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Riforma Cartabia: annullata condanna per furto

La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato una sentenza di condanna per furto aggravato, applicando retroattivamente la Riforma Cartabia. Poiché il reato è diventato procedibile solo a querela di parte e la persona offesa non l’ha mai presentata, l’azione penale non poteva proseguire. La Corte ha invece rigettato gli altri motivi di ricorso, confermando la condanna per la detenzione di un’arma clandestina e altri reati, ritenendo provata la consapevolezza dell’imputato sulla provenienza illecita del bene.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Riforma Cartabia: la Cassazione annulla una condanna per furto aggravato per mancanza di querela

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13984/2024) ha messo in luce uno degli effetti più significativi della Riforma Cartabia: l’estensione del regime di procedibilità a querela a reati prima perseguiti d’ufficio. In questo caso, l’applicazione retroattiva della nuova normativa ha portato all’annullamento di una condanna per furto aggravato, poiché la vittima non aveva mai sporto formale querela. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti del Caso

L’imputato era stato condannato in primo e secondo grado per una serie di reati, tra cui detenzione di arma clandestina, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e, appunto, furto aggravato dalla violenza sulle cose (commesso con effrazione). La Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la prima sentenza, rideterminando la pena complessiva in tre anni e tre mesi di reclusione.

Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorso si basava su quattro argomentazioni principali:
1. Mancanza della condizione di procedibilità: La difesa ha sostenuto che, a seguito dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, il furto aggravato per cui si procedeva era diventato procedibile solo a querela della persona offesa. Tale querela non era mai stata presentata.
2. Inutilizzabilità di una testimonianza: Veniva contestata l’acquisizione delle dichiarazioni di un testimone divenuto irreperibile, sostenendo che la sua assenza fosse prevedibile.
3. Violazione del diritto di difesa: Si lamentava un presunto errore della Corte d’Appello, che avrebbe indicato la mancata presentazione di conclusioni scritte da parte della difesa, sebbene queste fossero state regolarmente depositate.
4. Insussistenza della ricettazione: L’imputato affermava di non essere a conoscenza della provenienza illecita dell’arma, credendo fosse stata legalmente acquistata.

La Riforma Cartabia e la sua applicazione retroattiva

Il punto cruciale della decisione riguarda il primo motivo di ricorso. La Riforma Cartabia (D.Lgs. n. 150/2022) ha ampliato il novero dei reati procedibili a querela, includendovi diverse ipotesi di furto aggravato. La legge prevede che le nuove disposizioni, essendo più favorevoli all’imputato, si applichino retroattivamente anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore. Per i procedimenti in corso, era stato fissato un termine di tre mesi dall’entrata in vigore della riforma per consentire alla persona offesa di presentare la querela.

Nel caso specifico, il furto era stato commesso nel 2015. Al momento del giudizio in Cassazione, la nuova legge era pienamente operativa. La Corte ha verificato che agli atti non vi era alcuna querela da parte della vittima del furto, ma solo una denuncia sporta dal marito, atto non sufficiente a manifestare la volontà di procedere penalmente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, fornendo una chiara interpretazione delle nuove norme.

Le Motivazioni

La Corte ha innanzitutto stabilito che il primo motivo di ricorso era fondato. Poiché il furto aggravato contestato rientrava tra i reati per cui la Riforma Cartabia ha introdotto la procedibilità a querela, e poiché la querela non era mai stata sporta, l’azione penale non poteva essere proseguita. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza limitatamente a tale reato, eliminando il relativo aumento di pena.

Gli altri motivi di ricorso sono stati invece respinti:
* Testimonianza: L’utilizzo delle dichiarazioni del testimone irreperibile è stato ritenuto legittimo. Al momento della sua deposizione, non vi erano elementi per prevedere un suo futuro allontanamento, essendo un cittadino comunitario con domicilio e lavoro in Italia.
* Diritto di difesa: La menzione della mancata presentazione di conclusioni è stata classificata come un ‘mero refuso’, un semplice errore materiale, smentito dal fatto che le conclusioni della difesa erano state correttamente riportate nell’intestazione della sentenza.
* Ricettazione: La condanna per ricettazione è stata confermata. Secondo la Corte, le caratteristiche dell’arma (assenza di punzonatura del banco di prova, presenza di un silenziatore, calcio parzialmente tagliato) e l’omessa denuncia rendevano palese la sua provenienza illegale a qualsiasi persona di media esperienza.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza è stata annullata limitatamente al delitto di furto per difetto di querela, e la pena finale è stata rideterminata in tre anni di reclusione e 665 euro di multa. Questa pronuncia ribadisce l’importante impatto della Riforma Cartabia sui processi in corso, sottolineando come la modifica del regime di procedibilità costituisca una norma sostanziale più favorevole, destinata a trovare applicazione retroattiva. Un principio che impone una verifica attenta, caso per caso, della sussistenza di una valida querela per tutti i reati interessati dalla riforma.

Perché la condanna per furto aggravato è stata annullata?
La condanna è stata annullata perché la Riforma Cartabia ha reso il furto aggravato un reato procedibile solo su querela della persona offesa. Nel caso specifico, la vittima non ha mai presentato querela, nemmeno nel termine di tre mesi concesso dalla legge per i procedimenti già in corso, rendendo l’azione penale improcedibile.

La Riforma Cartabia si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che le modifiche al regime di procedibilità, essendo norme più favorevoli per l’imputato, si applicano retroattivamente anche ai fatti commessi prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

Perché la condanna per la ricettazione dell’arma è stata invece confermata?
La condanna è stata confermata perché la Corte ha ritenuto che l’imputato fosse pienamente consapevole della provenienza illecita dell’arma. Le caratteristiche specifiche dell’oggetto (arma clandestina, priva di marchi ufficiali, dotata di silenziatore e con il calcio modificato) avrebbero reso evidente a chiunque la sua natura illegale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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