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Rinnovazione dell’istruzione: annullata la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato, ai soli fini civili, una sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d’Appello nel caso di una presunta opera d’arte contraffatta. Il motivo risiede in un vizio di procedura: la Corte d’Appello aveva di fatto operato una rinnovazione dell’istruzione, basando la sua decisione su una nuova consulenza tecnica, senza però celebrare un’udienza orale come richiesto dalla legge, procedendo invece con una trattazione solo scritta. Questa violazione ha invalidato la decisione sugli aspetti del risarcimento del danno.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rinnovazione dell’istruzione in appello: se di fatto, l’udienza deve essere orale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7989 del 2024, ha affermato un principio cruciale in materia di procedura penale: se il giudice d’appello acquisisce e valuta una prova nuova e decisiva, come una consulenza tecnica di parte, sta di fatto compiendo una rinnovazione dell’istruzione dibattimentale. Di conseguenza, non può procedere con una trattazione ‘cartolare’ (solo scritta), ma deve garantire il contraddittorio orale tra le parti. Vediamo insieme i dettagli di questo importante caso.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’accusa di ricettazione. Un individuo era stato condannato in primo grado per aver ricevuto e messo in commercio un’opera pittorica apparentemente di un noto artista, ma in realtà contraffatta. In appello, la situazione si ribalta: la Corte territoriale assolve l’imputato con la formula ‘il fatto non costituisce reato’. La motivazione si fondava sulla ritenuta assenza di dolo, ovvero sulla convinzione che l’imputato non fosse consapevole della falsità dell’opera.
Contro questa assoluzione, ha proposto ricorso per cassazione la parte civile, una fondazione che tutela il patrimonio artistico del pittore, chiedendo l’annullamento della sentenza ai soli fini della responsabilità civile e del risarcimento dei danni.

Il Ricorso in Cassazione: il vizio procedurale

Il motivo principale del ricorso della parte civile riguardava una grave violazione procedurale. La difesa dell’imputato aveva allegato al proprio atto di appello una consulenza tecnica di parte. La Corte d’Appello, pur senza disporre formalmente una rinnovazione dell’istruzione ai sensi dell’art. 603 c.p.p., aveva basato la propria decisione di assoluzione proprio su tale consulenza, ritenendola decisiva per escludere il dolo.
Il problema? Il giudizio d’appello si era svolto secondo la modalità ‘cartolare’, una procedura emergenziale che non prevede la discussione orale. Tuttavia, la legge stabiliva chiaramente che tale rito semplificato non poteva essere applicato nei casi di rinnovazione dell’istruzione dibattimentale. La parte civile ha quindi lamentato che, avendo la Corte di fatto riaperto l’istruttoria acquisendo e utilizzando una nuova prova, avrebbe dovuto celebrare un’udienza orale, garantendo il pieno contraddittorio.

La decisione della Corte sulla rinnovazione dell’istruzione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della parte civile, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno chiarito che la consulenza tecnica di parte non è un mero documento, ma un vero e proprio mezzo di prova. L’acquisizione e, soprattutto, l’utilizzo di tale consulenza come elemento decisivo per la sentenza equivale a una rinnovazione dell’istruzione di fatto, anche in assenza di un’ordinanza formale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha specificato che, operando in tal modo, la Corte d’Appello ha violato l’art. 23-bis del d.l. 137/2020. Essendosi di fatto disposta una rinnovazione, il processo non poteva essere celebrato con trattazione cartolare. Si sarebbe dovuta tenere un’udienza con la partecipazione delle parti per consentire una discussione orale sulla nuova prova introdotta. Tale violazione ha comportato l’obliterazione totale delle deduzioni e delle richieste della parte civile, menzionate nemmeno in sentenza.
Di conseguenza, la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma con una precisazione fondamentale: l’annullamento è limitato ai soli effetti civili. L’assoluzione penale dell’imputato rimane quindi definitiva.

Conclusioni: Implicazioni della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce la centralità del contraddittorio nel processo penale. Anche in presenza di procedure semplificate, i diritti delle parti a discutere le prove, specialmente quelle nuove e decisive, non possono essere sacrificati. La sentenza chiarisce che una rinnovazione dell’istruzione non deve essere necessariamente formale: ciò che conta è la sostanza dell’attività processuale svolta dal giudice. La causa è stata quindi rinviata al giudice civile competente in grado di appello, che dovrà riesaminare la questione del risarcimento del danno, questa volta nel pieno rispetto delle regole procedurali.

Perché la sentenza di assoluzione è stata annullata?
La sentenza è stata annullata non nel merito penale, ma per un vizio di procedura. La Corte d’Appello ha basato la sua decisione su una nuova prova (una consulenza tecnica) senza consentire la discussione orale tra le parti, come invece richiesto dalla legge quando si procede a una rinnovazione dell’istruzione.

Cosa significa ‘annullamento limitatamente agli effetti civili’?
Significa che l’assoluzione dell’imputato dal reato è definitiva e non può più essere messa in discussione. Tuttavia, la parte della sentenza che riguarda la responsabilità civile (cioè la richiesta di risarcimento danni avanzata dalla parte civile) è stata annullata e dovrà essere decisa nuovamente da un giudice civile.

Una consulenza di parte è considerata una nuova prova in appello?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la consulenza tecnica di parte è un mezzo di prova a tutti gli effetti, distinto dalla prova documentale. La sua acquisizione e il suo utilizzo decisivo in appello configurano una rinnovazione dell’istruzione dibattimentale, che impone il rispetto di specifiche garanzie procedurali, come l’udienza orale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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