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Rifiuto etilometro: reato anche senza l’apparecchio?

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un motociclista condannato per rifiuto etilometro. L’ordinanza chiarisce che il reato si configura con la sola manifestazione di indisponibilità, a prescindere dalla presenza immediata dell’apparecchio e dall’invito a recarsi in un ufficio di polizia. La condanna è stata confermata.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rifiuto Etilometro: Quando Dire ‘No’ è un Reato

Il rifiuto etilometro rappresenta una delle questioni più dibattute nel contesto delle violazioni al Codice della Strada. Molti conducenti si chiedono se il reato di rifiuto possa sussistere anche quando le forze dell’ordine non dispongono immediatamente dell’apparecchiatura per il test. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi su questo punto, confermando un orientamento consolidato e ribadendo la natura istantanea del reato. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Un motociclista veniva fermato dalle forze dell’ordine a causa di una guida palesemente irregolare. Durante il controllo, gli agenti notavano chiari sintomi di un possibile stato di alterazione alcolica: difficoltà di equilibrio, problemi di eloquio e occhi lucidi. Invitato a sottoporsi all’accertamento tramite etilometro, l’uomo si opponeva fermamente. In seguito a questo rifiuto, veniva condannato in primo grado a tre mesi di arresto e 750 euro di ammenda, sentenza poi confermata dalla Corte d’Appello.

I Motivi del Ricorso e la Difesa dell’Imputato

L’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un argomento preciso: al momento del controllo, la pattuglia non aveva con sé l’etilometro. Secondo la sua tesi, non si poteva configurare un rifiuto a utilizzare un’apparecchiatura inesistente sul posto. Inoltre, sosteneva che non gli era stato formalizzato l’invito a recarsi presso il più vicino comando di polizia per effettuare il test, come previsto in alternativa dal Codice della Strada.

La Decisione della Corte di Cassazione e il rifiuto etilometro

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi presentati una mera riproposizione di argomentazioni già valutate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire alcuni principi fondamentali in materia di rifiuto etilometro.

Le Motivazioni

I giudici hanno spiegato in modo inequivocabile che il reato previsto dall’art. 186, comma 7, del Codice della Strada è un reato istantaneo. Questo significa che esso si perfeziona nel momento esatto in cui il conducente manifesta la propria indisponibilità a sottoporsi all’accertamento. La Corte ha chiarito i seguenti punti:

1. Irrilevanza della Disponibilità Immediata dell’Etilometro: La legge non richiede che gli agenti abbiano con sé l’apparecchio al momento della richiesta. La facoltà di procedere all’accertamento esiste indipendentemente dalla logistica immediata. Gli operanti possono, ad esempio, richiedere l’intervento di un’altra pattuglia dotata dello strumento.
2. L’Accompagnamento al Comando è una Facoltà, non un Obbligo: Il Codice della Strada stabilisce che l’accertamento può essere effettuato “anche” accompagnando il conducente presso l’ufficio più vicino. L’uso del termine “anche” indica che si tratta di una delle possibili modalità operative a disposizione della polizia, non di un passaggio obbligatorio. Gli agenti possono legittimamente scegliere di eseguire il test sul posto.
3. La Manifestazione di Volontà è Sufficiente: La semplice opposizione verbale all’accertamento, debitamente annotata dagli agenti, è sufficiente a integrare il reato. La condotta penalmente rilevante è proprio l’espressione di questa volontà contraria, che ostacola l’attività di controllo della sicurezza stradale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di fondamentale importanza pratica: opporsi all’alcoltest è un reato a tutti gli effetti, anche se l’etilometro non è fisicamente presente al momento del controllo. Il rifiuto espresso dal conducente è di per sé sufficiente a far scattare la sanzione penale. Questa decisione serve da monito per tutti gli automobilisti: di fronte alla richiesta delle forze dell’ordine di effettuare l’accertamento alcolimetrico, la cooperazione è l’unica via per evitare di incorrere in una condanna penale per un reato che si consuma con una semplice dichiarazione di indisponibilità.

È possibile essere condannati per rifiuto dell’alcoltest se la polizia non ha con sé l’etilometro?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il reato di rifiuto si configura con la semplice manifestazione di indisponibilità a sottoporsi al test, indipendentemente dal fatto che l’apparecchio sia immediatamente disponibile sul posto.

La polizia è obbligata ad accompagnare il conducente al comando più vicino per effettuare il test?
No. La legge prevede l’accompagnamento come una facoltà e non come un obbligo. Gli agenti possono scegliere di eseguire l’accertamento sul posto, anche chiedendo l’ausilio di un’altra pattuglia dotata di etilometro.

Quando si perfeziona il reato di rifiuto di sottoporsi all’accertamento alcolimetrico?
Il reato è di natura istantanea e si perfeziona nel momento esatto in cui il conducente manifesta agli agenti la propria volontà di non sottoporsi all’accertamento richiesto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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