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Rito abbreviato: calcolo errato della multa

La Corte di Cassazione interviene su una sentenza di condanna per tentato furto aggravato. Un imputato ottiene la correzione di un errore di calcolo sulla multa, poiché la riduzione per il rito abbreviato non era stata applicata nella misura fissa di un terzo. L’altro ricorso, volto a ottenere le attenuanti generiche, viene dichiarato inammissibile perché basato su motivi già valutati e ritenuti infondati dalla corte d’appello.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rito Abbreviato: La Cassazione Corregge l’Errore di Calcolo sulla Multa

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31509/2024, è intervenuta su un caso di tentato furto aggravato, offrendo importanti chiarimenti su due aspetti cruciali del processo penale: il calcolo della pena nel rito abbreviato e i limiti del ricorso in Cassazione per il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. La pronuncia evidenzia come la precisione matematica nel calcolo delle pene sia un diritto dell’imputato e come la discrezionalità del giudice di merito trovi un confine invalicabile nel sindacato di legittimità.

I Fatti del Processo

Due individui venivano condannati in appello per tentato furto aggravato. La Corte territoriale aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, dichiarando il non doversi procedere per alcuni capi d’imputazione per difetto di querela, ma confermando la responsabilità per il reato principale. Le pene erano state rideterminate in un anno e quattro mesi di reclusione e 300 euro di multa per un imputato, e un anno di reclusione e 200 euro di multa per il complice. Entrambi decidevano di ricorrere in Cassazione, sollevando questioni distinte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha adottato una decisione divisa in due: ha accolto il ricorso del primo imputato e dichiarato inammissibile quello del secondo.

Per il primo ricorrente, la Corte ha rilevato un palese errore di calcolo. La pena pecuniaria era stata ridotta in misura inferiore a un terzo, violando la regola fissa prevista per chi sceglie il rito abbreviato. Di conseguenza, la Corte ha corretto direttamente la sentenza, rideterminando la multa nell’importo corretto di 267 euro.

Per il secondo ricorrente, che lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Le sue censure sono state giudicate una mera riproposizione di argomenti già esaminati e motivatamente respinti dalla Corte d’Appello.

Le motivazioni: Rito Abbreviato e la discrezionalità del Giudice

Le motivazioni della Corte chiariscono la differenza tra un errore di diritto e una valutazione di merito.

Nel caso del primo imputato, la questione era puramente giuridica e matematica. L’articolo 442, comma 2, del codice di procedura penale stabilisce che, in caso di condanna tramite rito abbreviato, la pena è diminuita di un terzo. Questa riduzione non è discrezionale, ma obbligatoria e fissa. La Corte d’Appello, partendo da una pena base di 400 euro, l’aveva ridotta a 300 euro, applicando una diminuzione di solo un quarto. La Cassazione, rilevando l’errore materiale, ha agito secondo i suoi poteri correttivi (ex art. 619 c.p.p.), ricalcolando la pena corretta senza bisogno di un nuovo processo.

Per il secondo imputato, invece, la questione verteva sul trattamento sanzionatorio e sulle attenuanti generiche, un ambito che rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. La Corte ha ribadito un principio consolidato (jus receptum): per negare le attenuanti, il giudice non deve analizzare ogni singolo elemento favorevole, ma è sufficiente che motivi la sua decisione basandosi sugli aspetti ritenuti decisivi. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva adeguatamente giustificato il diniego sottolineando la gravità della condotta, l’organizzazione del crimine (commesso da più persone) e la preparazione di una via di fuga. Tale motivazione, essendo priva di vizi logici, non è sindacabile in sede di legittimità.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre due lezioni pratiche fondamentali. La prima è che il calcolo della pena, specialmente nell’ambito di riti premiali come il rito abbreviato, deve essere eseguito con la massima precisione, poiché un errore in tal senso costituisce una violazione di legge che può essere corretta direttamente in Cassazione. La seconda è che le valutazioni discrezionali del giudice di merito, come quelle sulle attenuanti generiche, sono difficilmente contestabili in Cassazione se supportate da una motivazione logica e coerente. Il ricorso di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti.

Perché la multa di uno degli imputati è stata ridotta dalla Corte di Cassazione?
La multa è stata ridotta perché la Corte d’Appello aveva commesso un errore di calcolo. Nel rito abbreviato, la legge impone una riduzione fissa della pena di un terzo. La corte territoriale aveva applicato una riduzione inferiore, e la Cassazione ha corretto l’errore ripristinando la diminuzione corretta.

Per quale motivo il ricorso del secondo imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile perché contestava la decisione discrezionale del giudice di non concedere le attenuanti generiche. La Corte di Cassazione ha stabilito che la motivazione della corte d’appello (basata sulla gravità del reato e sulla sua pianificazione) era logica e sufficiente, e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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