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Sanatoria abuso edilizio: quando è inammissibile

Un cittadino condannato per un abuso edilizio ricorre in Cassazione invocando la nuova sanatoria. La Corte dichiara il ricorso inammissibile perché la richiesta di sanatoria abuso edilizio era generica e non pertinente a un’opera realizzata senza alcun titolo, confermando la condanna.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sanatoria Abuso Edilizio: Limiti e Inammissibilità del Ricorso Generico

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 16680 del 2025, offre importanti chiarimenti sui limiti di applicazione della sanatoria abuso edilizio, specialmente alla luce delle recenti novità normative. La pronuncia sottolinea come non sia sufficiente presentare una generica istanza per ottenere la sospensione del procedimento penale, soprattutto quando l’abuso consiste in un’opera realizzata completamente senza titolo. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine dalla condanna di un cittadino per il reato previsto dall’art. 44, comma 1, lett. b) del D.P.R. 380/01 (Testo Unico dell’Edilizia). La condanna, emessa dal Tribunale di Napoli, era stata confermata anche dalla Corte di Appello. L’imputato aveva realizzato un’opera abusiva, nello specifico la creazione di una nuova superficie sopraelevata all’interno di un locale preesistente, senza il necessario permesso di costruire.

Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su tre distinti motivi.

I Motivi del Ricorso: Sanatoria Abuso Edilizio e Vizi di Calcolo della Pena

Il ricorrente ha contestato la decisione della Corte di Appello adducendo tre principali vizi:

1. Mancata sospensione del processo: Si lamentava che i giudici non avessero sospeso il procedimento penale, nonostante la presentazione di un’istanza di sanatoria basata sulle nuove disposizioni introdotte dal D.L. 69/2024.
2. Violazione delle regole di calcolo della pena: Si contestava il modo in cui la Corte di Appello aveva rideterminato la pena, sanando le lacune della sentenza di primo grado che non aveva esplicitato la pena base e l’aumento per il reato satellite. Secondo il ricorrente, ciò avrebbe violato il principio devolutivo e il divieto di reformatio in peius.
3. Motivazione insufficiente sulla pena: Infine, si criticava la motivazione della pena come illogica e insufficiente, specie riguardo all’aumento per il reato continuato.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso, dichiarandoli inammissibili o manifestamente infondati. Vediamo nel dettaglio il ragionamento seguito dai giudici.

Il Primo Motivo: L’Inammissibilità della Richiesta di Sanatoria

La Corte ha ritenuto il primo motivo inammissibile per genericità. Il ricorso non specificava né la tipologia esatta di sanatoria richiesta né la sua pertinenza rispetto all’abuso commesso. La Cassazione ha ricordato che le recenti novità legislative, che hanno eliminato il requisito della “doppia conformità”, sono circoscritte a ipotesi specifiche, come abusi realizzati in parziale difformità o casi di variazioni essenziali.

Nel caso di specie, l’opera era stata realizzata sine titulo, ovvero in totale assenza del permesso di costruire, una fattispecie ben diversa e più grave, alla quale le nuove norme sulla sanatoria non sono applicabili. Pertanto, una generica istanza non può giustificare la sospensione del processo.

Il Secondo e Terzo Motivo: La Correttezza nel Calcolo della Pena

Anche gli altri due motivi sono stati respinti. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il giudice di appello ha il potere di integrare la motivazione della sentenza di primo grado. Se il primo giudice omette di dettagliare il calcolo della pena (pena base, attenuanti, aumenti), si tratta di una lacuna motivazionale e non di una nullità. La Corte di Appello, quindi, ha agito correttamente nel specificare il calcolo, fissando una pena base, applicando la riduzione per le attenuanti generiche e determinando l’aumento per il reato satellite.

La motivazione sulla dosimetria della pena è stata inoltre giudicata adeguata e logica, poiché teneva conto delle “ampie dimensioni dell’abuso” e della “consistenza strutturale del soppalco”, elementi che giustificavano la pena inflitta.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su principi giuridici chiari. In primo luogo, un ricorso deve essere specifico e non generico. Non basta invocare una nuova legge sulla sanatoria abuso edilizio; è necessario dimostrare che essa sia concretamente applicabile al caso di specie. In secondo luogo, la Corte distingue nettamente tra abusi minori, potenzialmente sanabili con procedure semplificate, e opere realizzate in totale assenza di titolo, che richiedono un rigore maggiore. Infine, viene confermato il potere del giudice d’appello di integrare e correggere le lacune motivazionali della sentenza di primo grado, senza che ciò costituisca una violazione dei diritti dell’imputato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza rappresenta un importante monito per chi intende avvalersi delle nuove normative in materia edilizia. Dimostra che le procedure di sanatoria hanno confini precisi e non possono essere utilizzate come uno strumento per bloccare indiscriminatamente i processi penali per abusi gravi. Per i professionisti legali, emerge la necessità di formulare ricorsi dettagliati e pertinenti, argomentando in modo specifico l’applicabilità delle norme invocate. Per i cittadini, resta il messaggio che la realizzazione di opere senza alcun titolo edilizio costituisce un illecito grave, le cui conseguenze penali non possono essere facilmente eluse.

È possibile ottenere la sospensione del processo penale per abuso edilizio presentando una generica istanza di sanatoria?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’istanza di sanatoria deve essere specifica, pertinente alla tipologia di abuso contestato e non può essere invocata genericamente. In particolare, la nuova sanatoria che elimina il requisito della doppia conformità non si applica a opere realizzate completamente senza titolo (sine titulo), ma a casi specifici di difformità parziale o variazioni essenziali.

Se il giudice di primo grado non specifica come ha calcolato la pena, la sentenza è nulla?
No, non si tratta di nullità. Secondo la sentenza, è una lacuna motivazionale che il giudice d’appello può colmare. Il giudice del gravame ha il potere di integrare la motivazione, specificando la pena base, le riduzioni e gli aumenti, senza violare alcun principio, purché la decisione sia adeguatamente motivata.

Quali criteri usa il giudice per determinare l’entità della pena per un abuso edilizio?
La sentenza evidenzia che il giudice valuta elementi concreti come le dimensioni dell’abuso e la consistenza strutturale dell’opera. Nel caso specifico, la pena è stata ritenuta adeguata in ragione delle “ampie dimensioni dell’abuso” e della “consistenza strutturale del soppalco” realizzato, che dimostravano la rilevanza complessiva dell’illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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