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Rinuncia al ricorso: Cassazione la dichiara inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un’imprenditrice indagata per la vendita di prodotti con marchi contraffatti. La decisione è stata presa non nel merito della questione, ma a seguito della rinuncia al ricorso da parte della stessa ricorrente. Di conseguenza, l’imprenditrice è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinuncia al Ricorso: la Cassazione Dichiara l’Inammissibilità

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Terza Sezione Penale, offre un chiaro esempio delle conseguenze processuali derivanti dalla rinuncia al ricorso. In questo caso, un’imprenditrice, dopo aver impugnato un’ordinanza di sequestro per la presunta vendita di prodotti contraffatti, ha deciso di ritirare il proprio appello, determinando così la decisione finale della Corte.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’operazione della Polizia Locale in una città del nord Italia, che ha portato al sequestro di un ingente numero di borse presso un negozio e un magazzino. La legale rappresentante della società che gestiva l’attività commerciale è stata indagata per il reato previsto dall’articolo 517-ter del codice penale, relativo alla fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale.

Il Pubblico Ministero ha convalidato il sequestro e, successivamente, il Tribunale del riesame ha confermato il provvedimento. Secondo la difesa, tuttavia, la valutazione degli indizi era errata, poiché non vi sarebbe stata alcuna imitazione o riproduzione infedele del marchio, né una riproduzione pedissequa dei prodotti originali.

La Svolta Processuale: La Rinuncia al Ricorso

Contro la decisione del Tribunale del riesame, l’indagata ha proposto ricorso per Cassazione, sollevando le questioni sopra menzionate. Tuttavia, prima che la Corte potesse esaminare il merito della controversia, è intervenuto un fatto decisivo: con una dichiarazione formale, l’indagata, tramite il suo difensore, ha rinunciato al ricorso.

Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del procedimento. La rinuncia è un atto dispositivo con cui la parte manifesta la volontà di non proseguire nell’azione legale intrapresa, accettando di fatto che il provvedimento impugnato diventi definitivo.

Le Conseguenze Giuridiche della Rinuncia

La rinuncia al ricorso produce effetti ben precisi, disciplinati dal codice di procedura penale. Una volta presentata validamente, essa preclude alla Corte di Cassazione la possibilità di entrare nel merito delle questioni sollevate. Il compito del giudice si limita a prendere atto della volontà della parte e a dichiarare l’estinzione del procedimento di impugnazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema, nella sua sentenza, non ha analizzato le argomentazioni della difesa relative alla contraffazione, in quanto l’esame del merito è stato assorbito dalla rinuncia. I giudici si sono limitati a constatare la presenza di una valida dichiarazione di rinuncia al ricorso.

Di conseguenza, in applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso. Tale norma prevede che, in caso di inammissibilità, la parte che ha proposto l’impugnazione sia condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la legge stabilisce il versamento di una somma, il cui importo è determinato discrezionalmente dal giudice in base alla causa di inammissibilità, in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

La decisione in esame sottolinea l’importanza strategica della rinuncia al ricorso nel processo penale. Sebbene le ragioni di tale scelta non emergano dalla sentenza, essa ha comportato conseguenze economiche dirette per la ricorrente. La Corte ha infatti condannato l’imprenditrice non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 500 euro alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce che la rinuncia, pur essendo un diritto della parte, non è priva di conseguenze e chiude definitivamente la fase di impugnazione, rendendo irrevocabile il provvedimento contestato.

Cosa succede quando si rinuncia a un ricorso in Cassazione?
La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile senza esaminarne il merito. La parte che ha rinunciato viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Per quale reato era indagata la persona che ha presentato ricorso?
La ricorrente era indagata per il reato previsto dall’articolo 517-ter del codice penale, che punisce la vendita di prodotti con segni falsi, in questo caso relativo a un sequestro di borse ritenute contraffatte.

Quali sono le conseguenze economiche della rinuncia in questo caso?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità dovuta alla rinuncia, la ricorrente è stata condannata a pagare le spese processuali e a versare una somma di 500 euro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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