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Rinuncia al ricorso: quando l’appello è inammissibile

Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze processuali della rinuncia al ricorso. Nel caso specifico, il Procuratore, dopo aver impugnato una sentenza del Tribunale di Firenze relativa a un reato di lesioni stradali, ha successivamente formalizzato la propria rinuncia. La Suprema Corte, applicando l’art. 591 del codice di procedura penale, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la rinuncia rituale preclude l’esame nel merito dell’impugnazione.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Come e Perché un Appello Diventa Inammissibile

Nel complesso iter della giustizia penale, l’atto di impugnazione di una sentenza rappresenta un momento cruciale. Tuttavia, cosa accade quando la stessa parte che ha proposto l’appello decide di fare un passo indietro? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce sulle conseguenze dirette della rinuncia al ricorso, un istituto processuale che, sebbene semplice, ha effetti definitivi sull’esito del procedimento. Analizziamo come una decisione di questo tipo porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

I Fatti del Caso Processuale

La vicenda trae origine da un procedimento penale per il reato di lesioni personali stradali gravi, previsto dall’articolo 590-bis del codice penale. Il Tribunale di Firenze, con una sentenza emessa nel luglio 2023, aveva dichiarato di non doversi procedere nei confronti dell’imputato.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze aveva proposto ricorso per cassazione, cercando di ottenere una riforma della sentenza di primo grado. Tuttavia, in un momento successivo, con un atto depositato nell’agosto 2023, lo stesso Procuratore ricorrente ha formalmente dichiarato di rinunciare al ricorso presentato.

La Decisione della Corte sulla rinuncia al ricorso

Investita della questione, la Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha preso atto della volontà espressa dal Procuratore. Di conseguenza, i giudici di legittimità hanno dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa decisione, pur essendo di natura puramente procedurale, chiude definitivamente la porta a qualsiasi ulteriore esame nel merito della questione. L’atto di rinuncia, essendo stato presentato nelle forme previste dalla legge, ha privato la Corte della possibilità di valutare la fondatezza dei motivi di appello originariamente sollevati.

Le Motivazioni

La base giuridica della decisione della Corte risiede in una norma specifica del codice di procedura penale: l’articolo 591, comma 1, lettera d). Questo articolo elenca le cause di inammissibilità dell’impugnazione e include esplicitamente la “rinuncia all’impugnazione”.

La Corte ha semplicemente applicato questa disposizione. Nel momento in cui il ricorrente ha manifestato in modo rituale e formale la volontà di abbandonare l’impugnazione, il ricorso ha perso la sua vitalità processuale. Il giudice non può fare altro che prenderne atto e dichiararne l’inammissibilità. La rinuncia è un atto dispositivo unilaterale che non necessita di accettazione da parte delle altre parti e che produce l’effetto di estinguere il diritto di impugnazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è un atto irrevocabile con conseguenze nette e immediate. Una volta formalizzata, essa impedisce al giudice di entrare nel merito delle questioni sollevate, portando a una declaratoria di inammissibilità che rende definitiva la sentenza impugnata. Questo caso dimostra come le scelte processuali delle parti, anche quelle successive alla proposizione dell’atto di impugnazione, siano determinanti per l’esito finale di un giudizio. La vicenda sottolinea l’importanza di una ponderata valutazione prima di intraprendere e, successivamente, di abbandonare le vie di ricorso previste dall’ordinamento.

Cosa succede se la parte che ha fatto ricorso decide di rinunciarvi?
Se la parte che ha proposto un ricorso vi rinuncia in modo formale, il ricorso stesso viene dichiarato inammissibile e il giudice non può procedere all’esame del merito dell’impugnazione.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il Procuratore, ovvero la parte che lo aveva inizialmente proposto, ha successivamente depositato un atto formale di rinuncia.

Quale norma regola le conseguenze della rinuncia al ricorso?
La conseguenza è regolata dall’articolo 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale, che prevede espressamente l’inammissibilità dell’impugnazione in caso di rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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