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Rinvio pregiudiziale competenza: limiti Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10703/2024, ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale competenza territoriale sollevato da un G.i.p. in un caso di frode fiscale. Il quesito riguardava se la sede operativa di una società fosse reale o fittizia per determinare il tribunale competente. La Corte ha stabilito che tale valutazione è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito, non delegabile al giudice di legittimità.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinvio Pregiudiziale Competenza: la Cassazione traccia i confini tra fatto e diritto

L’introduzione dell’art. 24-bis nel codice di procedura penale ha dotato i giudici di uno strumento per risolvere preventivamente le questioni sulla competenza territoriale: il rinvio pregiudiziale competenza alla Corte di Cassazione. Questa procedura mira a garantire la ragionevole durata del processo, evitando che anni di attività giudiziaria vengano vanificati da una tardiva dichiarazione di incompetenza. Con la sentenza n. 10703 del 2024, la Suprema Corte ha però chiarito i limiti di questo istituto, sottolineando la netta distinzione tra la valutazione dei fatti, di esclusiva pertinenza del giudice di merito, e il giudizio di legittimità.

Il Contesto del Caso: La Questione di Competenza Territoriale

Il caso trae origine da un’indagine per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, in particolare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Il fulcro della questione di competenza riguardava una delle società coinvolte. Le difese sostenevano che la società avesse una sede operativa reale in provincia di Bergamo, basandosi su indici come volume d’affari e presenza di dipendenti. Di conseguenza, il tribunale competente per il reato di emissione di false fatture sarebbe stato quello di Bergamo.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, investito della richiesta di rinvio a giudizio, si è trovato di fronte a un bivio: da un lato la tesi difensiva di un’operatività effettiva, dall’altro l’ipotesi accusatoria che la società fosse un mero soggetto fittizio. Incerto su quale tribunale fosse territorialmente competente, ha deciso di utilizzare il nuovo strumento del rinvio pregiudiziale competenza, chiedendo alla Corte di Cassazione di dirimere la questione.

Il rinvio pregiudiziale competenza e il Quesito al Giudice Supremo

Il quesito posto dal G.i.p. era specifico: per individuare la competenza territoriale in un reato di emissione di fatture false, si devono valorizzare gli indici di operatività concreta di una società (come volume d’affari, assunzione di dipendenti, ecc.)? Oppure, se tali elementi non forniscono una certezza ragionevole sul luogo di emissione, si deve ricorrere al criterio residuale del luogo di accertamento del reato, come previsto dalla normativa speciale sui reati tributari?

In sostanza, il giudice di merito chiedeva alla Cassazione di indicare quale approccio seguire per decidere se la società fosse una mera ‘cartiera’ o un’entità operativa, un’indagine che avrebbe inevitabilmente determinato la competenza territoriale.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato la richiesta inammissibile. La motivazione è netta e fondamentale per comprendere la ripartizione dei ruoli nel processo penale. La Suprema Corte ha affermato che la determinazione della competenza per territorio non può essere demandata al giudice di legittimità quando dipende da un accertamento di fatto.

Stabilire se una società fosse effettivamente operativa in una determinata sede o fosse solo una costruzione fittizia è un’indagine che riguarda la ricostruzione dei fatti. Tale compito, ha ribadito la Corte, spetta in via esclusiva al giudice di merito, il quale deve basare la propria decisione sugli elementi probatori disponibili nel fascicolo. Devolvere questa valutazione alla Cassazione significherebbe chiederle di compiere un’attività che esula dalla sua funzione di giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non ricostruire i fatti.

Le Conclusioni

La sentenza n. 10703/2024 stabilisce un principio chiaro: il rinvio pregiudiziale competenza è uno strumento per risolvere questioni di diritto, non per delegare l’accertamento dei fatti. Se la competenza dipende da una valutazione fattuale (come la localizzazione dell’attività di un’impresa), il giudice di merito deve assumersi la responsabilità della decisione, motivandola sulla base degli elementi concreti a sua disposizione. Questa pronuncia consolida la distinzione tra giudizio di fatto e giudizio di diritto, riaffermando che la Corte di Cassazione non può essere trasformata in un giudice di primo grado per le questioni di competenza territoriale che richiedono un’analisi del merito.

Può un giudice chiedere alla Cassazione di decidere dove è stato commesso un reato per stabilire la competenza?
No. Secondo la sentenza, la Cassazione non può effettuare un ‘accertamento di fatto’, come stabilire la sede operativa di un’azienda. Questa valutazione spetta esclusivamente al giudice di merito, che deve decidere sulla base delle prove disponibili.

A cosa serve l’istituto del rinvio pregiudiziale sulla competenza (art. 24-bis c.p.p.)?
Serve a ottenere una decisione definitiva e stabile sulla competenza territoriale in via preventiva, per evitare che processi lunghi vengano annullati alla fine per un errore di competenza. Tuttavia, può essere usato solo per questioni di diritto e non per delegare alla Cassazione la ricostruzione dei fatti.

Quando una richiesta di rinvio pregiudiziale sulla competenza è inammissibile?
È inammissibile quando la risoluzione della questione di competenza dipende da un accertamento di dati di fatto, la cui valutazione è di esclusiva pertinenza del giudice di merito. La Cassazione interviene solo su questioni di interpretazione e applicazione della legge (giudizio di legittimità).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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