Rinuncia al ricorso: conseguenze automatiche di inammissibilità e condanna alle spese
La rinuncia al ricorso rappresenta un atto processuale con effetti definitivi e irrevocabili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze dirette di tale atto, confermando un principio consolidato: la rinuncia conduce inevitabilmente alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio il meccanismo e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine da una condanna per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver commesso il fatto in orario notturno e aver provocato un incidente stradale. La sentenza era stata emessa in primo grado dal Tribunale di Udine e successivamente confermata, seppur con una parziale riforma sulla pena, dalla Corte di Appello di Trieste. L’imputato, non soddisfatto della decisione di secondo grado, aveva proposto ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore.
Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse esaminare il merito delle censure sollevate, in cancelleria è pervenuta una dichiarazione di rinuncia all’impugnazione. Tale atto era stato formalizzato dal difensore, munito di un’apposita procura speciale rilasciata dall’assistito, come richiesto dalla legge per garantire la piena volontà della parte di abbandonare il giudizio.
Gli effetti della rinuncia al ricorso in Cassazione
Di fronte a una rinuncia formalmente valida, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto. L’ordinanza sottolinea come la rinuncia all’impugnazione sia un atto che priva la Corte del potere di decidere sul merito del ricorso. Di conseguenza, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile.
Questa declaratoria non è priva di conseguenze per il ricorrente. La legge, infatti, stabilisce che alla dichiarazione di inammissibilità segua, di diritto, la condanna del soggetto che ha proposto l’impugnazione al pagamento delle spese del procedimento.
Le motivazioni
Le motivazioni dell’ordinanza sono concise e dirette, basandosi su un principio procedurale consolidato. La Corte ha semplicemente constatato la ricezione della rinuncia, verificandone la validità formale. Poiché la rinuncia è stata presentata da un difensore munito di procura speciale, essa è stata considerata pienamente efficace.
La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile è, pertanto, un atto dovuto. Allo stesso modo, la condanna alle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende non è una sanzione discrezionale, ma una conseguenza automatica prevista dal codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso. La Corte ha determinato la somma da versare alla Cassa delle ammende in via equitativa, fissandola in cinquecento euro.
Le conclusioni
L’ordinanza in esame ribadisce un punto fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è una decisione seria con effetti giuridici automatici e non trascurabili. Chi decide di abbandonare un’impugnazione deve essere consapevole che ciò comporterà non solo la definitività della sentenza impugnata, ma anche l’obbligo di sostenere i costi del procedimento avviato e una sanzione pecuniaria aggiuntiva. È quindi essenziale che tale scelta sia frutto di una valutazione attenta e consapevole, compiuta con l’assistenza del proprio legale, per evitare conseguenze economiche indesiderate.
Cosa succede se si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
La rinuncia, se formalmente valida, comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questo significa che la Corte non esamina il merito della questione e la sentenza impugnata diventa definitiva.
La rinuncia al ricorso comporta sempre dei costi?
Sì, secondo quanto stabilito nell’ordinanza, alla dichiarazione di inammissibilità per rinuncia segue automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Chi può presentare la rinuncia all’impugnazione?
La rinuncia può essere presentata dalla parte personalmente o dal suo difensore. In quest’ultimo caso, è necessario che il legale sia munito di una procura speciale che lo autorizzi specificamente a compiere tale atto in nome e per conto del suo assistito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8692 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8692 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 14/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SAN DONA DI PIAVE il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 26/09/2022 della CORTE APPELLO di TRIESTE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza, in epigrafe indicata, della Corte di appello di Trieste che, parzialmente riformando in punto di pena, ha confermato l’affermazione di penale responsabilità pronunciata dal Tribunale di Udine in ordine al reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’orario notturno e dalla provocazione di un incidente (commesso in Pozzuolo del Friuli, il 25/10/2018).
Considerato che, in data 23 novembre 2023, è pervenuta in cancelleria la rinuncia all’impugnazione da parte del difensore, AVV_NOTAIO, corredata da apposita procura speciale;
Considerato, pertanto, che il ricorso va dichiarato inammissibile, per l’anzidetta rinuncia;
Rilevato che alla dichiarazione di inammissibilità segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro cinquecento, determinata secondo equità, in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro cinquecento in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 14 dicembre 2023
Il Consigliere estensore
Il Presidente