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Risarcimento del danno: inammissibile ricorso generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro una condanna per rapina. La difesa lamentava il mancato riconoscimento dell’attenuante per il risarcimento del danno e la mancata applicazione di pene sostitutive. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che il risarcimento del danno era solo parziale (patrimoniale e non morale) e che la personalità dell’imputata non offriva garanzie per pene alternative, rendendo il ricorso generico e infondato.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Risarcimento del Danno e Pene Sostitutive: Il Ricorso Deve Essere Specifico

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: per essere accolto, un ricorso deve essere specifico e non generico. Il caso in esame riguardava una condanna per rapina pluriaggravata, in cui la difesa contestava sia la mancata concessione dell’attenuante per l’avvenuto risarcimento del danno, sia il diniego di pene sostitutive alla detenzione. Analizziamo la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

L’imputata era stata condannata in primo grado a una pena di un anno, sei mesi e venti giorni di reclusione, oltre a una multa, per i reati di rapina aggravata e porto di coltello. La Corte di Appello aveva dichiarato inammissibile il gravame per la genericità dei motivi.

Di fronte alla Corte di Cassazione, la difesa ha sollevato due questioni principali:
1. L’omessa sostituzione della pena detentiva con una misura alternativa, sostenendo che la condotta era stata episodica e che l’avvenuto risarcimento dimostrava un percorso di risocializzazione.
2. Il mancato riconoscimento dell’attenuante comune del risarcimento del danno (ex art. 62, n. 6 c.p.), data la volontarietà con cui era stato effettuato.

L’Analisi della Corte: I Motivi di Inammissibilità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo generico e manifestamente infondato. Sebbene la Corte d’Appello avesse dichiarato l’inammissibilità per genericità, aveva comunque esaminato nel merito le questioni, fornendo motivazioni che la difesa non è riuscita a scalfire con il ricorso in Cassazione.

Il risarcimento del danno solo parziale

Il primo punto cruciale riguarda l’attenuante del risarcimento del danno. Entrambi i giudici di merito avevano evidenziato come il risarcimento offerto avesse coperto unicamente il danno patrimoniale, tralasciando quello non patrimoniale (il cosiddetto danno morale). La giurisprudenza costante della Cassazione affida al giudice di merito la valutazione sulla ‘integralità’ del risarcimento. Per ottenere l’attenuante, il danno deve essere riparato completamente. Il ricorso della difesa è stato giudicato generico proprio perché non si è confrontato specificamente con questa motivazione, limitandosi a riproporre la propria tesi senza contestare l’argomentazione del giudice d’appello.

La prognosi negativa per le pene sostitutive

Anche il secondo motivo, relativo alla mancata applicazione di una pena sostitutiva, è stato respinto per ragioni simili. La Corte d’Appello aveva espresso un giudizio prognostico negativo sulla possibilità che la condannata adempisse alle prescrizioni di una misura alternativa. Questa valutazione non era campata in aria, ma si basava sulla personalità dell’imputata, definita “poco incline al rispetto delle prescrizioni e degli ordini dell’autorità”, e su precedenti violazioni commesse durante un periodo di arresti domiciliari. La tesi difensiva di un “fatto episodico e occasionale” è stata inoltre smentita dall’esistenza di due precedenti penali specifici. Anche in questo caso, la difesa non ha contestato efficacemente questa motivazione, rendendo il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione sottolineando che il ricorso è inammissibile quando non si confronta criticamente con le ragioni esposte nella sentenza impugnata. Limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte, senza smontare il ragionamento del giudice precedente, equivale a presentare un’impugnazione generica. La legge richiede che i motivi di ricorso indichino specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Nel caso di specie, la difesa non ha adeguatamente contestato né la parzialità del risarcimento né le basi fattuali del giudizio prognostico negativo espresso dalla Corte d’Appello. Di conseguenza, la Corte ha confermato l’inammissibilità del ricorso, condannando la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, ai fini del riconoscimento dell’attenuante, il risarcimento del danno deve essere integrale, coprendo sia la componente patrimoniale che quella non patrimoniale. Spetta al giudice di merito valutare tale integralità. In secondo luogo, un ricorso in Cassazione deve essere un atto di critica puntuale e specifica alla sentenza impugnata. Non è sufficiente ripetere le proprie tesi; è necessario individuare e contestare i vizi logici o giuridici nel ragionamento del giudice che ha emesso la decisione precedente. In mancanza di questa specificità, il ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna alle spese.

Perché l’attenuante del risarcimento del danno non è stata concessa?
Perché il risarcimento ha coperto solo il danno patrimoniale (perdita economica) e non quello non patrimoniale (sofferenza morale). Secondo la giurisprudenza, per l’applicazione dell’attenuante è necessario un risarcimento integrale del danno.

Per quale motivo la richiesta di pene sostitutive al carcere è stata respinta?
La richiesta è stata respinta perché la Corte d’Appello ha espresso un giudizio prognostico negativo, ritenendo che la condannata non avrebbe rispettato le prescrizioni. Questa valutazione si basava sulla sua personalità e su precedenti violazioni commesse durante gli arresti domiciliari.

Cosa rende un ricorso in Cassazione ‘generico’ e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico quando non contesta in modo specifico le motivazioni della sentenza impugnata. In questo caso, la difesa si è limitata a riproporre le proprie tesi senza affrontare e confutare le ragioni precise addotte dalla Corte d’Appello sulla parzialità del risarcimento e sulla prognosi negativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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