LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rinnovazione istruttoria: obbligo in appello

La Corte di Cassazione annulla una condanna per tentata truffa emessa in appello in riforma di una precedente assoluzione. La decisione si fonda sulla violazione dell’obbligo di rinnovazione istruttoria dibattimentale, previsto quando la condanna si basa su una diversa valutazione di prove dichiarative decisive. Sebbene i motivi del ricorso fossero fondati, la sentenza è stata annullata senza rinvio per sopravvenuta prescrizione del reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ribaltamento dell’Assoluzione: l’Obbligo di Rinnovazione Istruttoria

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 27168/2024) riafferma un principio cruciale del processo penale: l’impossibilità per una Corte d’Appello di ribaltare una sentenza di assoluzione basandosi su una diversa valutazione delle prove testimoniali senza prima procedere a una rinnovazione istruttoria. Questo caso, relativo a una contestazione di tentata truffa, illustra perfettamente i paletti procedurali posti a garanzia dell’imputato e del principio del giusto processo, in particolare della regola del “oltre ogni ragionevole dubbio”.

I Fatti del Caso: Dall’Assoluzione alla Condanna in Appello

La vicenda processuale ha origine da un’accusa di tentata truffa. In primo grado, il Tribunale aveva assolto l’imputato con la formula “per non aver commesso il fatto”. La decisione si fondava sulla carenza di prove sufficienti a dimostrare il suo coinvolgimento, in particolare sull’impossibilità da parte degli inquirenti di individuare il beneficiario finale del pagamento che sarebbe stato effettuato dalla persona offesa.

Contrariamente a questa decisione, la Corte di Appello, riformando la sentenza, condannava l’imputato a quattro mesi di reclusione e a una multa. Il giudice di secondo grado riteneva decisiva una circostanza: l’utenza telefonica utilizzata per contattare la vittima era intestata all’imputato. Questo singolo elemento è stato considerato sufficiente a fondare un giudizio di colpevolezza.

Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza della Rinnovazione Istruttoria

L’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni, ma due in particolare si sono rivelate decisive. In primo luogo, la difesa ha lamentato la violazione dell’art. 603, comma 3-bis, del codice di procedura penale. Questa norma, che recepisce i principi affermati dalla celebre sentenza “Dasgupta” delle Sezioni Unite, impone al giudice d’appello che intenda ribaltare un’assoluzione basandosi su una diversa valutazione delle prove dichiarative (come le testimonianze della persona offesa o degli agenti di polizia giudiziaria) di procedere a una nuova escussione dei testimoni. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fondato la condanna su una differente interpretazione delle testimonianze raccolte in primo grado, senza però risentire i dichiaranti.

In secondo luogo, è stata criticata la motivazione della sentenza d’appello, ritenuta illogica e carente. La condanna si basava su un’argomentazione congetturale, che legava automaticamente l’intestazione della SIM telefonica alla commissione del reato, senza confutare adeguatamente gli elementi che avevano portato il primo giudice all’assoluzione, come la mancata identificazione del destinatario del denaro.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondati i motivi relativi alla mancata rinnovazione istruttoria e al vizio di motivazione. I giudici hanno ribadito che quando un giudice d’appello intende discostarsi dalla valutazione delle prove dichiarative compiuta dal primo giudice, ha l’obbligo di rinnovare l’istruttoria. La percezione diretta del testimone è un elemento fondamentale per valutarne l’attendibilità, e una condanna non può basarsi su una mera rilettura “a tavolino” delle carte processuali.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che il ribaltamento di un’assoluzione richiede un onere di “motivazione rafforzata”. Il giudice d’appello non può limitarsi a proporre una ricostruzione alternativa plausibile, ma deve smontare punto per punto il ragionamento del primo giudice, evidenziandone le lacune o le incoerenze in modo rigoroso e persuasivo. Nel caso in esame, la motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata meramente congetturale e apparente, incapace di superare il canone del “oltre ogni ragionevole dubbio”.

Conclusioni

Nonostante la fondatezza dei motivi di ricorso, la vicenda processuale si è conclusa con un annullamento senza rinvio della sentenza di condanna perché, nel frattempo, il reato era caduto in prescrizione. La data di commissione del fatto risaliva al 2016 e il termine massimo di prescrizione era scaduto nel febbraio 2024, prima della decisione della Cassazione.

Al di là dell’esito specifico, questa sentenza è di fondamentale importanza perché riafferma con forza due principi cardine del nostro ordinamento: l’obbligatorietà della rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale in caso di reformatio in peius basata su prove dichiarative e la necessità di una motivazione solida e logicamente inattaccabile per superare una precedente pronuncia di assoluzione. Si tratta di garanzie imprescindibili per assicurare che nessuna condanna possa essere pronunciata in assenza di una certezza processuale raggiunta nel pieno rispetto delle regole.

Può la Corte d’Appello condannare un imputato assolto in primo grado basandosi su una diversa valutazione delle testimonianze senza risentire i testimoni?
No, la Corte d’Appello ha l’obbligo di procedere alla rinnovazione dell’istruttoria, riesaminando direttamente i testimoni le cui dichiarazioni sono considerate decisive per ribaltare la sentenza assolutoria.

Cosa si intende per ‘motivazione rafforzata’ quando si ribalta un’assoluzione?
Significa che il giudice d’appello non può limitarsi a offrire una diversa lettura delle prove, ma deve confutare specificamente gli argomenti della sentenza di primo grado, dimostrando la loro incompletezza o incoerenza e costruendo un percorso logico alternativo basato su elementi concreti e persuasivi, idoneo a superare ogni ragionevole dubbio.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza per prescrizione invece di rimandare il caso a un nuovo giudizio d’appello?
Perché, al momento della sua decisione, era già trascorso il termine massimo previsto dalla legge per perseguire quel reato. L’estinzione del reato per prescrizione impedisce la prosecuzione del processo e impone l’annullamento della condanna senza un nuovo giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati