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Rinuncia al ricorso: inammissibilità e condanna spese

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso avverso un’ordinanza di sequestro preventivo per reati ambientali. La decisione scaturisce dalla formale rinuncia al ricorso presentata dalla difesa dell’indagata. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, poiché la rinuncia all’impugnazione ne determina l’inammissibilità.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Conseguenze e Condanna alle Spese

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce le conseguenze dirette della rinuncia al ricorso da parte dell’imputato. Anche senza esplicitare le motivazioni, tale atto conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità e può comportare la condanna al pagamento delle spese processuali. Analizziamo insieme questo interessante caso di procedura penale.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Civitavecchia, riguardante un’area di circa 3.500 mq. Secondo l’accusa, su tale terreno era stata allestita una discarica abusiva per la raccolta di rifiuti domestici urbani. L’indagata, in qualità di legale rappresentante della società incaricata della gestione dei rifiuti, aveva impugnato il provvedimento.

Il Tribunale di Roma, in sede di riesame, aveva dichiarato inammissibile l’istanza presentata a titolo personale dall’indagata, rilevando una sua carenza di interesse diretto. Secondo il giudice, non essendo proprietaria dell’area, non avrebbe ottenuto alcun beneficio dalla restituzione del bene. Contro questa decisione, la donna ha proposto ricorso per cassazione, lamentando errori di diritto sulla valutazione del suo interesse ad agire e sulla sussistenza dei presupposti per il sequestro.

La Rinuncia al Ricorso come Punto di Svolta

Prima che la Suprema Corte potesse esaminare nel merito i motivi di impugnazione, è intervenuto un fatto decisivo. Il difensore della ricorrente, munito di procura speciale, ha depositato un atto con cui dichiarava espressamente di rinunciare al ricorso proposto.

Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del procedimento. La rinuncia al ricorso, infatti, è un atto dispositivo che preclude al giudice la possibilità di decidere sulla fondatezza delle censure sollevate, obbligandolo a prendere atto della volontà della parte di non proseguire il giudizio.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, preso atto della formale rinuncia, non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso. La motivazione della sentenza è netta e si fonda su un principio procedurale consolidato: la volontà della parte di abbandonare l’impugnazione è sovrana e determina la fine del processo.

Un aspetto cruciale della decisione riguarda la condanna alle spese. La Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende in caso di inammissibilità. I giudici hanno specificato che, sebbene la ricorrente non avesse indicato le ragioni della rinuncia, non si poteva escludere che il ricorso fosse stato presentato colposamente. Questa presunzione giustifica l’imposizione delle sanzioni pecuniarie, anche quando l’inammissibilità deriva da un atto volontario come la rinuncia.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: la rinuncia al ricorso è un atto che chiude definitivamente il procedimento di impugnazione. Le implicazioni pratiche sono significative. Chi decide di rinunciare a un ricorso deve essere consapevole che tale scelta comporta non solo la fine del giudizio, ma anche la probabile condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione, pertanto, deve essere ponderata attentamente con il proprio difensore, valutando sia le probabilità di successo dell’impugnazione sia le conseguenze economiche di una sua interruzione volontaria.

Cosa comporta la rinuncia a un ricorso in Cassazione?
La rinuncia formale al ricorso ne determina l’inevitabile dichiarazione di inammissibilità da parte della Corte, ponendo fine al procedimento di impugnazione senza un esame del merito.

Chi rinuncia a un ricorso deve pagare le spese processuali?
Sì. La Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso a seguito di rinuncia, ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 500,00 euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p.

Perché il primo appello (riesame) era stato dichiarato inammissibile?
Il Tribunale del riesame aveva dichiarato inammissibile l’istanza personale della ricorrente perché aveva ritenuto che le mancasse un interesse concreto alla restituzione del bene, dato che non era la proprietaria dell’area sequestrata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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