LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Riforma Cartabia querela: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7818/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per tentato furto aggravato. Il caso verteva sull’applicabilità della Riforma Cartabia querela. La Corte ha stabilito che la querela presentata dalla persona offesa era tempestiva, in quanto la normativa transitoria della riforma ha concesso un termine specifico per presentare querela per i reati che, come in questo caso, sono diventati procedibili solo a seguito del suo intervento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riforma Cartabia Querela: la Cassazione sui Termini Transitori

L’impatto della Riforma Cartabia querela continua a essere al centro delle aule di giustizia. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un aspetto cruciale della riforma: le disposizioni transitorie per i reati la cui procedibilità è cambiata da d’ufficio a querela di parte. La decisione offre importanti chiarimenti sulla corretta interpretazione e applicazione delle nuove norme, confermando la validità delle querele presentate entro i termini speciali previsti dal legislatore.

Il Caso: Tentato Furto e la Sopravvenuta Necessità della Querela

Il caso in esame riguarda un ricorso presentato da un imputato, condannato in primo e secondo grado per il reato di tentato furto aggravato. Il fatto era stato commesso nel luglio 2021, un periodo in cui tale fattispecie di reato era procedibile d’ufficio.

Successivamente, l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia) ha modificato il regime di procedibilità per questo delitto, rendendolo perseguibile solo a seguito di querela della persona offesa. La difesa dell’imputato ha basato il proprio ricorso per cassazione proprio su questo punto, sostenendo che la querela presentata dalla vittima fosse intempestiva e, di conseguenza, che l’azione penale non potesse essere proseguita.

L’impatto della Riforma Cartabia Querela sulla Procedibilità

Il motivo del ricorso si fondava su un’interpretazione restrittiva della normativa. Secondo la difesa, la querela non poteva essere considerata valida. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato completamente questa tesi, qualificandola come generica e manifestamente infondata. La Suprema Corte ha invece evidenziato la corretta lettura delle disposizioni transitorie introdotte dalla stessa Riforma Cartabia.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si articola attorno a un punto fondamentale: la corretta interpretazione delle norme transitorie previste dalla Riforma Cartabia per gestire il passaggio dal regime di procedibilità d’ufficio a quello a querela di parte.

La Validità dei Termini Transitori

I giudici hanno spiegato che il legislatore, con la Riforma Cartabia, ha previsto una specifica finestra temporale per consentire alle persone offese di presentare la querela per tutti quei reati che, commessi prima dell’entrata in vigore della riforma, erano procedibili d’ufficio e che sono poi diventati procedibili a querela. Nello specifico, la normativa transitoria ha fissato al 31 marzo 2023 il termine ultimo per presentare tale querela. Di conseguenza, l’argomentazione della difesa sulla presunta intempestività della querela è stata ritenuta del tutto priva di fondamento, poiché la querela nel caso di specie era stata presentata ben all’interno di questo periodo.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità basandosi sulla palese infondatezza e genericità del motivo di ricorso. I giudici hanno chiarito che l’argomento del ricorrente ignorava completamente il dettato delle disposizioni transitorie della Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022). Queste norme sono state introdotte proprio per regolare situazioni come quella in esame, ovvero per reati commessi quando erano procedibili d’ufficio ma giudicati dopo che la riforma li ha resi procedibili a querela. La Corte ha ribadito che la riforma ha esplicitamente concesso alla persona offesa un termine (fino al 31/03/2023) per presentare la querela, sanando così la potenziale improcedibilità. Pertanto, la querela presentata non poteva in alcun modo essere considerata intempestiva. La Corte ha anche richiamato un precedente giurisprudenziale (Cass. n. 27147/2023) per sottolineare come la volontà querelatoria possa essere manifestata anche in forme equipollenti, come la costituzione di parte civile, a ulteriore riprova della necessità di un approccio sostanziale e non meramente formale. Di fronte a una normativa così chiara e a un orientamento giurisprudenziale consolidato, il ricorso non aveva alcuna possibilità di essere accolto.

le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza della Cassazione ribadisce un principio fondamentale nell’applicazione della Riforma Cartabia: le norme transitorie sono state concepite per garantire una transizione ordinata tra i due regimi di procedibilità, tutelando le persone offese e assicurando la prosecuzione dei procedimenti penali. La decisione conferma che i ricorsi basati su interpretazioni palesemente errate o che ignorano il contenuto delle disposizioni transitorie sono destinati a essere dichiarati inammissibili. Per gli operatori del diritto, questo significa prestare la massima attenzione al quadro normativo completo, incluse le norme transitorie, per evitare di proporre impugnazioni prive di fondamento. Per l’imputato, la dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma della condanna, ma anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Cosa succede se un reato diventa procedibile a querela dopo essere stato commesso?
La Riforma Cartabia ha previsto norme transitorie. Per i reati commessi prima della sua entrata in vigore e che erano procedibili d’ufficio, la legge ha concesso alla persona offesa un termine specifico (in questo caso fino al 31 marzo 2023) per presentare la querela e permettere la prosecuzione del procedimento.

Nel caso specifico, la querela è stata considerata valida?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la querela era perfettamente valida e tempestiva, in quanto presentata entro il termine speciale previsto dalle disposizioni transitorie della Riforma Cartabia per i reati che hanno cambiato regime di procedibilità.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato. Di conseguenza, ha confermato la condanna dell’imputato e lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 Euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati