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Risarcimento del danno in omicidio colposo: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9180/2024, ha affrontato un caso di omicidio colposo derivante da un incidente stradale. Pur confermando la responsabilità del conducente per eccesso di velocità, ha annullato la decisione dei giudici di merito che negavano la circostanza attenuante del risarcimento del danno. La Corte ha chiarito che tale attenuante è compatibile con l’omicidio colposo e si applica anche quando il risarcimento è effettuato dall’assicurazione, purché l’imputato manifesti la volontà di farlo proprio.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Risarcimento del Danno e Omicidio Colposo: La Cassazione Apre all’Attenuante

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 9180/2024) ha riacceso il dibattito sull’applicabilità della circostanza attenuante del risarcimento del danno nei casi di omicidio colposo, in particolare quelli derivanti da incidenti stradali. La Corte, pur confermando la responsabilità penale dell’imputato, ha stabilito principi fondamentali riguardo alla riparazione del danno, anche quando questa avvenga tramite una compagnia assicurativa.

I Fatti del Caso: Incidente Mortale e Responsabilità del Conducente

Il caso trae origine da un tragico incidente stradale. Un automobilista, alla guida di una vettura sportiva ad alte prestazioni, procedeva a una velocità di 90 km/h in un tratto stradale con un limite di 50 km/h. A causa della velocità elevata e delle condizioni non ottimali dell’asfalto, perdeva il controllo del veicolo, invadeva la corsia opposta e si scontrava frontalmente con un’altra auto, causando la morte della conducente e della passeggera. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano condannato l’uomo per omicidio colposo, ritenendo la sua condotta di guida imprudente e la velocità eccessiva come cause dirette dell’incidente. I giudici di merito avevano inoltre negato la concessione dell’attenuante per l’avvenuto risarcimento alle famiglie delle vittime.

Il Ricorso in Cassazione: Guasto Tecnico e Diniego dell’Attenuante

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Vizio di motivazione: La difesa sosteneva che i giudici non avessero adeguatamente considerato la possibilità di un guasto tecnico al veicolo, omettendo di disporre una perizia specifica richiesta per accertare eventuali anomalie elettroniche che avrebbero potuto causare la perdita di controllo.
2. Erronea applicazione della legge: Veniva contestato il diniego della circostanza attenuante del risarcimento del danno (art. 62 n. 6, prima parte, c.p.), che i giudici di merito avevano ritenuto incompatibile con la gravità del reato di omicidio.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i due motivi di ricorso, giungendo a conclusioni diverse.

La Questione della Responsabilità e della Perizia Tecnica

Sul primo punto, la Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la declaratoria di responsabilità. I giudici hanno ritenuto che la decisione dei tribunali di merito fosse ben motivata e non illogica. La colpa del conducente era stata accertata sulla base di dati oggettivi e concordanti, come l’eccesso di velocità (90 km/h contro i 50 km/h consentiti), le condizioni della strada e la scelta di una modalità di guida “sportiva” inadatta al contesto. L’ipotesi di un guasto tecnico, avanzata dall’imputato, era rimasta una mera allegazione priva di riscontri probatori. Pertanto, la scelta di non disporre una nuova perizia è stata considerata legittima, in quanto non necessaria a fronte di un quadro probatorio già chiaro. La responsabilità dell’imputato è stata così dichiarata irrevocabile.

L’Applicabilità dell’Attenuante per il Risarcimento del Danno

Sul secondo punto, la Corte ha invece accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata limitatamente a tale aspetto. I giudici di legittimità hanno censurato l’errore della Corte d’Appello, che aveva negato l’attenuante del risarcimento del danno ritenendola incompatibile con il delitto di omicidio colposo.

La Cassazione ha chiarito un principio fondamentale: l’attenuante della riparazione integrale del danno, prevista dall’art. 62 n. 6, prima parte, c.p., ha una portata generale. La sua applicazione non è limitata a specifici reati (come quelli contro il patrimonio) ma si estende a qualsiasi fattispecie criminosa da cui scaturisca un danno risarcibile. Il giudice deve unicamente verificare due condizioni:
1. Che il danno sia stato integralmente riparato prima del giudizio.
2. Che, qualora il pagamento sia avvenuto tramite un terzo (come una compagnia assicurativa), l’imputato abbia manifestato una concreta e tempestiva volontà di far proprio tale risarcimento.

La gravità del reato non è un motivo per escludere a priori l’applicazione dell’attenuante, ma un elemento da considerare successivamente nel bilanciamento complessivo delle circostanze.

Le conclusioni

La sentenza n. 9180/2024 stabilisce in modo netto che la responsabilità penale per un grave reato come l’omicidio colposo non preclude il riconoscimento dell’attenuante per l’integrale risarcimento del danno. Annullando la sentenza su questo punto e rinviando alla Corte d’Appello per una nuova valutazione, la Cassazione ha riaffermato l’importanza della condotta riparatoria dell’imputato nel sistema sanzionatorio penale. Questa decisione sottolinea che, anche di fronte a conseguenze tragiche e irreversibili, lo sforzo di riparare le conseguenze economiche del reato deve essere valutato positivamente ai fini della determinazione della pena, a condizione che sia effettivo, integrale e riconducibile alla volontà dell’imputato.

È possibile ottenere l’attenuante per risarcimento del danno in caso di omicidio colposo?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la circostanza attenuante dell’integrale riparazione del danno (art. 62 n. 6, prima parte, c.p.) è compatibile con il delitto di omicidio colposo, in quanto la sua applicabilità non è limitata dalla natura del reato.

Il risarcimento pagato dall’assicurazione è valido per ottenere l’attenuante?
Sì, il risarcimento effettuato dalla compagnia assicurativa è valido ai fini dell’attenuante, a condizione che l’imputato dimostri di aver avuto conoscenza dell’intervento dell’assicuratore e abbia manifestato la volontà di fare propria tale condotta riparatoria.

Un presunto guasto tecnico al veicolo può escludere la colpa del conducente per eccesso di velocità?
No, se l’ipotesi del guasto tecnico rimane una mera affermazione non supportata da prove concrete, non è sufficiente a escludere la responsabilità del conducente. La colpa può essere affermata sulla base di elementi oggettivi come la velocità eccessiva e la condotta di guida inadeguata alle condizioni della strada.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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