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Rinuncia all’impugnazione: inammissibilità e sanzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso a seguito della formale rinuncia all’impugnazione presentata dal difensore. Il caso riguardava il sequestro di autovelox per un’ipotesi di frode in pubbliche forniture. La Corte ha confermato che la rinuncia comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come previsto dalla legge.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia all’impugnazione: quando l’appello finisce prima di iniziare

Nel complesso mondo del diritto processuale, la rinuncia all’impugnazione rappresenta un atto che pone fine a un contenzioso prima ancora che il giudice possa esaminarne il merito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27075/2025, fa luce sulle conseguenze dirette di tale scelta, confermando che la rinuncia non solo determina l’inammissibilità del ricorso, ma comporta anche specifiche conseguenze economiche per chi la effettua. Analizziamo insieme questo caso per comprendere meglio la portata di questo istituto processuale.

Il caso: sequestro di autovelox e ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un’ordinanza del Tribunale che confermava un sequestro preventivo disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari. Oggetto del sequestro erano diversi apparecchi per il rilevamento della velocità, forniti da una società a vari Comuni italiani. L’ipotesi di reato contestata era quella di frode nelle pubbliche forniture, prevista dall’art. 356 del codice penale.

Contro questa decisione, l’indagato, tramite il suo difensore, aveva proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, prima che la Corte potesse pronunciarsi nel merito delle questioni sollevate, veniva depositato un atto di rinuncia al ricorso stesso, con firma autenticata dal difensore.

La decisione della Corte: ricorso inammissibile per rinuncia all’impugnazione

La Corte di Cassazione, preso atto della rituale rinuncia, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La base giuridica di questa decisione si trova nell’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, che elenca tra le cause di inammissibilità dell’impugnazione proprio la rinuncia.

La dichiarazione di inammissibilità ha impedito alla Corte di entrare nel merito della legittimità del sequestro, chiudendo di fatto il procedimento di impugnazione.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte sono state concise ma estremamente chiare. La sentenza sottolinea che la presenza di una formale e rituale rinuncia all’impugnazione costituisce una causa di inammissibilità che il giudice non può ignorare. L’atto di rinuncia è un’espressione della volontà della parte di non proseguire nel giudizio di appello, e una volta presentato correttamente, produce l’effetto di definire il procedimento in quella fase.

Inoltre, la Corte ha affrontato la questione delle conseguenze economiche. L’articolo 616 del codice di procedura penale prevede che, in caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente sia condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. La sentenza specifica che questa norma non fa distinzioni tra le diverse cause di inammissibilità. Pertanto, la condanna si applica in tutte le ipotesi, inclusa quella della rinuncia all’impugnazione. Non rileva, ai fini della sanzione, il motivo per cui il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Le conclusioni

La pronuncia della Cassazione ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: la rinuncia a un’impugnazione è un atto definitivo con conseguenze precise. La principale implicazione pratica è che chi decide di rinunciare a un ricorso deve essere consapevole che questa scelta, pur ponendo fine al contenzioso, comporterà inevitabilmente una condanna economica. Questa condanna non è una punizione per aver rinunciato, ma una conseguenza automatica dell’inammissibilità del ricorso, che la legge applica a tutti i casi in cui un’impugnazione non supera il vaglio preliminare, qualunque ne sia la ragione.

Cosa succede se si presenta una rinuncia all’impugnazione nel processo penale?
La rinuncia ritualmente presentata determina la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, impedendo al giudice di esaminare il merito della questione.

La rinuncia all’impugnazione comporta delle conseguenze economiche per chi la presenta?
Sì, la dichiarazione di inammissibilità che segue la rinuncia comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria è prevista solo per alcuni tipi di inammissibilità?
No, la Corte ha chiarito che la condanna al pagamento della sanzione pecuniaria, secondo l’art. 616 cod. proc. pen., si applica a tutte le ipotesi di inammissibilità, compresa quella derivante dalla rinuncia all’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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