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Rifiuto test antidroga: sospensione patente raddoppiata

Un conducente si è opposto al test per verificare l’assunzione di stupefacenti mentre era alla guida di un’auto non sua. Ha impugnato la sanzione della sospensione della patente per 18 mesi, sostenendo che l’aumento della durata non fosse applicabile. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che, a differenza del rifiuto del test alcolimetrico, il rifiuto test antidroga comporta il raddoppio della sospensione della patente se il veicolo è di proprietà di terzi. La sentenza chiarisce un’importante distinzione nell’applicazione delle sanzioni accessorie previste dal Codice della Strada.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rifiuto Test Antidroga: Raddoppio della Sospensione Patente se l’Auto è di Altri

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38474 del 2024, ha affrontato un’importante questione relativa alle conseguenze del rifiuto test antidroga alla guida. La decisione chiarisce che, a differenza del rifiuto dell’alcoltest, sottrarsi all’accertamento sull’uso di stupefacenti comporta il raddoppio della sanzione accessoria della sospensione della patente se il veicolo condotto appartiene a una persona estranea al reato. Questa pronuncia consolida un orientamento restrittivo e sottolinea le differenze normative tra le due fattispecie.

I Fatti del Caso: Il Ricorso contro la Sospensione della Patente

Il caso ha origine dalla decisione del Tribunale di Bologna, che applicava una pena su richiesta delle parti (patteggiamento) a un conducente per essersi rifiutato di sottoporsi agli accertamenti volti a verificare un eventuale stato di alterazione psicofisica dovuto all’assunzione di sostanze stupefacenti, come previsto dall’art. 187, comma 8, del Codice della Strada. La pena concordata era stata sostituita con lo svolgimento di lavori di pubblica utilità.

Oltre alla sanzione principale, il giudice aveva disposto la sospensione della patente di guida per diciotto mesi. A motivare tale durata concorreva la circostanza che il veicolo guidato dall’imputato apparteneva a un’altra persona. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, contestando proprio la durata della sospensione. La difesa sosteneva l’errata applicazione del raddoppio della sanzione, richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite (sent. Bordin, n. 46624/2015) che aveva escluso tale aggravio per il reato di rifiuto di sottoporsi all’alcoltest.

La Decisione della Corte di Cassazione e le differenze sul rifiuto test antidroga

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. I giudici hanno chiarito la netta distinzione tra la disciplina del rifiuto del test per l’alcol (art. 186, comma 7, C.d.S.) e quella per le sostanze stupefacenti (art. 187, comma 8, C.d.S.).

La Distinzione Cruciale: Rifiuto Test Alcol vs. Rifiuto Test Antidroga

Il punto centrale della sentenza risiede nell’interpretazione del rinvio normativo. La difesa dell’imputato si basava sul principio, stabilito dalle Sezioni Unite, secondo cui al reato di rifiuto dell’alcoltest non si applica il raddoppio della sospensione della patente se il veicolo è di terzi. Tuttavia, la Cassazione ha specificato che tale principio non è estensibile al rifiuto test antidroga.

La norma che punisce il rifiuto di sottoporsi agli accertamenti per stupefacenti (art. 187, comma 8) richiama integralmente il regime sanzionatorio previsto per il reato di guida in stato di ebbrezza (art. 186, comma 7, che a sua volta richiama il comma 2, lett. c). Questo richiamo “integrale” include anche la previsione del raddoppio della sospensione della patente. Pertanto, secondo la Corte, il legislatore ha volutamente differenziato le due fattispecie, prevedendo un trattamento più severo per chi si sottrae ai controlli sull’uso di droghe.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si articolano su due punti principali. Il primo riguarda l’applicabilità del raddoppio della sanzione accessoria. Come spiegato, il rinvio operato dall’art. 187 C.d.S. alle sanzioni dell’art. 186 C.d.S. è da intendersi come completo, includendo quindi l’aggravio di pena per la guida di un veicolo altrui. La forbice edittale per la sospensione, in questo caso, andava da un minimo di un anno a un massimo di quattro anni. La sanzione di diciotto mesi, essendo inferiore alla media e non eccessivamente distante dal minimo, è stata ritenuta congrua.

Il secondo punto affronta la doglianza sulla presunta carenza di motivazione. La Corte ha ribadito un principio consolidato: il giudice è tenuto a fornire una motivazione dettagliata sulla durata della sanzione accessoria solo quando questa si discosta significativamente dal minimo edittale. In questo caso, essendo la sanzione di 18 mesi ben al di sotto del massimo (48 mesi) e non eccessivamente lontana dal minimo (12 mesi), la motivazione può considerarsi implicita nella valutazione di congruità espressa dal giudice di merito. Inoltre, viene sottolineata l’autonomia tra la motivazione della pena principale (basata sui criteri dell’art. 133 c.p.) e quella della sanzione amministrativa accessoria (basata sui parametri dell’art. 218 C.d.S.), escludendo la possibilità di un raffronto per dedurne un’eventuale contraddittorietà.

Conclusioni: Cosa Implica questa Sentenza?

La sentenza n. 38474/2024 della Corte di Cassazione delinea un quadro normativo chiaro e severo per chi si rifiuta di sottoporsi ai test antidroga alla guida. Le implicazioni pratiche sono rilevanti:

1. Trattamento differenziato: Viene confermato che il rifiuto del test antidroga e quello dell’alcoltest seguono regole diverse per quanto riguarda le sanzioni accessorie.
2. Raddoppio della sospensione: Chi guida un veicolo non di sua proprietà e rifiuta l’accertamento sull’uso di stupefacenti subirà il raddoppio della durata della sospensione della patente.
3. Discrezionalità del giudice: La motivazione sulla durata della sospensione è necessaria solo per pene sproporzionate rispetto al minimo legale, lasciando ampia discrezionalità al giudice di merito nella valutazione dei casi concreti.

Se mi rifiuto di fare il test antidroga mentre guido l’auto di un’altra persona, la sospensione della patente viene aumentata?
Sì, secondo questa sentenza, la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata. La norma che sanziona il rifiuto del test per stupefacenti (art. 187, comma 8, C.d.S.) rinvia integralmente alle sanzioni previste per la guida in stato di ebbrezza, compresa quella che prevede il raddoppio se il veicolo appartiene a persona estranea al reato.

Questa regola vale anche per il rifiuto del test alcolemico (etilometro)?
No. La giurisprudenza delle Sezioni Unite della Cassazione ha stabilito che per il reato specifico di rifiuto di sottoporsi all’alcoltest (art. 186, comma 7, C.d.S.), il raddoppio della sospensione della patente non si applica. La sentenza in esame conferma questa differenza di trattamento tra le due infrazioni.

Il giudice deve sempre motivare in modo dettagliato la durata della sospensione della patente?
No, non sempre. La Corte di Cassazione ha chiarito che il giudice è tenuto a fornire una motivazione specifica solo quando la durata della sospensione si allontana in modo significativo dal minimo previsto dalla legge. Se la misura è pari o di poco superiore al minimo, la motivazione può ritenersi implicita e non necessita di una spiegazione dettagliata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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