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Rinnovazione istruttoria: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. I motivi, incentrati sulla richiesta di rinnovazione istruttoria per una perizia psichiatrica e sulla contestazione della recidiva, sono stati ritenuti mere doglianze di fatto, non consentite in sede di legittimità. La Corte ha confermato la correttezza della decisione di appello, basata su documentazione medica datata e sull’assenza di elementi che suggerissero un’incapacità di intendere e volere.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinnovazione Istruttoria in Appello: La Cassazione Fissa i Paletti

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sui limiti del ricorso in Cassazione e, in particolare, sulla richiesta di rinnovazione istruttoria in appello. Spesso, la difesa tenta di introdurre nuove prove o perizie nel secondo grado di giudizio, ma la Corte Suprema ribadisce come tale istituto rappresenti un’eccezione e non una regola, e il suo diniego, se ben motivato, non sia sindacabile in sede di legittimità. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

Il Caso: Evasione e Ricorso per Cassazione

Un soggetto, già condannato in primo e secondo grado per il reato di evasione (art. 385 c.p.), decide di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. Le sue doglianze si concentrano su due punti principali: il mancato accoglimento della richiesta di una nuova perizia sulla sua capacità di intendere e volere al momento del fatto e la contestazione dell’applicazione della recidiva aggravata.

I Motivi del Ricorso: Perizia Psichiatrica e Recidiva

La difesa dell’imputato sosteneva che il giudice d’appello avesse errato nel negare la rinnovazione istruttoria finalizzata a una perizia psichiatrica. A supporto, erano stati prodotti documenti medici e una certificazione di presa in carico da parte di un centro di salute mentale. L’imputato, secondo la difesa, non era pienamente capace al momento della commissione del reato.

In secondo luogo, il ricorrente contestava genericamente l’applicazione della recidiva, ritenendola ingiustificata.

La Decisione della Corte sulla Rinnovazione Istruttoria

La Corte di Cassazione ha dichiarato il primo motivo inammissibile. I giudici hanno sottolineato che la valutazione sull’opportunità di rinnovare l’istruttoria in appello spetta al giudice di merito. Il sindacato della Cassazione può intervenire solo se la motivazione del diniego è palesemente illogica o assente, non sulla rilevanza concreta della prova richiesta.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente, basata su tre elementi chiave:
1. Documentazione Datata: La documentazione medica presentata era relativa a un periodo (2011-2012) molto antecedente al reato (commesso nel 2017).
2. Certificazione Non Decisiva: La certificazione più recente attestava solo una terapia farmacologica e un “abuso di cannabinoidi”, elementi non sufficienti a far sospettare un’incapacità di intendere e volere.
3. Dichiarazioni dell’Imputato: Le stesse dichiarazioni rese dall’imputato nel corso del processo non avevano mai fatto emergere dubbi sul suo stato mentale.

Di conseguenza, il rigetto dell’istanza di rinnovazione istruttoria è stato ritenuto corretto e non censurabile in sede di legittimità.

La Questione della Recidiva Aggravata

Anche il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Corte territoriale aveva adeguatamente motivato l’applicazione della recidiva, evidenziando come l’imputato avesse precedenti specifici per spaccio di stupefacenti, ricettazione e furto. Questi elementi, secondo i giudici, dimostravano una chiara inclinazione a delinquere e una maggiore pericolosità sociale, giustificando pienamente l’aggravante.

Le motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: la distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Le Corti d’Appello valutano i fatti e le prove; la Corte di Cassazione valuta la corretta applicazione della legge. Le richieste del ricorrente, sia sulla capacità mentale sia sulla recidiva, si traducevano in una richiesta di rivalutazione del materiale probatorio, un’attività preclusa alla Cassazione.

L’ordinanza ribadisce che per contestare una decisione di merito in sede di legittimità non è sufficiente presentare una lettura alternativa dei fatti, ma è necessario individuare un vizio logico o giuridico nella motivazione del provvedimento impugnato. In questo caso, le motivazioni della Corte d’Appello sono state ritenute complete, logiche e ineccepibili, rendendo il ricorso un tentativo sterile di ottenere un terzo grado di giudizio sul fatto.

Le conclusioni

Questa pronuncia insegna due lezioni fondamentali. In primo luogo, la richiesta di rinnovazione istruttoria in appello deve essere supportata da elementi di prova nuovi e decisivi, la cui rilevanza sia immediatamente percepibile. In secondo luogo, un ricorso per Cassazione deve essere formulato evidenziando vizi di legittimità (violazione di legge o vizi di motivazione) e non semplici doglianze di fatto. Qualsiasi ricorso che si limiti a criticare la valutazione delle prove operata dal giudice di merito è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile chiedere una nuova perizia psichiatrica durante il processo d’appello?
Sì, è possibile richiederla attraverso l’istituto della rinnovazione dell’istruttoria (art. 603 c.p.p.), ma si tratta di un’eccezione. Il giudice d’appello non è obbligato a disporla e può rigettare la richiesta con una motivazione logica. Tale decisione è difficilmente contestabile in Cassazione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano costituiti da “mere doglianze in punto di fatto”. L’imputato chiedeva alla Cassazione di rivalutare le prove (come la documentazione medica), un’attività che esula dai compiti del giudice di legittimità, il quale si limita a verificare la corretta applicazione della legge.

Come viene giustificata l’applicazione della recidiva aggravata?
Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto giustificata la recidiva sulla base dei precedenti penali dell’imputato (tra cui ricettazione, furto e reati legati agli stupefacenti), considerandoli elementi dimostrativi della sua “inclinazione a delinquere” e della sua “maggiore pericolosità sociale”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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