LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rilievi tecnici irripetibili: la parola alla Cassazione

Un conducente, condannato per lesioni gravi a seguito di un incidente stradale, ricorre in Cassazione contestando la validità dei rilievi tecnici irripetibili svolti dalla polizia senza le garanzie difensive. La Corte rigetta il motivo, chiarendo che i semplici rilievi fotografici e planimetrici non costituiscono ‘accertamenti tecnici’ che richiedono tali garanzie. La sentenza corregge solo un errore materiale relativo alla condanna alle spese della parte civile, non costituita.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rilievi Tecnici Irripetibili: La Cassazione Fa Chiarezza

Nel contesto di un processo penale per lesioni stradali, la Corte di Cassazione è intervenuta per definire i confini tra i semplici ‘rilievi’ della polizia giudiziaria e gli ‘accertamenti tecnici’. Questa distinzione è fondamentale per capire quando scattano le garanzie difensive. La sentenza in esame offre spunti cruciali sulla validità dei cosiddetti rilievi tecnici irripetibili e sulle conseguenze processuali di una loro eventuale violazione.

I Fatti del Processo

Il caso nasce da un grave incidente stradale avvenuto all’incrocio tra due strade in una zona rurale. Il primo conducente, percorrendo la via principale, si scontrava con un secondo veicolo proveniente da una strada secondaria, il quale non rispettava il segnale di stop e procedeva a velocità elevata. A bordo del secondo veicolo viaggiava una passeggera che riportava lesioni personali gravi.
Entrambi i conducenti venivano condannati in primo e secondo grado per il reato di lesioni personali stradali gravi in cooperazione colposa. Il primo conducente, tuttavia, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando diverse questioni di natura sia processuale sia sostanziale.

I Motivi del Ricorso e la questione dei Rilievi Tecnici Irripetibili

La difesa del ricorrente ha basato il proprio ricorso su diversi motivi, tra cui spiccava la presunta nullità dei rilievi e delle fotografie effettuate dai Carabinieri subito dopo il sinistro. Secondo il ricorrente, tali attività, essendo rilievi tecnici irripetibili, avrebbero dovuto essere compiute solo dopo averlo avvisato della facoltà di farsi assistere da un difensore, come previsto dall’art. 354 del codice di procedura penale. L’omissione di tale avviso avrebbe reso inutilizzabili tutti gli atti successivi.

Altri motivi di ricorso includevano:
* La violazione delle norme sulla testimonianza indiretta.
* Un vizio di motivazione sul calcolo della velocità e sulle condizioni della strada.
* La mancata applicazione dell’attenuante del minimo contributo causale (art. 114 c.p.).
* L’erronea condanna al pagamento delle spese in favore di una parte civile mai costituitasi in giudizio.

La Decisione della Corte: La Distinzione tra Rilievi e Accertamenti Tecnici

La Corte di Cassazione ha rigettato quasi tutti i motivi di ricorso, ritenendoli infondati, ad eccezione dell’ultimo punto relativo alle spese della parte civile, che è stato corretto come errore materiale. Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione tra ‘rilievi’ e ‘accertamenti tecnici’.

I giudici hanno riaffermato un principio consolidato:
– Il rilievo consiste nella mera raccolta di dati oggettivi (fotografie, misurazioni, schizzi planimetrici). Questa attività non richiede particolari competenze tecnico-scientifiche e può essere svolta dalla polizia giudiziaria senza le garanzie difensive previste per gli atti irripetibili.
– L’accertamento tecnico, invece, implica lo studio, l’analisi e la valutazione critica dei dati raccolti secondo specifiche competenze scientifiche. È solo in questa seconda fase che scattano le garanzie per la difesa.

La Corte ha stabilito che le operazioni svolte dai Carabinieri nell’immediatezza del fatto (fotografie, planimetria, individuazione del punto d’impatto) rientrano nella categoria dei rilievi. Anche se lo stato dei luoghi è destinato a mutare (e quindi l’atto è ‘irripetibile’ in senso materiale), ciò non lo trasforma automaticamente in un ‘accertamento tecnico’ ai sensi dell’art. 360 c.p.p. Pertanto, non era necessario alcun avviso alla difesa.

Le Motivazioni

Nelle motivazioni, la Suprema Corte ha specificato che l’eccezione di nullità sollevata dalla difesa era comunque tardiva. Secondo l’art. 182, comma 2, c.p.p., le nullità a regime intermedio devono essere eccepite immediatamente o, al più tardi, entro termini precisi dal momento in cui la parte ne ha conoscenza. Nel caso specifico, la difesa aveva avuto accesso agli atti da molto tempo, ma ha sollevato la questione solo a dibattimento avanzato.

Inoltre, al momento dei rilievi, i conducenti non erano ancora formalmente indagati, ma semplici persone coinvolte nel sinistro. Le attività svolte erano meramente ricognitive e antecedenti all’inizio delle indagini preliminari.

Per quanto riguarda gli altri motivi, la Corte ha ritenuto che la valutazione delle prove sulla velocità e sulle condizioni della strada fosse stata adeguatamente motivata dai giudici di merito, basandosi sulle perizie e sui rilievi. La richiesta di attenuante per il minimo contributo è stata giudicata generica, in quanto la difesa non aveva specificato quali elementi di fatto dimostrassero un’importanza minima della condotta del proprio assistito rispetto a quella del co-imputato.

Infine, la Corte ha accolto l’unica doglianza fondata: non essendoci stata costituzione di parte civile nel processo, la condanna al pagamento delle relative spese era un palese errore materiale, che la stessa Cassazione ha potuto eliminare direttamente.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale per la pratica processuale: non tutte le attività investigative urgenti e irripetibili richiedono l’attivazione delle complesse garanzie difensive. La distinzione cruciale si basa sulla natura dell’atto: se si tratta di mera osservazione e raccolta dati (rilievo), non sono necessarie; se invece implica una valutazione tecnico-scientifica (accertamento), le garanzie diventano imprescindibili. Per gli avvocati, ciò significa che le eccezioni di nullità devono essere non solo tempestive, ma anche fondate su una corretta qualificazione giuridica dell’atto contestato. Per i cittadini, la sentenza chiarisce che le prime operazioni di documentazione di un sinistro da parte delle forze dell’ordine sono atti legittimi e necessari per l’accertamento della verità, anche in assenza di un legale.

I rilievi fotografici e planimetrici della polizia dopo un incidente sono atti per cui è necessario avvisare l’indagato della facoltà di farsi assistere da un difensore?
No. Secondo la Corte di Cassazione, tali attività costituiscono ‘rilievi’, ovvero mera raccolta di dati, e non ‘accertamenti tecnici’ che richiedono valutazioni specialistiche. Pertanto, non è necessario l’avviso alla difesa, anche se lo stato dei luoghi è destinato a modificarsi.

Quando un’eccezione di nullità processuale si considera tardiva?
Un’eccezione di nullità ‘a regime intermedio’, come quella in esame, deve essere sollevata dalla difesa subito dopo il compimento dell’atto, o al più tardi dopo la nomina del difensore o entro cinque giorni dall’esame degli atti. In questo caso, l’eccezione è stata sollevata in una fase avanzata del dibattimento ed è stata quindi ritenuta tardiva.

È possibile ottenere l’attenuante per minimo contributo al reato senza specificare in che modo il proprio apporto è stato marginale?
No. La richiesta di applicazione dell’attenuante prevista dall’art. 114 c.p. non può essere generica. La difesa ha l’onere di indicare specifici elementi di fatto da cui emerga che la condotta dell’imputato ha avuto un’importanza minima nella causazione dell’evento, rispetto a quella degli altri concorrenti nel reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati