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Risarcimento parziale: no attenuante per reato complesso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina, stabilendo che il risarcimento parziale del danno non è sufficiente per la concessione dell’attenuante di cui all’art. 62 n. 6 c.p. quando il reato è plurioffensivo, ovvero lede sia il patrimonio che la persona. La Corte ha ritenuto che il versamento di una somma non potesse compensare integralmente i danni materiali (un’auto restituita con motore fuso) e quelli morali derivanti dalle lesioni fisiche inferte alla vittima.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Risarcimento Parziale: Insufficiente per l’Attenuante nei Reati Complessi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di diritto penale: in caso di reati che ledono più beni giuridici, il risarcimento parziale non è sufficiente per ottenere la circostanza attenuante del danno riparato. La pronuncia chiarisce che la riparazione, per essere efficace, deve essere integrale e coprire tutti i pregiudizi causati alla vittima, sia materiali che morali.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un uomo condannato per il reato di rapina ai danni della sua convivente. L’imputato aveva sottratto alla donna un’autovettura, che le era stata successivamente restituita, ma con il motore irrimediabilmente danneggiato. Oltre al danno patrimoniale, la condotta criminosa aveva causato anche lesioni fisiche alla persona offesa.

Nel corso del procedimento, l’imputato aveva tentato di ottenere una riqualificazione del reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni (c.d. “ragion fattasi”) e, in subordine, l’applicazione della circostanza attenuante prevista dall’art. 62 n. 6 del codice penale, sostenendo di aver riparato il danno. La sua difesa si basava sull’assunto che l’auto fosse stata solo temporaneamente messa a sua disposizione e che il versamento di una somma di denaro costituisse un’adeguata compensazione.

L’Analisi della Corte e il concetto di risarcimento parziale

La Corte di Cassazione, confermando la decisione della Corte d’Appello, ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo una semplice riproposizione di censure già esaminate e respinte. I giudici di merito avevano infatti accertato, sulla base delle prove raccolte (incluse le conversazioni tra le parti), che l’autovettura era intestata e in uso esclusivo della persona offesa e che non esisteva alcun accordo che ne giustificasse la sottrazione da parte dell’imputato.

Il punto cruciale della decisione riguarda tuttavia il diniego dell’attenuante. La Corte ha sottolineato come il reato in questione fosse di natura “plurioffensiva”, avendo leso due distinti beni giuridici: il patrimonio (per la sottrazione e il danneggiamento del veicolo) e l’integrità fisica della vittima (per le lesioni subite).

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sulla necessità che la riparazione del danno, per giustificare una riduzione di pena, sia integrale e satisfattiva. In un reato plurioffensivo, non è sufficiente un risarcimento parziale che copra solo una parte del pregiudizio. Nel caso specifico, la somma versata dall’imputato non poteva compensare né l’intero danno materiale (la restituzione di un’auto con il motore fuso), né tantomeno il danno morale derivante dalle lesioni fisiche inferte.

La condotta riparatoria, per essere considerata valida ai fini dell’attenuante, deve dimostrare una reale volontà del reo di elidere, per quanto possibile, tutte le conseguenze negative della sua azione. Quando le conseguenze sono molteplici e di diversa natura (patrimoniale e non patrimoniale), la riparazione deve estendersi a ciascuna di esse. Un gesto meramente simbolico o parziale non è sufficiente a integrare i presupposti della norma.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida l’orientamento giurisprudenziale secondo cui, nei reati complessi che offendono più interessi, l’attenuante della riparazione del danno richiede una compensazione completa. Il principio è chiaro: un risarcimento parziale non basta. La decisione serve da monito, evidenziando che per beneficiare di una riduzione della pena, l’imputato deve farsi carico di tutte le conseguenze dannose del proprio comportamento illecito, senza escludere i danni morali e fisici inflitti alla vittima.

È possibile ottenere l’attenuante del risarcimento del danno se il risarcimento è solo parziale?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che, soprattutto in un reato plurioffensivo, il risarcimento deve essere integrale. Un risarcimento parziale che non copre la totalità dei danni, sia materiali che morali, non è ritenuto sufficiente per la concessione dell’attenuante.

Cosa si intende per reato plurioffensivo in questo specifico caso?
Si intende un reato che lede più beni giuridici tutelati dalla legge. Nel caso esaminato, la rapina ha leso sia il patrimonio della vittima (attraverso la sottrazione e il danneggiamento dell’autovettura) sia la sua integrità fisica (a causa delle lesioni inferte).

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato considerato una mera riproposizione di argomenti già presentati e respinti nei precedenti gradi di giudizio, senza sollevare nuovi vizi logici o giuridici nella sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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