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Sanatoria stranieri: esclusione per reingresso illegale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4855/2024, ha confermato la condanna di un cittadino straniero per reingresso illegale in Italia. Il caso chiarisce che la presentazione di una domanda di sanatoria stranieri non sospende il procedimento penale per chi ha violato un precedente ordine di espulsione con accompagnamento alla frontiera, poiché questa specifica fattispecie di reato è esclusa dal beneficio della regolarizzazione.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanatoria Stranieri: Limiti e Esclusioni in Caso di Reingresso Illegale

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 4855 del 2024, offre un importante chiarimento sui confini applicativi della cosiddetta sanatoria stranieri, introdotta con il D.L. n. 34 del 2020 per la regolarizzazione dei lavoratori stranieri. La Suprema Corte ha stabilito che il beneficio della sospensione dei procedimenti penali non si estende al grave reato di reingresso illegale sul territorio nazionale da parte di chi era già stato espulso con accompagnamento coattivo alla frontiera. Questa decisione delinea un perimetro preciso, distinguendo tra diverse tipologie di illeciti legati all’immigrazione.

I Fatti del Caso: Dall’Espulsione alla Domanda di Regolarizzazione

La vicenda giudiziaria ha origine dall’arresto di un cittadino straniero, avvenuto nel febbraio 2021, per essere stato trovato in Italia nonostante un provvedimento di espulsione emesso nel 2017 ed eseguito con accompagnamento diretto in Marocco. In sua difesa, l’imputato aveva sostenuto di non aver compreso il significato del termine ‘espulsione’.

Condannato in primo grado e in appello alla pena di otto mesi di reclusione per il reato previsto dall’art. 13, comma 13, del D.Lgs. 286/1998 (Testo Unico Immigrazione), l’uomo ha proposto ricorso per cassazione. Il motivo principale del ricorso si fondava sull’erronea applicazione dell’art. 103 del D.L. 34/2020. Secondo la difesa, avendo presentato un’istanza di emersione (sanatoria), il procedimento penale a suo carico avrebbe dovuto essere sospeso in attesa dell’esito della domanda.

La Decisione della Cassazione sulla Sanatoria Stranieri

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e confermando la condanna. I giudici hanno chiarito la portata della normativa sulla sanatoria stranieri, evidenziando le specifiche esclusioni che ne limitano l’applicazione.

L’Inapplicabilità della Sospensione del Processo

Il ricorrente invocava la sospensione del processo prevista dal comma 11 dell’art. 103, che si applica ai procedimenti penali per ‘ingresso e soggiorno illegale nel territorio nazionale’. Tuttavia, la Corte ha specificato che questa previsione normativa non copre la fattispecie di reato contestata all’imputato. Il reingresso in violazione di un ordine di espulsione eseguito con la forza pubblica è un reato distinto e più grave del semplice soggiorno irregolare (previsto dall’art. 10-bis del T.U. Immigrazione).

Le Esclusioni Previste dalla Norma sulla Sanatoria

A rafforzare questa interpretazione, la Suprema Corte ha richiamato il comma 10 dello stesso art. 103, il quale elenca esplicitamente le categorie di stranieri escluse dal beneficio della sanatoria. Tra queste figurano proprio ‘gli stranieri che sono stati colpiti da un provvedimento di espulsione ai sensi dell’art. 13 commi 1 e 2, lett. c) del d.lgs 286/98’. Poiché l’imputato era stato destinatario proprio di un provvedimento di questo tipo, la sua situazione ricadeva pienamente nell’ipotesi di esclusione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di un’interpretazione letterale e sistematica della legge. Il legislatore, nel prevedere la sanatoria stranieri, ha inteso offrire una possibilità di regolarizzazione a determinate categorie di lavoratori, ma ha al contempo voluto escludere soggetti considerati pericolosi o che hanno violato in modo grave le norme sull’immigrazione. Il reingresso illegale dopo un’espulsione coattiva rappresenta una di queste gravi violazioni, in quanto manifesta un’aperta sfida ai provvedimenti dell’autorità statale. Pertanto, il reato per cui si procedeva non poteva rientrare nell’ambito operativo della sanatoria, essendo proprio la condizione soggettiva dell’imputato (soggetto espulso) a precludere l’accesso al beneficio. La Corte ha quindi concluso che i giudici di merito avevano correttamente respinto la richiesta di sospensione del procedimento, procedendo legittimamente alla condanna.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza consolida un principio fondamentale: la sanatoria stranieri non è un’amnistia generalizzata. Esistono precisi paletti normativi che ne impediscono l’applicazione a situazioni ritenute dal legislatore particolarmente gravi. La pronuncia chiarisce che la presentazione di una domanda di regolarizzazione non costituisce uno scudo contro le conseguenze penali per chi ha violato un ordine di espulsione con accompagnamento alla frontiera. Gli operatori del diritto e i cittadini stranieri devono quindi essere consapevoli che il reingresso illegale dopo l’espulsione è una condotta che preclude l’accesso ai percorsi di emersione, con la conseguenza che i relativi procedimenti penali proseguiranno il loro corso senza alcuna sospensione.

La presentazione di una domanda di sanatoria sospende sempre i procedimenti penali per immigrazione clandestina?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la sospensione non opera per il reato più grave di reingresso illegale nel territorio nazionale in violazione di un precedente provvedimento di espulsione con accompagnamento alla frontiera, come previsto dall’art. 13, comma 13, del d.lgs. 286/1998.

Chi è escluso dalla possibilità di beneficiare della sanatoria stranieri secondo questa sentenza?
La sentenza conferma che sono esclusi dalla sanatoria gli stranieri che sono stati destinatari di un provvedimento di espulsione ai sensi dell’art. 13, commi 1 e 2, lett. c) del d.lgs. 286/98, come nel caso di specie dove l’imputato era stato espulso con accompagnamento forzato alla frontiera.

Qual è la differenza tra il reato di ‘ingresso e soggiorno illegale’ e quello di ‘reingresso illegale’ ai fini della sanatoria?
Secondo la Corte, l’espressione ‘ingresso e soggiorno illegale’ per cui opera la sanatoria si riferisce alla fattispecie meno grave (art. 10 bis d.lgs. 286/98). Il reato di ‘reingresso illegale’ dopo un’espulsione con accompagnamento alla frontiera (art. 13, comma 13) è una fattispecie diversa e più grave, esplicitamente esclusa dall’operatività della sanatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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