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Rinnovazione istruttoria: obbligo in appello

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per concussione emessa in appello, ribaltando la precedente assoluzione. Il motivo principale è la mancata rinnovazione istruttoria, ovvero il riesame della persona offesa. La Corte ha stabilito che tale obbligo sussiste anche se la testimonianza è stata raccolta in sede di incidente probatorio e che, per capovolgere un’assoluzione, serve una motivazione “rafforzata” che qui mancava.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinnovazione istruttoria: la Cassazione ribadisce l’obbligo in appello

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 42942/2024, ha riaffermato un principio cardine del processo penale: per ribaltare una sentenza di assoluzione, il giudice d’appello ha l’obbligo di procedere alla rinnovazione istruttoria della prova dichiarativa decisiva. Questa decisione chiarisce che tale obbligo sussiste anche quando la testimonianza è stata raccolta tramite incidente probatorio, un punto cruciale per la tutela del diritto di difesa.

I fatti del caso

Un ispettore di polizia era stato accusato di concussione. Secondo l’accusa, durante le procedure di identificazione, avrebbe abusato della sua posizione per costringere una donna a promettergli prestazioni sessuali non retribuite, minacciandola di rinchiuderla in una cella di sicurezza. I fatti contestati risalivano al periodo natalizio del 2010 o 2011.

Il percorso processuale

In primo grado, il Tribunale aveva assolto l’imputato. La decisione si fondava sulla ritenuta inattendibilità della testimonianza della persona offesa, acquisita tramite incidente probatorio, e su diverse incongruenze, come l’incertezza sulla data esatta dell’evento che rendeva difficile verificare la presenza in servizio dell’ispettore. Il Pubblico Ministero aveva impugnato la sentenza.

La Corte di Appello, invece, aveva riformato la decisione, condannando l’imputato. Tuttavia, aveva rigettato la richiesta di rinnovare l’esame della donna, ritenendo non necessario procedere a una nuova audizione poiché la sua testimonianza era già stata cristallizzata nell’incidente probatorio.

La decisione della Cassazione e l’obbligo di rinnovazione istruttoria

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’imputato, annullando la condanna e rinviando il caso a un’altra sezione della Corte di Appello. I giudici hanno censurato la decisione di secondo grado su due fronti principali: la mancata rinnovazione dell’istruttoria e l’assenza di una motivazione “rafforzata”.

Le motivazioni

La Cassazione ha chiarito che l’obbligo di rinnovazione della prova dichiarativa, previsto dall’art. 603, comma 3-bis, del codice di procedura penale, è un presidio fondamentale del giusto processo. Quando un giudice intende capovolgere un’assoluzione basandosi su una diversa valutazione dell’attendibilità di un testimone, deve sentirlo direttamente. Questo permette una valutazione immediata e diretta della prova, non mediata dalla semplice lettura dei verbali.

Il punto più innovativo della sentenza risiede nell’aver esteso questo principio anche alle prove acquisite tramite incidente probatorio. La Corte ha spiegato che, sebbene l’incidente probatorio sia una fase anticipata che garantisce il contraddittorio, esso non può esimere il giudice d’appello dall’obbligo di rinnovazione quando la credibilità del dichiarante è il fulcro della decisione di riforma. La cosiddetta riforma “Cartabia” non ha inteso escludere questa garanzia.

Inoltre, la Corte ha sottolineato la mancanza di una “motivazione rafforzata”. Per passare da un’assoluzione a una condanna, non basta una diversa interpretazione delle prove; il giudice d’appello deve spiegare in modo particolarmente solido e convincente perché la valutazione del primo giudice era errata, superando ogni ragionevole dubbio. Nel caso di specie, la Corte d’Appello non aveva adeguatamente affrontato le incongruenze e i dubbi sollevati dal Tribunale, in particolare riguardo alle incertezze temporali del racconto della vittima.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale a forte tutela dei diritti della difesa. Si stabilisce che il principio del contraddittorio e dell’immediatezza non può essere sacrificato sull’altare dell’economia processuale. La rinnovazione istruttoria non è una facoltà, ma un dovere per il giudice d’appello che intende condannare un imputato assolto in primo grado sulla base di una diversa valutazione di una testimonianza. La decisione finale deve sempre poggiare su una certezza processuale raggiunta al di là di ogni ragionevole dubbio, supportata da una motivazione che non lasci spazio a incertezze.

Quando un giudice d’appello ribalta un’assoluzione, è sempre obbligato a riesaminare i testimoni?
Sì, la sentenza stabilisce che quando la riforma della sentenza di assoluzione si basa su una diversa valutazione dell’attendibilità di una prova dichiarativa (come la testimonianza della persona offesa), il giudice d’appello ha l’obbligo di disporre la rinnovazione dell’istruttoria, cioè di sentire nuovamente il testimone.

Questo obbligo di rinnovazione si applica anche se la testimonianza è stata raccolta in un incidente probatorio?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di rinnovazione sussiste anche per le prove dichiarative acquisite in sede di incidente probatorio. Il fatto che la prova sia stata assunta in anticipo e con le garanzie del contraddittorio non esime il giudice d’appello dal dovere di procedere a una nuova audizione se intende riformare la sentenza assolutoria.

Cos’è una “motivazione rafforzata” e quando è richiesta?
Una “motivazione rafforzata” è una spiegazione particolarmente approfondita e convincente che il giudice d’appello deve fornire per giustificare il ribaltamento di una sentenza di primo grado. È richiesta quando si passa da un’assoluzione a una condanna e impone al giudice di analizzare specificamente le ragioni del primo giudice, dimostrando perché siano errate e superando in modo convincente tutti i dubbi che avevano portato all’assoluzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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