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Rinuncia al ricorso: conseguenze e inammissibilità

Una donna, condannata in appello per furto tentato, presenta ricorso in Cassazione per poi effettuare una rinuncia al ricorso. La Suprema Corte dichiara l’inammissibilità e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, evidenziando le conseguenze processuali della rinuncia.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: Analisi di una Sentenza di Inammissibilità

La presentazione di un’impugnazione è un diritto fondamentale nel nostro ordinamento, ma cosa accade quando la parte decide di fare un passo indietro? La rinuncia al ricorso è un atto processuale che, sebbene possa sembrare semplice, comporta conseguenze giuridiche precise e inevitabili. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare gli effetti di tale atto, che determina la fine del procedimento di impugnazione e l’applicazione di sanzioni specifiche.

I Fatti del Processo

Il caso in esame ha origine da una condanna per tentato furto in abitazione emessa dal Tribunale di primo grado. La sentenza veniva appellata e la Corte d’Appello, pur confermando la responsabilità penale, riduceva la pena a quattro mesi di reclusione e 103 euro di multa.

Contro questa decisione, la difesa presentava ricorso per Cassazione, lamentando due vizi principali:
1. La mancata prevalenza delle circostanze attenuanti generiche, sostenendo una valutazione contraddittoria della carriera criminale dell’imputata, che non commetteva reati da diversi anni.
2. Il rigetto della richiesta di sostituire la pena detentiva con una pena pecuniaria, nonostante l’imputata avesse dimostrato stabilità economica e avesse risarcito il danno con 1.500 euro.

Tuttavia, prima della data dell’udienza in Cassazione, l’imputata depositava un atto formale con cui dichiarava di rinunciare al ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Rinuncia al Ricorso

Di fronte alla formale rinuncia al ricorso, la Corte di Cassazione non ha potuto esaminare nel merito i motivi di impugnazione. Il Collegio ha quindi dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Come conseguenza diretta di questa declaratoria, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di cinquecento euro in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni: La Rinuncia Come Causa di Inammissibilità

La decisione della Suprema Corte si fonda su una precisa norma del codice di procedura penale, l’articolo 591, che elenca le cause di inammissibilità dell’impugnazione. Tra queste figura espressamente la rinuncia. L’atto di rinuncia è un negozio processuale unilaterale che non richiede accettazione da parte di altri soggetti e produce un effetto estintivo immediato sul rapporto processuale d’impugnazione.

Una volta formalizzata, la rinuncia preclude al giudice ogni valutazione sul merito dei motivi presentati. Il suo unico compito diventa quello di prenderne atto e dichiarare l’inammissibilità del gravame. La condanna alle spese processuali e al pagamento della sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende non è una scelta discrezionale del giudice, ma una conseguenza automatica e obbligatoria prevista dalla legge per tutti i casi di inammissibilità dell’impugnazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso

La sentenza in commento ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la rinuncia al ricorso è un atto definitivo con conseguenze economiche precise. Chi intraprende la strada dell’impugnazione deve essere consapevole che un ripensamento successivo, pur essendo un diritto, non è privo di costi.

La declaratoria di inammissibilità rende definitiva la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello) e comporta per il rinunciante un esborso economico aggiuntivo. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di ponderare attentamente la decisione di impugnare una sentenza, valutando non solo le probabilità di successo ma anche le conseguenze di una possibile rinuncia successiva.

Cosa succede se si rinuncia a un ricorso già presentato in Cassazione?
La Corte di Cassazione non esamina i motivi del ricorso, ma lo dichiara inammissibile. Di conseguenza, la sentenza precedentemente impugnata diventa definitiva.

La rinuncia al ricorso comporta delle spese per chi la effettua?
Sì, la legge prevede che la parte che rinuncia al ricorso, a seguito della dichiarazione di inammissibilità, venga condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Perché la Corte non ha esaminato i motivi del ricorso, come la richiesta di pene alternative?
Perché la rinuncia al ricorso è una causa di inammissibilità che impedisce al giudice di procedere alla valutazione del merito dell’impugnazione. L’atto di rinuncia estingue il diritto di contestare la sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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