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Rito abbreviato e continuazione: la riduzione di pena

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33315/2024, ha chiarito un punto cruciale in materia di rito abbreviato e continuazione. Ha stabilito che il giudice dell’esecuzione, nel rideterminare la pena unificata, deve applicare la riduzione di un terzo anche sull’aumento per il reato satellite giudicato con rito abbreviato, e deve specificarlo chiaramente in motivazione. La mancata esplicitazione di tale calcolo comporta l’annullamento dell’ordinanza limitatamente alla determinazione della pena.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rito Abbreviato e Continuazione: Obbligo di Motivazione sulla Riduzione di Pena

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha fornito un’importante precisazione sul calcolo della pena nei casi di rito abbreviato e continuazione. Questo intervento chiarisce l’obbligo per il giudice dell’esecuzione di motivare esplicitamente l’applicazione della riduzione di un terzo prevista dal rito speciale anche sull’aumento di pena per il reato satellite. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione fondamentale.

Il Contesto del Ricorso: La Decisione del Giudice dell’Esecuzione

Il caso trae origine dal ricorso di un condannato che aveva chiesto al Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Torino, in funzione di giudice dell’esecuzione, il riconoscimento della continuazione tra i reati oggetto di tre diverse sentenze irrevocabili. Il GIP accoglieva parzialmente la richiesta, unificando le pene relative a due condanne, entrambe definite con rito abbreviato.

Nel rideterminare la sanzione complessiva, il giudice individuava la violazione più grave, partendo da una pena base di otto mesi di reclusione e 1000 euro di multa. Successivamente, applicava un aumento di due mesi e 150 euro di multa per il reato satellite, giungendo a una pena finale di dieci mesi di reclusione e 1150 euro di multa. Tuttavia, l’ordinanza non specificava se l’aumento per il reato satellite fosse stato calcolato tenendo conto della riduzione di un terzo prevista per il rito abbreviato con cui era stato giudicato.

Rito Abbreviato e Continuazione: La Violazione Contestata

Il difensore del condannato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione dell’art. 442, comma 2, del codice di procedura penale. Il motivo del ricorso era chiaro: il giudice dell’esecuzione non aveva applicato, o quantomeno non aveva dato atto di aver applicato, la riduzione premiale di un terzo sull’aumento di pena relativo al reato satellite.

La difesa ha sostenuto che, essendo entrambi i reati unificati stati giudicati con rito abbreviato, la riduzione doveva essere applicata. La giurisprudenza di legittimità, richiamata nel ricorso, conferma che l’aumento di pena per il reato satellite, quando questo è stato giudicato con rito abbreviato, deve essere soggetto alla riduzione premiale. La mancanza di chiarezza nella motivazione del giudice dell’esecuzione costituiva, quindi, un vizio del provvedimento.

La Posizione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: in tema di riconoscimento della continuazione in executivis, qualora il giudizio relativo al reato satellite sia stato celebrato con il rito abbreviato, l’aumento di pena irrogato in applicazione dell’art. 81 cod. pen. è soggetto alla riduzione di cui all’art. 442 cod. proc. pen.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha sottolineato che il giudice dell’esecuzione ha l’obbligo di specificare, nella motivazione del suo provvedimento, di aver tenuto conto di tale riduzione. Sebbene la riduzione sia un’operazione aritmeticamente predeterminata e non richieda una motivazione sul quantum, la sua applicazione deve essere comunque esplicitata per garantire la trasparenza e la controllabilità del calcolo della pena. Nel caso di specie, dall’ordinanza impugnata non era possibile accertare se, nella quantificazione dell’aumento, si fosse tenuto conto della riduzione comportata dal rito abbreviato. Questo vizio di motivazione ha reso necessario l’annullamento del provvedimento.

Le Conclusioni e l’Impatto della Sentenza

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza impugnata, limitatamente alla parte relativa alla determinazione della pena. Il caso è stato rinviato al Tribunale di Torino-Ufficio GIP per un nuovo esame. Questa sentenza rafforza il principio di legalità della pena e il diritto del condannato a una motivazione chiara e completa. Impone ai giudici dell’esecuzione un onere di chiarezza fondamentale: devono sempre indicare se e come la riduzione per il rito abbreviato sia stata applicata nel calcolo dell’aumento di pena per la continuazione, evitando così incertezze e garantendo il pieno rispetto dei benefici processuali previsti dalla legge.

Quando si applica la continuazione tra reati, di cui uno giudicato con rito abbreviato, la riduzione di pena si applica anche all’aumento per il reato satellite?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, qualora il reato satellite sia stato giudicato con rito abbreviato, l’aumento di pena applicato per la continuazione è soggetto alla riduzione premiale di un terzo prevista dall’art. 442 cod. proc. pen.

Il giudice dell’esecuzione deve specificare in motivazione di aver applicato la riduzione di un terzo?
Sì. Secondo la sentenza, il giudice deve esplicitamente indicare nella motivazione del provvedimento di aver tenuto conto della riduzione di pena. Anche se il calcolo è puramente aritmetico, la sua menzione è necessaria per la trasparenza e la correttezza del provvedimento.

Cosa succede se l’ordinanza del giudice non chiarisce se la riduzione di pena è stata applicata?
Se dal testo dell’ordinanza non è possibile accertare se il giudice abbia considerato la riduzione di pena derivante dal rito abbreviato, il provvedimento è viziato. In tal caso, come avvenuto nella vicenda in esame, la Corte di Cassazione può annullare l’ordinanza con rinvio per un nuovo giudizio sulla determinazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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