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Rito cartolare: quando non si può chiedere rinvio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati, condannati per lesioni colpose e favoreggiamento. La sentenza chiarisce un importante principio processuale: nel giudizio d’appello che si svolge con rito cartolare, per mancata richiesta di trattazione orale, il difensore non può invocare il legittimo impedimento per ottenere un rinvio. La Corte ha inoltre ribadito che non può riesaminare nel merito i fatti, confermando la condanna basata su una solida testimonianza oculare.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rito cartolare e legittimo impedimento: la Cassazione fa chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 44989 del 2024, offre un’importante lezione sul funzionamento del processo penale d’appello, in particolare riguardo al rito cartolare. Questo caso, che nasce da un incidente stradale, mette in luce le differenze procedurali tra l’udienza tradizionale e quella basata solo su atti scritti, con conseguenze dirette sui diritti della difesa. La Corte ha stabilito che, in assenza di una tempestiva richiesta di trattazione orale, non è possibile chiedere il rinvio dell’udienza per legittimo impedimento del difensore.

I fatti del caso: da un incidente a due condanne

La vicenda giudiziaria ha origine da un sinistro stradale. Un automobilista veniva condannato in primo grado per lesioni personali colpose, ritenuto responsabile dell’incidente. Un secondo soggetto veniva invece condannato per favoreggiamento personale, per aver fornito agli inquirenti dichiarazioni false al fine di aiutare il primo imputato a eludere le proprie responsabilità.
La Corte di Appello confermava la sostanza della decisione, riformandola solo parzialmente sulla pena. Contro questa sentenza, i due imputati proponevano ricorso per Cassazione attraverso il loro difensore.

I motivi del ricorso: errore procedurale e vizio di motivazione

I ricorsi si basavano su due argomenti principali:

1. Violazione di una norma processuale: La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare un’istanza di rinvio per legittimo impedimento del legale, trasmessa tempestivamente. Secondo i ricorrenti, questa omissione avrebbe causato la nullità della sentenza.
2. Vizio di motivazione: Si contestava la ricostruzione dei fatti. La difesa affermava che le prove raccolte (fotografie e testimonianze) non fossero sufficienti a superare ogni ragionevole dubbio e che una diversa interpretazione avrebbe collocato il punto d’impatto nella corsia di marcia del loro assistito, scagionandolo.

La decisione sul rito cartolare e il legittimo impedimento

La Cassazione ha respinto con forza il primo motivo, qualificandolo come infondato. Il punto centrale della decisione riguarda la natura del procedimento d’appello. I giudici hanno specificato che il processo si era svolto secondo il rito cartolare, ovvero una procedura scritta, poiché la difesa non aveva richiesto una trattazione orale. In questo contesto, la normativa che disciplina il rinvio per legittimo impedimento del difensore (art. 420-ter c.p.p.) non trova applicazione. Tale norma, infatti, presuppone la necessaria comparizione personale del difensore, evenienza non prevista nel rito cartolare. La Corte ha richiamato un suo recente e autorevole precedente (Sez. 6, n. 38270/2024) per confermare questo principio: nessuna udienza, nessun obbligo di comparizione, nessuna possibilità di invocare un impedimento a comparire.

La valutazione della responsabilità nel rito cartolare

Anche il secondo motivo è stato giudicato palesemente infondato. La Corte ha evidenziato come le sentenze di primo e secondo grado fossero giunte alle medesime conclusioni, realizzando una cosiddetta “doppia conforme”. In questi casi, le due motivazioni si saldano, formando un unico blocco argomentativo. I giudici del merito avevano basato la condanna su elementi solidi e coerenti, in particolare sulla testimonianza di un teste oculare. Quest’ultimo aveva descritto una manovra di sorpasso non consentita (con superamento di una doppia linea continua) da parte dell’imputato, che aveva invaso la corsia opposta causando l’impatto. Di fronte a una ricostruzione così logica e ben fondata, le dichiarazioni del secondo imputato sono apparse palesemente false e finalizzate ad aiutare il coimputato.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione di inammissibilità su due pilastri. Sul piano procedurale, ha stabilito che il rito cartolare in appello esclude l’applicazione delle norme sul legittimo impedimento a comparire, poiché la partecipazione fisica del difensore non è prevista né necessaria. Sul piano sostanziale, ha ribadito il proprio ruolo di giudice di legittimità, non di merito. Le censure dei ricorrenti miravano a una rivalutazione delle prove e a una lettura alternativa dei fatti, un’operazione preclusa alla Cassazione. L’impianto argomentativo dei giudici di merito è stato ritenuto congruo, lineare e privo di illogicità, fondato su prove decisive che non lasciavano spazio a un ragionevole dubbio.

Le conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale per chi opera nel diritto penale: la scelta del rito processuale ha conseguenze determinanti. Optare (o non opporsi) per un rito cartolare in appello significa accettare una procedura basata esclusivamente sugli atti scritti, rinunciando alla possibilità di chiedere rinvii per impedimenti che presuppongono la presenza fisica in udienza. La decisione ribadisce inoltre la solidità del principio della “doppia conforme” e il limite invalicabile del giudizio di Cassazione, che non può trasformarsi in un terzo grado di merito per riesaminare le prove. Di conseguenza, i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili, con condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile chiedere un rinvio per legittimo impedimento in un appello trattato con rito cartolare?
No, la sentenza chiarisce che se il processo d’appello si svolge con rito cartolare per mancata richiesta di trattazione orale, non si applica la previsione dell’art. 420-ter cod. proc. pen. in tema di legittimo impedimento a comparire del difensore, poiché non è prevista la sua comparizione personale.

Cosa significa “doppia conforme” e quale effetto ha sul ricorso in Cassazione?
Significa che le sentenze di primo e secondo grado giungono alla stessa conclusione sulla colpevolezza con motivazioni coerenti. Questo crea un unico e solido complesso motivazionale, rendendo più difficile per il ricorrente contestare la ricostruzione dei fatti in Cassazione, il cui compito è solo verificare la logicità della motivazione, non riesaminare le prove.

Perché il motivo sulla ricostruzione dell’incidente è stato respinto?
È stato respinto perché i giudici di merito avevano motivato in modo logico e congruo la responsabilità degli imputati, basandosi su prove decisive come la testimonianza di un teste oculare. La richiesta dei ricorrenti è stata interpretata come un tentativo inammissibile di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione del compendio probatorio, operazione che esula dalle sue funzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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