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Rifiuto alcoltest: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per rifiuto alcoltest. I giudici hanno confermato la decisione dei gradi precedenti, negando le attenuanti generiche e l’applicazione della causa di non punibilità per tenuità del fatto, a causa della gravità della condotta, della personalità negativa e dei precedenti specifici dell’imputato.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rifiuto Alcoltest: Ricorso Inammissibile per Precedenti e Condotta Negativa

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, n. 9556 del 2024, offre importanti chiarimenti sulla gestione processuale del reato di rifiuto alcoltest. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la sua condanna e mettendo in luce i criteri che rendono un’impugnazione meramente ripetitiva e, di conseguenza, destinata al rigetto. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni dei giudici.

Il Caso: Dalla Condanna in Primo Grado al Ricorso in Cassazione

La vicenda giudiziaria ha origine con una condanna emessa dal Tribunale di Termini Imerese e successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato era stato ritenuto colpevole del reato previsto dall’articolo 186, comma 7, del Codice della Strada, per essersi rifiutato di sottoporsi all’accertamento dello stato di ebbrezza.

Non rassegnato alla doppia condanna, l’uomo ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a tre motivi principali per contestare la decisione dei giudici di merito.

I Motivi del Ricorso: Sanzioni, Tenuità del Fatto e Attenuanti

L’imputato ha basato la sua difesa in Cassazione su tre argomentazioni principali:

1. Trattamento sanzionatorio: Si lamentava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, ritenendo la pena eccessiva.
2. Mancata applicazione dell’art. 131 bis c.p.: Si contestava la decisione di non riconoscere la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
3. Misura della pena: Si sosteneva che la quantificazione della pena non fosse stata adeguatamente motivata secondo i criteri dell’art. 133 del codice penale.

Tuttavia, come vedremo, la Corte di Cassazione ha ritenuto tali motivi del tutto infondati e meramente riproduttivi di doglianze già esaminate e respinte.

La Decisione della Cassazione sul Rifiuto Alcoltest: Inammissibilità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di tremila euro alla Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una valutazione rigorosa dei motivi proposti, considerati una semplice riproposizione di questioni già adeguatamente risolte nei precedenti gradi di giudizio.

le motivazioni

La Corte ha smontato punto per punto le argomentazioni del ricorrente.

Sul primo motivo, relativo al trattamento sanzionatorio e al diniego delle attenuanti generiche, i giudici hanno ribadito quanto già evidenziato dalla Corte territoriale: le modalità della condotta e la personalità negativa dell’imputato erano elementi ostativi alla concessione di qualsiasi beneficio. L’appello non introduceva nuovi elementi, limitandosi a ripetere una censura già disattesa con validi argomenti giuridici.

Anche il secondo motivo, inerente alla non punibilità per tenuità del fatto, è stato giudicato riproduttivo. La Corte d’Appello aveva chiaramente motivato il diniego evidenziando la gravità della condotta e, soprattutto, i precedenti penali specifici dell’imputato. L’uomo, infatti, aveva già riportato altre condanne per il medesimo reato di rifiuto alcoltest e per resistenza a pubblico ufficiale. Tali precedenti delineavano una personalità non compatibile con il beneficio richiesto.

Infine, il terzo motivo sulla misura della pena è stato definito ‘manifestamente infondato’. La Corte ha ritenuto che la pena fosse stata concretamente ancorata a tutti gli elementi previsti dall’art. 133 del codice penale, con una motivazione completa ed esaustiva da parte dei giudici di merito.

le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del processo penale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un controllo di legittimità. Proporre motivi che si limitano a ripetere, senza argomenti nuovi e specifici, censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. La decisione sottolinea inoltre che la valutazione della personalità del reo e dei suoi precedenti penali è cruciale per la concessione di benefici come le attenuanti generiche o la causa di non punibilità. Per il reato di rifiuto alcoltest, la presenza di precedenti specifici costituisce un ostacolo quasi insormontabile all’ottenimento di un trattamento sanzionatorio più mite.

È possibile ottenere le circostanze attenuanti generiche in caso di rifiuto dell’alcoltest?
No, se le modalità della condotta e la personalità negativa dell’imputato, valutate dal giudice, risultano incompatibili con la concessione di tale beneficio.

La non punibilità per particolare tenuità del fatto si applica al rifiuto dell’alcoltest?
Può essere esclusa. In questo caso, i giudici l’hanno negata a causa delle gravi modalità della condotta e della presenza di precedenti condanne a carico dell’imputato per lo stesso reato e per resistenza a pubblico ufficiale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questa vicenda è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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