Rinuncia al Ricorso: Cosa Succede se si Abbandona l’Appello in Cassazione?
La decisione di impugnare una sentenza è un passo significativo, ma cosa accade se, durante il percorso, si cambia idea? La rinuncia al ricorso è un atto processuale con conseguenze ben precise, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Questo provvedimento chiarisce che abbandonare un ricorso non è un’azione priva di costi, ma comporta la declaratoria di inammissibilità e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
La Vicenda Processuale: Dalla Minaccia alla Cassazione
Il caso ha origine da un procedimento dinanzi al Giudice di Pace per il reato di minaccia. Il giudice di primo grado aveva dichiarato di non doversi procedere nei confronti dell’imputato, poiché il reato era stato considerato estinto a seguito della riparazione del danno causato alla persona offesa.
Non soddisfatta della decisione, la parte civile, ovvero la persona danneggiata dal reato, aveva deciso di presentare ricorso per cassazione, cercando di ottenere una riforma della sentenza.
Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse esaminare il merito della questione, si è verificato un colpo di scena processuale: la stessa parte civile ricorrente ha depositato un atto di rinuncia al ricorso, debitamente autenticato dal proprio difensore.
L’Impatto Determinante della Rinuncia al Ricorso
L’atto di rinuncia al ricorso ha cambiato radicalmente le sorti del procedimento in Cassazione. Questo atto, infatti, manifesta la volontà della parte di non voler più coltivare la propria impugnazione, facendo venir meno l’oggetto stesso del giudizio di legittimità.
Di fronte a tale manifestazione di volontà, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto. La rinuncia ha, di fatto, precluso ai giudici qualsiasi possibilità di entrare nel merito delle doglianze originariamente sollevate dalla parte civile.
La Decisione della Suprema Corte e le Conseguenze della Rinuncia
Con la sua ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. È importante sottolineare che la Corte non ha respinto il ricorso nel merito, ma lo ha dichiarato inammissibile proprio a causa della rinuncia intervenuta. Questa distinzione è fondamentale in termini procedurali.
La declaratoria di inammissibilità ha comportato due importanti conseguenze economiche a carico del ricorrente rinunciatario:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di cinquecento euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Corte
Le motivazioni alla base della decisione sono lineari e si fondano su un principio consolidato della procedura penale. La rinuncia al ricorso è un atto dispositivo della parte che estingue l’interesse a proseguire il giudizio. Di conseguenza, il giudice non può che dichiarare l’inammissibilità dell’impugnazione. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende rappresenta una conseguenza legale automatica prevista per i casi di inammissibilità del ricorso, volta a sanzionare l’inutile attivazione della macchina giudiziaria.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un concetto cruciale: la presentazione di un ricorso è un atto che va ponderato con attenzione. La successiva rinuncia, sebbene ponga fine al contenzioso, non è priva di costi. La parte che rinuncia deve essere consapevole che sarà tenuta a sostenere le spese del procedimento che ha avviato e, in aggiunta, a versare una somma a titolo sanzionatorio. La decisione serve da monito sull’importanza di una valutazione approfondita prima di adire la Suprema Corte, poiché un ripensamento comporta conseguenze economiche tangibili.
Cosa succede se la parte che ha presentato ricorso decide di rinunciarvi?
La Corte di Cassazione prende atto della rinuncia e dichiara il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito delle questioni sollevate.
La rinuncia al ricorso comporta delle conseguenze economiche per chi la effettua?
Sì, la parte che rinuncia al ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in cinquecento euro.
Perché il ricorso viene dichiarato inammissibile e non semplicemente archiviato?
La dichiarazione di inammissibilità è la formula processuale corretta quando un’impugnazione non può essere esaminata nel merito. La rinuncia è una delle cause che portano a questa conclusione, poiché fa venir meno l’interesse stesso della parte a una decisione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 39466 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 39466 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/09/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: dalla parte civile COGNOME NOME nato a LAQUILA il DATA_NASCITA nel procedimento a carico di:
COGNOME NOME nato a VILLA SANT’ANGELO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/05/2024 del GIUDICE DI PACE di L’AQUILA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
21589/2023 – Rel. COGNOME – Ud. 25.09.2024
Rilevato che la parte civile, NOME COGNOME, ricorre avverso la sentenza del Giudice di Pace di L’Aquila, che ha dichiarato di non doversi procedere nei confronti di COGNOME NOME in ordine al reato di minaccia, perché estinto per aver riparato il danno cagionato;
Considerato che, in data 27 giugno 2024, è pervenuta rinunzia al ricorso, a firma dell’imputato, autenticata dal proprio difensore;
Ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro cinquecento in favore della Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di cinquecento euro in favore della cassa delle ammende.
Così deciso il 25/09/2024