LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinuncia al ricorso: conseguenze e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso a seguito della rinuncia presentata dal difensore dell’imputato. L’ordinanza chiarisce la natura formale e irrevocabile della rinuncia al ricorso, che comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Il caso riguardava una condanna per lesioni colpose e violazione del Codice della Strada.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Guida alle Conseguenze Giuridiche

La rinuncia al ricorso è un istituto fondamentale della procedura penale che consente di porre fine a un’impugnazione prima che il giudice si esprima nel merito. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre l’opportunità di analizzare la natura di questo atto e le sue conseguenze irrevocabili per chi lo compie, inclusa la condanna alle spese. Approfondiamo i dettagli del caso e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Processo

La vicenda trae origine da una condanna emessa dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto colpevole per i reati di lesioni personali colpose (art. 590 c.p.) e per la violazione di norme del Codice della Strada (art. 189 C.d.S.), con una pena di otto mesi di reclusione e una multa. Avverso la sentenza di secondo grado, il difensore dell’imputato aveva proposto ricorso per Cassazione.

Tuttavia, prima della trattazione del caso, lo stesso difensore ha trasmesso alla Cancelleria della Suprema Corte un atto formale di rinuncia al ricorso, manifestando la volontà del suo assistito di non proseguire con l’impugnazione.

L’Istituto della Rinuncia all’Impugnazione

La Corte, nel prendere atto della rinuncia, ne sottolinea la natura giuridica. La rinuncia al ricorso è definita come un atto processuale:

* Formale: Deve essere effettuata secondo le modalità previste dalla legge.
* Abdicativo: Comporta la dismissione del diritto a ottenere una pronuncia sul ricorso.
* Irrevocabile: Una volta perfezionata, non può essere ritirata.
Recettizio: Produce i suoi effetti nel momento in cui perviene alla cancelleria del giudice competente (il cosiddetto giudice ad quem*).

È inoltre un atto strettamente personale. Ciò significa che può essere compiuto solo dalla parte direttamente o dal suo difensore, a condizione che quest’ultimo sia munito di una procura speciale che lo autorizzi espressamente a compiere tale atto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto che la rinuncia in esame fosse stata presentata nelle forme previste dalla legge. Di conseguenza, ha applicato l’articolo 591, comma 1, del codice di procedura penale, che prevede la dichiarazione di inammissibilità dell’impugnazione in presenza di una valida rinuncia.

L’effetto principale della rinuncia è proprio quello di precludere al giudice l’esame nel merito dei motivi del ricorso. Il processo si arresta e la sentenza impugnata diventa definitiva. La Corte ha poi applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che, in caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente deve essere condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se sussistono profili di colpa nell’aver causato l’inammissibilità (come nel caso della rinuncia, che è un atto volontario), il ricorrente è tenuto a versare una somma alla Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata quantificata in cinquecento euro, ritenuta congrua in relazione alle ragioni dell’inammissibilità.

Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio procedurale cruciale: la rinuncia al ricorso è un atto definitivo e dalle conseguenze ben precise. Una volta formalizzata e depositata, non solo rende il ricorso inammissibile e la condanna definitiva, ma comporta anche inevitabili oneri economici per il ricorrente. La decisione di rinunciare deve essere, pertanto, attentamente ponderata, poiché chiude ogni ulteriore possibilità di revisione della sentenza impugnata e determina l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria.

Cosa succede se si presenta una rinuncia al ricorso in Cassazione?
La Corte dichiara il ricorso inammissibile, senza esaminarne il merito. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile.

Chi può presentare la rinuncia al ricorso?
La rinuncia è un atto personale che può essere presentato direttamente dall’imputato oppure dal suo difensore, ma solo se quest’ultimo è dotato di una procura speciale che lo autorizza specificamente a compiere questo atto.

Quali sono le conseguenze economiche della rinuncia al ricorso?
La parte che rinuncia viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. Nell’ordinanza esaminata, tale somma è stata fissata in 500 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati