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Rinuncia al ricorso: conseguenze e inammissibilità

Un’indagata, soggetta a una misura interdittiva temporanea per reati ambientali, presenta ricorso in Cassazione. Prima dell’udienza, tuttavia, effettua una rinuncia al ricorso a causa della scadenza della misura stessa. La Corte Suprema dichiara il ricorso inammissibile e condanna la ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, poiché la rinuncia è un atto volontario che determina l’esito del processo.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Le Conseguenze dell’Inammissibilità in Cassazione

La presentazione di un’impugnazione è un diritto fondamentale nel nostro ordinamento, ma cosa accade quando una parte decide di fare un passo indietro? La rinuncia al ricorso è un atto processuale con conseguenze ben precise, come illustrato da una recente sentenza della Corte di Cassazione. Il caso analizzato chiarisce che tale scelta, sebbene legittima, non è priva di implicazioni, specialmente in termini di costi e sanzioni. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi di diritto applicati.

La Vicenda Processuale: Dalla Misura Interdittiva al Ricorso

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale del riesame che, accogliendo parzialmente l’istanza di un’indagata per reati ambientali (art. 452-bis cod. pen.), aveva sostituito la misura dell’obbligo di dimora con una più lieve misura interdittiva. Nello specifico, all’indagata veniva inibito l’esercizio di uffici direttivi in persone giuridiche per un periodo di sei mesi.

Contro questa decisione, l’indagata aveva proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione sia riguardo ai gravi indizi di colpevolezza sia in relazione alla concretezza del pericolo di reiterazione del reato. Tuttavia, prima che si tenesse l’udienza di discussione, accadeva un fatto determinante.

La Rinuncia al Ricorso e la Decisione della Cassazione

Il difensore della ricorrente, munito di procura speciale, depositava un atto di rinuncia al ricorso. La giustificazione addotta era il “sopravvenuto disinteresse ad agire”, motivato dalla imminente scadenza della misura interdittiva stessa. A quel punto, l’interesse a ottenere una pronuncia nel merito era venuto meno.

La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia ritualmente presentata, non ha potuto fare altro che dichiarare il ricorso inammissibile ai sensi dell’art. 591, comma 1, lett. d), del codice di procedura penale. Questa norma, infatti, prevede l’inammissibilità dell’impugnazione in caso di rinuncia.

Le Motivazioni: La Colpa nella Rinuncia e le Sanzioni

La parte più interessante della decisione risiede nelle conseguenze economiche derivanti dalla declaratoria di inammissibilità. La Corte ha stabilito che, poiché la rinuncia al ricorso è un atto che dipende esclusivamente dalla volontà della parte, la conseguente inammissibilità è a lei imputabile a titolo di colpa.

Questo ragionamento si fonda su un consolidato orientamento, rafforzato dalla sentenza n. 186 del 2000 della Corte Costituzionale. Quando l’esito negativo del processo è determinato da una scelta volontaria della parte, scatta per legge la condanna al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una somma in favore della Cassa delle Ammende.

Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto equo e congruo determinare tale somma in 500 Euro.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è una scelta strategica che pone fine al giudizio di impugnazione, ma non è un atto neutro. Chi rinuncia deve essere consapevole che tale decisione comporta automaticamente l’addebito delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria. Questo meccanismo serve a responsabilizzare le parti processuali e a scoraggiare impugnazioni presentate e poi abbandonate senza una valida giustificazione processuale che escluda la colpa. Pertanto, prima di rinunciare a un ricorso, è essenziale valutare attentamente tutte le conseguenze, incluse quelle di natura economica.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso per cassazione prima dell’udienza?
Se si presenta una formale rinuncia al ricorso prima dell’udienza di discussione, la Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile senza esaminarne il merito.

La rinuncia al ricorso comporta sempre delle sanzioni economiche?
Sì, secondo la sentenza in esame, la rinuncia è una causa di inammissibilità riconducibile alla volontà, e quindi alla colpa, della parte ricorrente. Di conseguenza, la legge prevede la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle Ammende.

Qual è stata la sanzione pecuniaria applicata in questo specifico caso?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma determinata in 500 Euro in favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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