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Rinvio pregiudiziale: inammissibile se esplorativo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile la richiesta di rinvio pregiudiziale avanzata dal G.i.p. del Tribunale di Ancona per decidere sulla competenza territoriale in un procedimento per reati fiscali e autoriciclaggio. La Suprema Corte ha stabilito che un rinvio pregiudiziale non può avere carattere meramente ‘esplorativo’, ma richiede che il giudice remittente analizzi preliminarmente la questione e motivi l’impossibilità di risolverla con gli strumenti ordinari, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinvio pregiudiziale e competenza: la Cassazione traccia i confini

Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale della procedura penale: i limiti di ammissibilità del rinvio pregiudiziale per la decisione sulla competenza territoriale. La Corte ha stabilito un principio chiaro: il giudice non può demandare alla Cassazione una decisione senza prima aver esperito un’approfondita analisi. Un rinvio meramente ‘esplorativo’ è destinato all’inammissibilità.

I fatti di causa

Il caso trae origine da un procedimento penale a carico di due imputati per gravi reati fiscali, tra cui l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e l’omessa dichiarazione IVA, cui si aggiungeva il reato di autoriciclaggio. Durante le fasi preliminari, la difesa degli imputati aveva sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale del Tribunale di Ancona, sostenendo che la giurisdizione spettasse ad altri fori (Milano, Monza, Verona o Vicenza), in base al luogo di commissione dei reati più gravi o alla sede di altri procedimenti connessi.

La questione giuridica e il rinvio pregiudiziale del G.i.p.

Di fronte a questa complessa eccezione, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) del Tribunale di Ancona, anziché decidere, ha optato per un rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione, ai sensi dell’art. 24-bis del codice di procedura penale. Nell’ordinanza di rinvio, il G.i.p. ha esposto le diverse tesi interpretative sul conflitto tra le norme speciali per i reati tributari (d.lgs. 74/2000) e quelle generali sulla connessione (art. 16 c.p.p.), senza tuttavia prendere una posizione definita e, di fatto, rimettendo alla Suprema Corte l’onere di scegliere la soluzione corretta.

L’analisi della Corte sul rinvio pregiudiziale

La Corte di Cassazione ha dichiarato la richiesta di rinvio inammissibile, sviluppando un’argomentazione rigorosa. I giudici di legittimità hanno ribadito che l’istituto del rinvio pregiudiziale non è uno strumento per delegare decisioni complesse. Al contrario, presuppone che il giudice remittente abbia già compiuto un’attenta analisi delle questioni sollevate e illustri compiutamente le ragioni che gli impediscono di giungere a una soluzione con gli ordinari strumenti processuali.

Nel caso specifico, la Corte ha rilevato diverse criticità:

1. Carattere esplorativo: La richiesta del G.i.p. è stata giudicata ‘inammissibilmente esplorativa’, poiché si limitava a presentare le possibili alternative senza effettuare una delibazione sulla serietà dell’eccezione né prendere una posizione.
2. Mancata analisi dei precedenti: Il G.i.p. non ha considerato adeguatamente che la questione della competenza territoriale del Tribunale di Ancona era già stata affrontata e confermata dalla stessa Cassazione in precedenti decisioni relative a misure cautelari nello stesso procedimento.
3. Analisi incompleta: L’ordinanza di rinvio era lacunosa, omettendo di confrontarsi con sentenze pertinenti, come una specifica pronuncia (la n. 29383 del 2024) che aveva già individuato la competenza per il connesso reato di autoriciclaggio.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda sul principio di responsabilità del giudice. L’articolo 24-bis c.p.p. non è una scorciatoia per evitare decisioni difficili. Il giudice ha il dovere di ‘tentare di comporre’ le deduzioni delle parti per raggiungere una decisione. Solo quando, dopo un completo percorso interpretativo, permane un’incertezza irrisolvibile, è possibile ricorrere al rinvio pregiudiziale. La Corte ha sottolineato che l’ordinanza del G.i.p., evitando di prendere posizione e concludendo con la rappresentazione di conclusioni alternative (Milano o Monza), conferiva alla rimessione proprio quel carattere esplorativo che la giurisprudenza costante considera causa di inammissibilità.

Le conclusioni

La sentenza rafforza un importante principio procedurale: il rinvio pregiudiziale è uno strumento eccezionale e non può trasformarsi in una consultazione preventiva della Corte di Cassazione. I giudici di merito devono farsi carico della responsabilità decisionale, analizzando a fondo le questioni procedurali. La decisione di inammissibilità comporta la restituzione degli atti al Tribunale di Ancona, che dovrà ora affrontare e risolvere nel merito l’eccezione di incompetenza, applicando correttamente i principi di diritto e tenendo conto delle precedenti pronunce della Suprema Corte.

Quando un rinvio pregiudiziale sulla competenza territoriale è considerato inammissibile?
Un rinvio pregiudiziale è inammissibile quando ha un carattere meramente ‘esplorativo’, ovvero quando il giudice remittente si limita a esporre diverse possibili soluzioni senza aver prima condotto una propria approfondita analisi, senza aver tentato di risolvere la questione e senza motivare le ragioni che gli impediscono di decidere.

Qual è l’obbligo del giudice prima di effettuare un rinvio pregiudiziale ai sensi dell’art. 24-bis cod. proc. pen.?
Il giudice è tenuto ad analizzare preventivamente le deduzioni delle parti, a tentare di risolvere la questione utilizzando gli ordinari strumenti processuali e a illustrare compiutamente il percorso interpretativo seguito. Solo se, all’esito di questa analisi, non riesce a risolvere il dubbio, può rimettere la questione alla Corte di Cassazione con un’ordinanza motivata.

La Corte di Cassazione può ignorare che la stessa questione sia già stata trattata in sede cautelare?
No. Nel dichiarare l’inammissibilità, la Corte ha evidenziato che il giudice del rinvio non aveva tenuto adeguatamente conto del fatto che la competenza territoriale era già stata oggetto di valutazione e conferma da parte della stessa Cassazione in precedenti decisioni riguardanti le misure cautelari nel medesimo procedimento, rendendo la sua richiesta ulteriormente problematica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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