 27/03/2019, COGNOME, Rv. 275435 – 01); pertanto, non possono formare oggetto dell’accordo, e le relative clausole devono ritenersi come non apposte (Sez. F, n. 24023 del 20/08/2020, COGNOME, Rv. 279635 Ñ 01).
Il principio è stato ribadito da questa Sezione anche a seguito della modifica dell’art. 444, comma 1, cod. proc. pen., introdotta dall’art. 25, comma 1, lett. a), n. 1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha previsto la possibilitˆ di richiedere al giudice di non applicare le pene accessorie o di applicarle per una durata determinata (cfr., in relazione al nuovo testo dellÕart. 444 cod. proc. pen., Sez. 4,
n. 3414 del 10/01/2024, Fissi, non mass.; Sez. 4, n. 48556 del 14/11/2023, COGNOME, Rv. 285426 – 01).
Pertanto, poichŽ tuttora la clausola che determina il contenuto e la durata delle sanzioni amministrative accessorie deve ritenersi come non apposta, non essendo la loro applicazione nella disponibilitˆ delle parti, risulta ammissibile il ricorso per cassazione, ai sensi dell’art. 606 cod. proc. pen., nei confronti della sentenza di “patteggiamento” con cui si censuri l’erronea, ovvero l’omessa applicazione di sanzioni amministrative (Sez. U, n. 21369 del 26/09/2019, dep. 2020, Melzani, Rv. 279349 Ð 01).
1.3. Venendo, invece, al modo in cui pu˜ dirsi soddisfatto lÕonere motivazionale che ricade sul giudice, costituisce il principio secondo cui quando la sanzione amministrativa accessoria viene stabilita in misura che si discosta sensibilmente dal minimo edittale, e anzi supera la media della forbice edittale, il giudice è tenuto a dare adeguatamente conto delle ragioni che lo hanno indotto a tale determinazione.
Se nessuna motivazione è necessaria per giustificare l’applicazione del minimo, nell’ipotesi di sanzione determinata entro il medio edittale, il richiamo ai criteri previsti dall’art. 218, comma 2, cod. strada, costituisce congrua giustificazione dell’uso della discrezionalitˆ, perchŽ si colloca in una fascia valutativa – fra il minimo ed il medio edittale appunto – all’interno della quale il legislatore stesso prevede la sanzione come corrispondente alla gravitˆ media della violazione e del pericolo futuro.
In tali casi l’obbligo di motivazione pu˜ ritenersi soddisfatto mediante la semplice menzione dell’adeguatezza o della congruitˆ della sanzione (cfr., Sez. 4, n. 5425 del 21/12/2022, dep. 2023, COGNOME, in motivazione; Sez. 4, n. 21194 del 27/03/2012, COGNOME, Rv. 252738 – 01; Sez. 4, n. 35670 del 26/06/2007, COGNOME, Rv. 237470 Ð 01; Sez. 4, n. 18368 del 28/04/2021, COGNOME, in motivazione, e Sez. 4, n. 2278 del 20/01/1998, COGNOME, Rv. 210395 – 01, che fanno riferimento all’applicazione della sanzione in misura modesta e comunque inferiore alla media; Sez. 4, n. 21574 del 29/01/2014, COGNOME, Rv. 259211 – 01, che fa riferimento all’ipotesi del mancato superamento della media edittale e all’insussistenza di specifici elementi di meritevolezza dell’imputato).
Diversamente, quando ci si discosta da quella medietˆ – e tanto più ci si discosta – è necessario spiegare per quale motivo i parametri che si analizzano inducono ad applicare una sanzione superiore, perchŽ il superamento di quella soglia implica una valutazione della gravitˆ che supera la ‘media’ e il giudice deve spiegarne le ragioni (Sez. 4, n. 37628 del 30/09/2021, COGNOME, in motivazione; Sez. F, n. 24023 del 20/08/2020, COGNOME, in motivazione).
1.4. Di tali principi la sentenza impugnata ha fatto corretta applicazione, evidenziando la gravitˆ delle violazioni cautelari e le conseguenze lesive che ne sono derivate (p. 3).
Si tratta di motivazione sufficiente, oltre che coerente con il principio per cui il giudice, nella individuazione della durata della sanzione, deve dare conto di aver impiegato i criteri di cui all’art. 218, comma 2, cod. strada, compiendo una valutazione in relazione all’entitˆ del danno apportato, alla gravitˆ della violazione commessa, nonchŽ al pericolo che l’ulteriore circolazione potrebbe cagionare.
Motivazione che, quindi, pone in diretta correlazione i parametri di cui all’art. 218 cod. strada alla commisurazione giudiziale della sanzione.
Al rigetto del ricorso segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, ai sensi dellÕart. 616 cod. proc. pen.
Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.
Cos’ deciso in Roma, il 15 ottobre 2025
Il AVV_NOTAIO estensore NOME COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME